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AgordoGli anni d’oro della musica e dell’intrattenimento ad Agordo risplendono nel ricordo di concerti memorabili organizzati da Radio Più e l’effimera*** esperienza di Agordo Estate. Il Broi e il Palaghiaccio di Agordo divennero palcoscenico di emozionanti esibizioni di artisti del calibro di Enrico Ruggeri, Casadei, Belumat, Roberto Vecchioni, e Giorgio Faletti. L’atmosfera vibrante si estendeva ben oltre le note, abbracciando la vivace comunità locale. Un capitolo speciale di quegli anni d’oro era il ristorante Gargantuà, punto di incontro prediletto per gli appassionati di musica e buona cucina. La sua accoglienza calorosa e la professionalità del personale contribuivano a creare un’esperienza indimenticabile per i partecipanti. La via 27 aprile, teatro di questi eventi, si trasformava in un affollato boulevard di entusiasmo e condivisione. Agordo, attraverso la sinfonia delle note e l’energia dei presenti, faceva davvero bella figura nella scena culturale locale. Oggi, quegli anni rimangono impressi nelle menti di coloro che hanno vissuto la magia di ogni concerto e la gioia di ritrovarsi in un luogo che, per un momento, si trasformava nel cuore pulsante della musica e della socialità ad Agordo. Un tuffo nei ricordi musicali, un omaggio a quei momenti che hanno segnato un’epoca e che continuano a vibrare nel tessuto della storia locale. Peccato che Agordo Estate sia durata troppo poco, ma le scellerate scelte di qualcuno affossarono l’iniziativa, infatti una dietro l’altra le società sportive hanno preso la via più breve per andarsene anche dopo il “fallimentare” concerto dei Pooh a Sedico poco partecipato o il famoso concerto di Jannacci al teatro comunale pubblicizzato e mai organizzato… giusto per citare le ultime scelte errate). Dopo quell’esperienza RadioPiù ha proseguito in autonomia con la collaborazione di tanti volontari e sono stati portati nell’Agordino i Nomadi (alcune volte tra Alleghe e Falcade), Vecchioni, Oxa, Ron, Dolcenera, Fichi d’India, Cevoli … e molti altri.
*** Il termine “effimera” è un aggettivo che deriva dal latino “ephemera” e si riferisce a qualcosa di transitorio, breve nella durata o di breve durata. Indica qualcosa che ha una vita o una esistenza molto limitata nel tempo, che dura solo per un breve periodo. Può essere utilizzato per descrivere oggetti, eventi, emozioni o situazioni che sono fugaci, passeggeri o temporanei. In dialetto milanese, il termine “effimera” può essere espresso come “efimera” o “efimera.”