Cari Ministri, il tempo è finito, siamo nel dramma noi lavoratori e le nostre famiglie. Ci aspettiamo che insieme, ognuno per la propria parte si possa garantire un futuro alla nostra gente, alla nostra comunità
BORGO VALBELLUNA Posta in partenza per i Ministri bellunesi Daniele Franco e Federico D’Incà, una sorta di consegna porta a porta, da Mel a Trichiana. I sindacati (Fim-Fiom-Uilm) con i lavoratori e le lavoratrici della Acc Wanbaoo si rivolgono ai due Ministri freschi di nomina anche in nome di un legame sociale e culturale che li accomuna alla provincia. In particolare viene chiesto l’interessamento, l’aiuto, per rilanciare la fabbrica. La vecchia e gloriosa Zanussi Elettromeccanica degli anni Sessanta, nata dopo la tragedia del Vajont, simbolo per anni dell’identità industriale bellunese formando generazioni di operaie, operai, tecnici e dirigenti che poi hanno contribuito allo sviluppo delle imprese locali. Negli anni sono arrivate le sventure, un decennio di gestione di fondi privati che hanno commesso – secondo i sindacati e lavoratori – enormi errori strategici conducendo l’azienda al dissesto, poi sono arrivati i 5 anni di gestione di un gruppo pubblico “incapace di rilanciarla – continua la lettera ai Ministri – in questa tempesta abbiamo sempre dimostrato la nostra capacità di resistenza, siamo ancora vivi, apprezzati dai grandi clienti europei per l’affidabilità e flessibilità. Siamo capaci di esprimere prodotti all’avanguardia con il nuovo compressore a velocità variabile già prenotato dai maggiori produttori internazionali e siamo persino arrivati a rinunciare per 6 mesi al 50% dei nostri stipendi per consentire l’acquisto della materia prima”.
Nella missiva viene messo in evidenza la straordinaria opportunità di guidare un progetto di forte rilancio industriale per la fabbrica forza motrice del progetto Italcomp con la Embraco di Chieri, con la previsione di assemblare 6 milioni di compressori, diventando un punto di riferimento per la provincia e il Veneto.
Quindi il nocciolo della questione: “Perché tutto questo si realizzi, manca solo che le banche e gli istituti di credito concedano i prestiti necessari alla operatività di Acc in attesa della nascita di Italcomp, avendo peraltro già le necessarie garanzie statali”.