Alziro Molin, soprannominato “il vecchio” (Auronzo di Cadore, 28 aprile 1932[1] – San Candido, 11 aprile 2023), è stato un alpinista italiano, considerato uno dei più grandi rocciatori delle Dolomiti viventi della secondà metà del secolo scorso.
AURONZO E’ morto il pioniere dell’arrampicata cadorina Alziro Molin. Classe 1932, avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 28 aprile. Ed invece una complicanza respiratoria ne ha arrestato l’ultima scalata, quella intrapresa nei corridoi dell’ospedale di San Candido. Molin è stato uno dei rocciatori più famosi della seconda metà del secolo scorso. Ha preso parte a diverse spedizioni internazionali, in alcune delle quali assumendo oneri ed onori del ruolo di capo spedizione. La Magnifica Comunità ha iscritto Alziro Molin nel libro dell’onore all’interno del quale, al suo fianco, figurano i cadorini illustri che con il loro operato hanno dato lustro al territorio.
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«Vederlo salire viene spontaneo paragonarlo ad un ragno, accarezza in modo delicato la roccia, sembra quasi abbia paura di farle male. Se volessimo un paragone con la musica, potremmo pensare che per lui la roccia è uno spartito dove lui è l’esecutore, gli strumenti sono le mani e i piedi.» (Paola De Filippo Roia, Enzo Lancellotti – Alziro Molin: Una vita, mille montagne, La grande cordata, Grafiche Antiga (TV) 2008)
Nono di tredici figli, entra fin da giovane nei “Camosci di Auronzo”, gruppo delle Guide Alpine del luogo, apprendendo le varie tecniche da arrampicatori quali Valerio Quinz, Bruno Caldart, Galeno Vecellio e Francesco Larese Filon. Nel 1953 compie il servizio militare nella “Julia” – 3º artiglieria da montagna e passa poi alla “Cadore” come istruttore militare di sci e roccia. Viene chiamato a Courmayeur in qualità di istruttore nella scuola militare alpina, arrampicando con i futuri vertici della gerarchia militare, come il generale Enrico Borgenni. A venticinque anni sposa Raffaella Caldart, nipote della guida alpina Bruno Caldart, da cui ebbe sette figli. Successivamente diventa maestro di maestro di sci e guida alpina.Nel 1972 viene chiamato a far parte della commissione tecnica nazionale A.G.A.I., dove rimane fino al 1982 in qualità di istruttore per la formazione delle guide alpine. Nel 1974 copre il ruolo di presidente della sezione cadorina del C.A.I. “Luigi Rizzardi” di AuronzoAlziro Molin e la sua esperienza di vita sulle Dolomiti Bellunesi è stata raccontata dagli scrittori Paola De Filippo Roia ed Enzo Lancellotti nell’opera Una vita, mille montagne.
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