CESIOMAGGIORE Una storia per la storia. Giocando con le parole, si potrebbe iniziare così il racconto della serata che, alla Confraternita del Formaggio Piave Dop, ha visto l’intervento di Gianpaolo Tomio col suo ‘La strada dei 100 giorni’. Il volume documenta la realizzazione – durata, appunto, 100 giorni – della strada che collegava (e ancor oggi collega), Trichiana e Follina, nel Trevigiano; nota come strada del Passo San Boldo. Pochi mesi, all’inizio del 1928, furono sufficienti per trasformare una rudimentale mulattiera in una strada lungo la quale far passare uomini e mezzi per tentare la definitiva ‘spallata’ sul Grappa. Perché, dopo lo sfondamento di Caporetto, la necessità di avere linee di rifornimento – agevoli e protette – era assolutamente prioritaria per il Comando austriaco. Un obiettivo centrato in 100 giorni, appunto. Tanti bastarono per realizzare i sei ponti e le cinque gallerie utili a superare i cento metri di parete verticale. Fin qui le note storiche, riprese anche in altre ricerche. L’assoluta novità del volume, scritto a quattro mani da Tomio e Alessia Cerentin, è rappresentata dall’eccezionale apparato fotografico che lo caratterizza.
E qui, appunto, prende le mosse un’altra storia, quella del materiale. A 1000 chilometri dal San Boldo, nella cittadina boema di Bila Tremesna ai confini con la Polonia, mettendo ordine nella casa di famiglia, Jan Kaiser trova documenti che erano appartenuti al bisnonno, il mastro carpentiere imperiale Frantisek Kreusina. Grafici, note e soprattutto foto (perfettamente conservate) che davano conto di lavori che il bisnonno aveva curato nell’area di Nord Est, tra Italia e Slovenia, durante la Grande Guerra. Spinto dalla curiosità di scoprire se, e in che modo, le opere dell’avo fossero sopravvissute, Kaiser arrivò a Trichiana dove ebbe la ventura di incontrare Tomio. Un incontro che diede vita a un lungo e proficuo rapporto di collaborazione (“All’inizio, usando due portatili per tradurre dall’italiano al ceco e viceversa”) che ha permesso l’uscita del volume. Un volume che è, prevalentemente, fotografico. Vi appaiono decine di immagini, inedite e di grande qualità (molte datate con precisione), che riproducono con accuratezza e dovizia di particolari i lavori progettati e diretti dal Genio militare austro-ungarico; e realizzati – e in soli cento giorni, appunto – grazie soprattutto al contributo di centinaia e centinaia di donne e uomini bellunesi, giovani e meno giovani, che riuscirono a dare concreta attuazione a un progetto capace di suscitare – ancora oggi – curiosità e stupore.