Approda oggi, venerdì 7 giugno 2019, al traguardo dei trecentoquarantasette anni la chiesa dei Santi Fermo e Rustico nella località Baldeniga di Belluno, la cui dedicazione avvenne nel 1672, come scrive il settimanale “Domenica” edito dalla Diocesi di Belluno-Feltre e diretto dal vescovo emerito mons. Giuseppe Andrich, nell’ultimo numero, il 27. Nel libro “Belluno. Uno sguardo a centoquindici chiese” di Vincenzo Caputo, con cenni architettonici di Roberto Reolon, il primo ricorda fra l’altro che nell’edificio sacro vi sono anche opere d’arte provenienti dalle chiese soppresse di Belluno nel 1806 e che furono tempestivamente acquistate e raccolte dall’allora Rettore della Chiesa (1808-1846) don Giuseppe Zuliani. Reolon a sua volta sottolinea: “Questa chiesa frazionale può essere annoverata tra le più caratteristiche del Comune” e aggiunge: “Nell’approssimarsi alla chiesa si entra in una atmosfera d’altri tempi, vuoi per la posizione elevata, vuoi per il contorno di muretti, pilastrini, gradinate e maggiormente per la proporzionata forma del corpo principale dell’abside e del campanile, correttamente ubicato a nord-est, tra la navata e l’abside, con accesso dal presbiterio…”. Nel volume viene anche sinteticamente illustrata la figura di San Fermo e San Rustico (festa liturgica il 3 maggio): “Entrambi soldati romani di origine nordafricana e probabilmente amici o parenti, vissero ai tempi dell’imperatore romano Decio che aveva promosso fra il 249 e il 251 una delle più feroci repressioni contro i cristiani. Secondo un’ipotesi Fermo morì di fame presso Cartagine, secondo un’altra entrambi sarebbero stati martirizzati, forse a Verona, con il distacco della testa a randellate. Esiste anche un’altra ipotesi secondo la quale Rustico sarebbe stato ucciso presso Lambaesis (odierna Algeria) sotto l’imperatore Valeriano. I loro resti sono conservati a Verona presso il complesso di S. Fermo maggiore all’interno della chiesa superiore”. Il sito infodolomiti richiama la tradizione che “… narra di un castello presente in questo stesso luogo, il castello di Baldeniga, a cui si sostituì successivamente la chiesa citata nei documenti almeno dal 1233. La chiesa è un vero e proprio scrigno di tesori d’arte, poiché, grazie all’intelligente intervento del colto rettore don Giuseppe Zuliani, vennero acquistate e salvate intorno al 1808 in seguito alle depredazioni napoleoniche, molte opere che si trovavano nelle chiese cittadine indemaniate tra cui un magnifico gruppo scultoreo con i Quattro Evangelisti realizzato intorno al 1700 da Andrea Brustolon”. E prosegue: “… Al seicentesco pittore bellunese Francesco Frigimelica il Vecchio spetta la pala dell’altare minore di sinistra dedicato a sant’Antonio da Padova, che venne donata alla chiesa dalla munifica Olimpia Miari Alpago, ricordata dal cartiglio e dagli stemmi congiunti riportati in basso a sinistra. Il medesimo autore dipinse anche la pala dell’altare maggiore con i Santi Fermo, Rustico e Giovanni Battista sovrastati dalla Vergine inclusa in una sontuosa gloria angelica. Il coevo e ricco altare è opera della bottega degli Auregne ed ospita anche un tabernacolo con due angeli realizzato da Andrea Brustolon attorno al 1695 per la chiesa cittadina di Santa Maria dei Battuti. Sul lato di sinistra dell’arco trionfale, sopra la custodia lignea della reliquia di san Fermo, è sistemata una statua che raffigura San Fermo realizzata intorno al 1500 da Matteo Cesa. Sull’arco trionfale numerosi dipinti provenienti probabilmente dal bellunese convento di San Gervasio, arricchiscono l’aula. Interessante la tradizione legata alla mensa dell’altare di sinistra accanto all’altare maggiore; un tempo i fedeli inserivano la testa nella nicchia sotto l’altare, si dice per ascoltare il rumore di una sorgente d’acqua che faceva scomparire il mal di testa”. A sua volta il sito cammino gregoriano specifica che la chiesa “… Costruita in località Baldeniga, vicino all’antica strada romana che collegava Feltre a Mier, e documentata fin dal XIII secolo, ricevette nel 1583 il titolo di ‘parrocchiale’ per disposizione vescovile. Ciò comportò importanti modifiche nella struttura dell’edificio tra il 1624 e i primi decenni del 1800…”. La chiesa poggia su un terrapieno a cui si accede mediante un’importante gradinata in pietra. E’ a navata unica con volta a crociera e abside quadrata con copertura a vela. L’altare barocco finemente lavorato (Auregne XVII sec.) incornicia la tela “Madonna con Bimbo, SS. Fermo e Rustico e S. Giovanni” di Francesco Frigimelica il V ecchio (1648). Completano l’altare un tabernacolo, due angeli in cirmolo e un crocifisso in bosso, opera di Andrea Brustolon (1662-1732). Ai lati dell’abside: stalli in legno con schienale intarsiato (Scuola di A. Brustolon.) L’arco trionfale decorato con tele di autori e periodi diversi (sec. XVII- XVIII), due delle quali attribuite a Frigimelica il vecchio (sec. XVII). Ai lati: angeli reggi lampade (sec. XVII). Nella navata di sinistra un altarino con reliquiario ligneo contenente le reliquie dei santi titolari. Sopra: una statua lignea di S. Fermo dipinta (sec. XV). Ancora un altare ligneo seicentesco con colonne decorate e nell’arco lo stemma dei nobili Pagani. Pala ”S. Antonio da Padova in una gloria di santi“ (F. Frigimelica il vecchio sec. XVII). Un pulpito (sec. XVII -XVIII) con sopra una tela “Crocifissione con i santi Francesco e Chiara” (F. Frigimelica il vecchio, sec. XVII) e sotto un gruppo in cirmolo con i quattro evangelisti che sorreggono il globo. Luca e Marco con i loro simboli sono raffigurati in piedi mentre Giovanni e Matteo sono inginocchiati sul lato anteriore (A. Brustolon sec. XVII). Ancora un altare ligneo intagliato e dorato (sec. XVI). E una pala “S. Giuliana e S. Augusta“ con gli strumenti del loro martirio (tardo XVI). Infine una fonte battesimale in pietra monolitica, opera di A. Brustolon. Citiamo in chiusura il sito chiesettebellunesi perché, fra l’altro, richiama il fatto che “… Nel 1990, il Rotary Club di Belluno, in occasione del 40. anniversario di fondazione, si fece promotore di un progetto di restauro dell’edificio e delle numerose opere d’arte di cui la chiesa è ricchissima… e oggi grazie al fattivo e generoso apporto di privati e all’interessamento pubblico, possiamo ammirare la chiesa restaurata e i suoi tesori d’arte recuperati in tutto il loro splendore”.
NELLE FOTO (sito chiesette bellunesi e sipanet.it): panoramica e interno della chiesa di San Fermo e Rustico; Gruppo in cirmolo; Angelo portalampada; Santa Giuliana e Santa Augusta; Tabernacolo; Altare barocco; Sant’Antonio da Padova.