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OGGI SUL CORRIERE DELLE ALPI
DI GIGI SOSSO
Il Consiglio dei saggi e i giudici penali decidono per la condanna, respingendo le richieste di assoluzione. La moglie ottiene un simbolico risarcimento di 10 euro per tornare a una vita normale con le figlie che avevano assistito ai maltrattamenti.
BELLUNO Il Tribunale ha emesso una condanna di cinque anni per maltrattamenti in famiglia contro un uomo stigmatizzato dai Testimoni di Geova. Nonostante la sua fede religiosa non sia stata considerata rilevante, il Consiglio dei saggi e il collegio dei giudici penali hanno preso una posizione severa, imponendo pene accessorie di interdizione legale e sospensione della responsabilità genitoriale. La moglie, vittima dei maltrattamenti, ha ottenuto un risarcimento simbolico di 10 euro, mirando a riprendere una vita normale con le figlie che erano state testimoni degli abusi. L’uomo ha respinto le accuse, ma il Tribunale ha confermato la condanna, negando le attenuanti generiche e respingendo le richieste di assoluzione per insufficienza o contraddittorietà della prova. La sentenza ha sottolineato le violenze fisiche e psicologiche subite dalla donna, inclusi insulti a sfondo sessuale e aggressioni fisiche. La coppia era finita davanti ai saggi della loro congregazione religiosa, ma solo l’imputato aveva subito misure restrittive. La difesa ha cercato di contestare le prove, incluso un’immagine dei lividi sulla vittima, ma senza successo. La condanna è stata emessa nonostante il tentativo dell’uomo di giustificarsi con la presunta influenza negativa dei nonni sulle figlie.
MI HA SPINTO A PROSTITUIRMI, MA L’ACCUSA NON REGGE
Un padre di famiglia di Quero Vas è stato denunciato per maltrattamenti dalla figlia minore, ma è stato assolto con formula piena nel processo presieduto dal giudice Federico Montalto. La tesi dell’avvocato difensore Simona Ianese è stata accettata, mentre il pubblico ministero Sandra Rossi aveva richiesto una condanna a nove mesi di reclusione. La ragazza aveva 17 anni quando si era allontanata da casa a seguito di un acceso diverbio con il padre. Dopo aver compiuto la maggiore età, ha presentato denuncia contro il genitore, affermando di essere stata maltrattata e costretta a lavorare. Il giudice ha ritenuto l’imputato estraneo ai fatti, assolvendolo completamente. Motivazioni della sentenza attese.