Una riflessione e un provvedimento da parte di chi di dovere sarebbe necessario, visto che la sicurezza è una priorità assoluta.
DI LUISA MANFROI
CENCENIGHE Cominciano ad essere tanti, troppi gli incidenti lungo la SR 203 Agordina. Il riferimento è nel tratto che da Cencenighe sale verso Alleghe. L’ultimo, in ordine di tempo, quello mortale costato la vita alla giovane Vanessa Masarei. Purtroppo non è stato il solo. Altri gravi sinistri, alcuni dei quali mortali, si sono verificati sempre lungo la regionale che da Cencenighe sale verso Alleghe. Neanche un anno fa, ai primi di dicembre, a Masarè, a farne le spese era stato Raffaele Agostini, falegname di Colle Santa Lucia, abitante a Cencenighe. Una delle tante vittime della strada che si vanno ad aggiungere ad altre: automobilisti e centauri in sella a moto che hanno perso la vita in punti diversi del tracciato. È di pochi anni fa la morte di un motociclista agordino, nel tratto sottostante la frazione di Fontanelle, senza voler dimenticarne altri. A questi incidenti si vanno ad aggiungere quelli fortunatamente meno gravi, ma che dovrebbero far riflettere e prendere in seria considerazione il fatto di dover intervenire per trovare qualche soluzione al problema. Se si considera, lungo questa strada transitano i mezzi che da Cencenighe si spostano da e per i comuni dell’alto Cordevole. La densità di traffico è meno sostenuta rispetto al tratto della 203 Agordina da Mas di Sedico a Agordo e da Agordo a Cencenighe, punto di snodo per i comuni della Valle del Biois. Tra Mas e Agordo, ad esempio, sono stati collocati degli autovelox. Uno di questi è quello nei pressi della caserma del Corpo Forestale lungo il rettilineo di Candaten. Anche tra Alleghe e Caprile sono stati messi dei rilevatori di velocità. Altre considerazioni: lasciato Cencenighe, non si trovano altri cartelli di limite di velocità fino a Vare, in comune di San Tomaso, dove da qualche tempo c’è l’autovelox. Esiste un bivio per l’abitato di Ghisel, ma in tanti anni non è mai stato collocato un cartello che segnalasse la sua presenza invitando a rallentare, cosa più importante. Pazienza ora che la tempesta Vaia ha reso impraticabile il sentiero per Ghisel, ma fino a un anno fa, specialmente d’estate, da quella strada sterrata che porta al sentiero uscivano automezzi che si immettevano nella regionale. E questo in vicinanza del rettilineo in sopraelevata, uno dei punti che, per le sue caratteristiche, invitano a correre e a sorpassare. Da qualche tempo, poi, sono stati fissati dei cartelli verticali con lampeggianti di pericolo attraversamento dei cervi, sicuramente più visibili di quelli tradizionali. Collocarne qualcuno in più, in sostituzione di quelli classici non lampeggianti, non sarebbe male.