di RENATO BONA
Sfogliando con immutato, grande interesse l’ottimo libro del prof. Flavio Vizzutti “Le chiese dell’antica Pieve di Cadola” (edito nel settembre 1999 ad iniziativa delle Parrocchie di Cadola, Polpet-Ponte nelle Alpi, Col di Cugnan, Quantin e della Diocesi di Belluno-Feltre; stampa tipografia Piave di Belluno) approdiamo oggi nelle frazioni pontalpine di Roncan, Cugnan e Losego, dove non mancano certo i documenti di storia e d’arte. CHIESA DI SAN TOMMASO APOSTOLO DI RONCAN. Vizzutti scrive: “Consacrata, dispone di altare e campana ma non possiede sagrato essendo ubicata nel centro della frazione dove maggiormente si intensifica il tessuto abitativo”. Ricorda quindi che non poche lacune e grave disordine dominano nell’edificio negli anni 1577 e 1598 tanto che il vescovo Lollino “non tollerando tale incompatibile e quasi cronico stato di cose impone di rifare il fatiscente soffitto, di provvedere agli arredi dell’altare, di mettere una serratura alla porta che altrimenti resta aperta, di murare il vaso per l’acqua santa vicino all’ingresso e soprattutto di far eseguire la pala la cui mancanza viene, peraltro, additata in tutti i precedenti verbali”. Sicché nel 1618 si registrano importanti rinnovamenti che il vescovo Giovanni Dolfin giudica decenti. Ma… a seguito della visita del 1708 il nuovo vescovo Giovanni Francesco Bembo in presenza di gravi manchevolezze “minaccia addirittura la sospensione della chiesa”. I regolieri uniscono le forze e così vengono gradatamente eseguiti altri interventi di miglioria e nei primi decenni dell’Ottocento la chiesina assurge al ruolo di “santuario” mariano considerata l’intensa devozione popolare per la “Madonna degli spasimi”. A seguito del sisma del 1873 viene riattata ed ampliata dai frazionisti e benedetta il 24 gennaio 1888. Dal 24 novembre 1956 fa parte della parrocchia di Col di Cugnan, come le altre due. Opere d’arte: un’Alzata, legno intagliato, scolpito e dipinto dell’altar maggiore, di altarista bellunese degli inizi XVII secolo. Pure di Anonimo del XIX secolo la “Madonna degli ‘spasimi’”, olio su tela 135×63, pala dell’altare minore. CHIESA DI SAN SILVESTRO PAPA DI CUGNAN. Preziosissima fonte di notizie, Vizzutti spiega che “La prima attestazione reperita sul tempio è del dicembre1345 e si riferisce ad un’indulgenza concessa dal pontefice Clemente VI e dal vescovo Gorgia de Lusa: il 16 giugno1526 ad opera del notaio Bartolomeo Cavassico vengono elencati i pochi arredi della chiesa ed i suoi beni dotali costituiti da campi, prati e appezzamenti boschivi” ed aggiunge: “Dagli inediti documenti del 1570 emerge via via la fisionomia del tempio… caratterizzata da un altare, da un campanilino con campana consacrata e dal cimitero sul sagrato che però non è recintato come prescrivono le norme canoniche… Qualche miglioria nel 1579 e quindi nel 1618 i riscontri positivi del vescovo Lollino. Un salto in avanti per dire che “il luogo di culto, fortunatamente è poco interessato dagli effetti del terremoto del 1873 ma viene risistemato ed ingrandito con una nuova cappella dedicata alla Beata Vergine di Caravaggio, benedetta il 22 maggio 1891. Quanto alle opere d’arte, pregevole la “Madonna con Bambino tra i santi Silvestro papa e Giorgio” olio su tela 160×108, dell’altar maggiore, opera di Francesco Frigimelica “il Vecchio”. Di anonimo del XIX secolo, invece, l’“Apparizione della Beata Vergine a Caravaggio”, olio su tela 107×89 dell’altare minore. CHIESA DI SAN LORENZO DIACONO E MARTIRE DI LOSEGO. Sempre Flavio Vizzuti a specificare che “L’origine almeno quattrocentesca del piccolo edificio è deducibile dall’inventario dei terreni dotali stilato l’8 maggio 1519; e nelle attestazioni del 1570 è detta consacrata, ha l’altare ma è priva della campana; il camposanto è ubicato nel circostante sagrato e non è protetto da mura di recinzione, i beni dotali sono assegnati in affitto ma i detentori “mancano di render conto delli loro manizi”. Arriviamo al 1708 con la chiesa che non versa in buone condizioni conservative, causa prima l’umidità, ma solo nel 1719 compare il prim documentato restauro della pala del bellunese Nicolò de Stefani. Avanti nel tempo e nel 1828 si sostituisce la campana rifusa dai De Poli di Ceneda, E’ invece attestata nel 1897 l’erezione della Via Crucis da parte del frate minore Eletto da Bleno. Resta da dire, e concludiamo, che Nicolò de Stefani (Belluno 1520 circa -1599) è l’autore di “Vergine con il Bimbo tra i santi Lorenzo e Giovanni Battista; si tratta di un olio su tela, 144×106, pala d’altare a proposito della quale il prof. Vizzutti scrive fra l’altro: “Si fanno voti affinché, da parte di un operatore qualificato, venga ripristinata l’originaria cromia.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Le chiese dell’antica Pieve di Cadola” di Flavio Vizzutti): chiesa di San Tommaso Apostolo di Roncan; l’esterno dell’edificio sacro; acquasantiera cinquecentesca murata a fianco dell’ingresso minore; alzata: legno intagliato, scolpito, dipinto dell’altar maggiore, di altarista bellunese, inizi secolo XVII; Madonna degli ”spasimi”, olio su tela 135×63, pala dell’altare minore, di anonimo del XIX secolo; Chiesa di San Silvestro papa di Cugnan; interno dell’edificio sacro; architrave dell’ingresso minore (1579) inaugurata durante il pievanato di Sebastiano Salatini; Madonna con il Bambino tra i Santi Silvestro papa e Giorgio, olio su tela 160×108 dell’altar maggiore, di Francesco Frigimelica “il Vecchio”; Apparizione della Beata Vergine a Caravaggio, olio su tela 107×89, altare minore, di anonimo del XIX secolo; Chiesa di San Lorenzo diacono e martire di Losego; particolare del basamento dell’altare (secolo XVII) con lo stemma di destra; interno dell’edificio sacro; Vergine con il Bimbo tra i santi Lorenzo e Giovanni Battista, olio su tela 144×105; pala dell’altare, di Nicolò de Stefani; particolare dell’opera (in basso a destra).