BELLUNO La storia delle cure palliative in provincia di Belluno coincide quasi perfettamente con la storia dell’associazione Cucchini, che da quasi 40 anni si occupa di aiutare le persone ammalate e i loro familiari. Una realtà che funge da perno all’interno della rete delle cure palliative. Lo ha delineato il convegno di oggi dal titolo “20 anni di hospice a Belluno”, organizzato proprio da Cucchini, insieme all’Ulss 1 Dolomiti per celebrare il ventennale di Casa Tue Due, una delle prime strutture di questo genere nate in Italia. L’inaugurazione ufficiale risale infatti al 9 novembre 2002, a seguito di un lungo iter che ha visto nei fondatori della Cucchini i soggetti che più hanno spinto per la realizzazione dell’hospice. Una storia che è stata raccontata dal dottor Giuseppe Fornasier, dirigente dell’Unità di cure palliative dell’ospedale di Belluno, con interessanti passaggi relativi alla normativa sulla terapia del dolore e su alcune figure che hanno fatto la differenza, tra cui il dottor Giuseppe Tormen, fondatore di Cucchini (assieme ad altre sei persone, tra cui Gian Battista Arrigoni) e medico anestesista. «La prima tappa è stata la delibera di giunta regionale del Veneto 2989 del 2000. La legge 38/2010 è arrivata solo dieci anni dopo, ma intanto Belluno aveva dimostrato una sensibilità avanguardistica sul tema» ha detto il dottor Fornasier. «La prova è data dal fatto che la realizzazione dell’hospice ha potuto contare sulla sensibilità dei bellunesi, che generosamente hanno contribuito per quasi metà del costo dell’opera». La storia dell’hospice è stata poi tratteggiata attraverso l’attività della struttura, nell’intervento del dottor Giuseppe Zanne, medico di cure palliative che opera da oltre un decennio in Casa Tua Due. «I pazienti dal 2002 a oggi sono stati 2.265 – ha spiegato Zanne -. Ogni paziente ha una famiglia e una storia, che la sensibilità e la professionalità di tutta la rete di cure palliative hanno saputo apprezzare e conservare. Ma non si pensi che questo è un luogo di morte: è un luogo di vita. Forse in pochi sanno che un 15-20% dei pazienti qui ricoverati torna a casa. Il logo di Casa Tua Due, vale a dire la casetta con un cuore che pulsa all’interno, è lo spirito autentico di questa struttura: un luogo fisico, dotato di tutto quello serve alle persone malate, ma anche affetto e cura in senso lato». Il funzionamento dell’hospice infatti è complesso. Ed è esteso anche al territorio, dato che le cure palliative sono erogate anche a domicilio. Vi collaborano le strutture sanitarie, con medici, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali e psicologi. Ma anche il volontariato, in questo caso Cucchini, con i suoi operatori formati per l’assistenza.
«Tutti insieme cerchiamo di aggiungere vita ai giorni, in un momento dell’esistenza in cui non è più possibile aggiungere giorni alla vita» ha detto Stefania Zanvit, coordinatrice del personale dell’hospice. E il volontario Cucchini Franco Fiamoi ha spiegato il ruolo dei volontari e dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto nel supporto ai malati e alle loro famiglie, anche dopo il momento difficile del fine vita. «Il volontario è una persona comune, non un supereroe: chi entra in hospice si stupisce di come il volontario possa stare vicino alla sofferenza» ha detto Fiamoi. «Il messaggio è che il volontario può stare di fronte alla malattia e al dolore anche quando questo dolore porta a una situazione di fine vita. E questo messaggio resta nel cuore dei malati e i familiari possono portare questa idea fuori dall’hospice, per scalfire i tabù che stanno attorno al morire. Come dice spesso il dottor Zanne, chi arriva a Casa Tue Due elogia l’hotel “a 5 stelle” che è a disposizione dei malati; chi esce da qui ricorda le persone». Un sistema di sinergie che è a servizio del territorio, come hanno riconosciuto gli ospiti istituzionali del convegno, moderato dal giornalista Luigi Guglielmi. Un sistema che dovrà continuare, rafforzandosi sempre di più, ha concluso il dottor Gianpaolo Pecere, direttore dei servizio socio-sanitari dell’Ulss 1 Dolomiti. In chiusura, un momento conviviale con la torta per il “compleanno” dell’hospice.
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