BORGOVALBELLUNA La commissione Europea non si pronuncia sugli aiuti di stato per l’Acc, stabilimento sommerso di ordini ma che non può aumentare la propria capacità produttiva per mancanza di risorse. Le attese per un futuro migliore dipendono dal recente incontro tra la Regione Piemonte e la Regione Veneto che hanno confermato la loro piena volontà di intervenire finanziariamente alla creazione del polo ITALCOMP, nuovo polo industriale con capitale 70% pubblico e 30% privato. Il Commissario Maurizio Castro ha individuato investitori privati interessati ed a breve cominceranno serrate comunicazioni. Una volta definita la compagine ITALCOMP può essere immediatamente costituita. “In relazione alle note vicende nazionali ed in particolare con l’imminente cambio di governo – spiegano i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom, Uilm – non ci sono elementi che ci portano a pensare ad un ripensamento. Questo piano di salvataggio, già definito in tutti i suoi particolari, disinnesca la tensione sociale che inevitabilmente esploderebbe con imprevedibili sviluppi, siamo certi che il nuovo governo continui su questa strada e lo invitiamo a mettere tra le priorità del paese il progetto ITALCOMP come positivo esempio di risoluzione delle crisi aziendali” Il governo ha sciolto qualsiasi riserva sul salvataggio ACC attivando “Garanzia Italia” una misura straordinaria a supporto delle imprese colpite dall’emergenza Covid. Attualmente sono già in corso il colloqui con le maggiori banche. “A fronte di una garanzia del governo crediamo sia difficile per le banche negare il loro interessamento, considerato anche la propensione di questi istituiti a sostenere il tessuto industriale del territorio al fine di accrescere il benessere sociale, più di una volta dichiarato tra i loro obbiettivi. Un un grosso appello alle banche e al governo di fare presto – concludono i sindacati Fim, Firom, Uilm – non perdere ulteriore tempo: oltre ad avvantaggiare nostri più diretti concorrenti decreterebbe la chiusura dello stabilimento di Belluno, di Chieri e la fine di ITALCOMP”.