BELLUNO «Il nostro territorio è tra i meno colpiti dal Covid di tutto l’arco alpino. Ci servono quindi linee guida chiare per poter riavviare l’attività alberghiera e costruire una stagione estiva all’insegna dell’ospitalità in piena sicurezza». È quanto afferma il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, dati alla mano. Secondo i numeri del Ministero della Salute (aggiornati a sabato 9 maggio, ore 17), la provincia di Belluno presenta 1.146 soggetti contagiati da Covid-19. Sul totale della popolazione bellunese (202.950) significa lo 0,56%. Solo la provincia di Verbano-Cusio-Ossola ha un numero minore nel conto dei contagi (1.075, lo 0,68% della popolazione), mentre tutti gli altri territori dell’arco alpino fanno segnare dati diversi: 1.280 Sondrio (0,71% della popolazione), 1.552 Aosta (1,2% della popolazione), 2.567 Bolzano (0,48% della popolazione) e 4.292 Trento (0,79% della popolazione). «Significa che siamo il secondo territorio alpino sia per basso numero di contagi, sia per scarsa incidenza del virus rispetto alla popolazione totale – commenta il presidente Padrin -. Questi dati sono piuttosto significativi. Non ci dicono che dobbiamo abbassare la guardia, ma ci lanciano una grande opportunità per il nostro turismo, soprattutto quest’anno in cui la montagna potrà fare la differenza rispetto ad altre località. Come ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, teorico del distanziamento sociale, “in montagna il rischio di contrarre il virus è piuttosto basso, mentre se si va in contesti affollati è diverso”. E la nostra montagna bellunese dimostra con questi numeri di essere anche più sicura». «La rete di piccoli alberghi, molti a gestione famigliare, senza affollamenti; i rifugi alpini; i sentieri da cui è possibile ammirare le nostre Dolomiti senza rischio di assembramenti; il gran numero di seconde case e la vicinanza a Venezia e alla pianura veneta in un’annata che prediligerà il “turismo di prossimità” possono essere le carte vincenti del Bellunese – sottolinea Roberto Padrin -. I nostri operatori, gli albergatori, il sistema dell’accoglienza da settimane mostrano la grande volontà di ripartire, nel pieno rispetto delle misure anti-contagio. Proprio per questo motivo abbiamo bisogno di certezze sui tempi e sui modi delle riaperture, per non essere impreparati. Credo che potremmo addirittura pensare a una ripartenza anticipata, come quella dell’Alto Adige. Del resto, i due territori sono omogenei, accomunati dagli stessi caratteri dolomitici, e anche dal buon funzionamento del sistema sanitario locale e dalla salubrità, ben testimoniati dai numeri bassi del contagio».