RADIO PIU’ Nella notte tra l’8 e il 9 maggio di 42 anni fa, nello stesso giorno in cui a Roma venne ritrovato il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, Peppino Impastato veniva ammazzato da Cosa Nostra nel suo paese, Cinisi in provincia di Palermo. Peppino era nato a Cinisi nel 1948 da una famiglia di mafiosi. Un legame che, però, non accettò: ruppe con il padre, che lo cacciò via di casa, e avviò un’attività politico-culturale antimafiosa. Fondò il giornalino “L’Idea socialista”, militò nei gruppi di Nuova Sinistra, conducendo le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, degli edili e dei disoccupati. Costituì il gruppo “Musica e cultura” e fondò “Radio Aut” con cui denunciò i delitti e gli affari dei mafiosi locali, in primis del capomafia Gaetano Badalamenti. Un affronto che non gli venne perdonato. Il suo assassinio passerà, però, per un atto terroristico e per un suicidio e solo grazie alla volontà della madre Felicia Bartolotta, del fratello Giovanni, dei suoi compagni e del Centro di documentazione siciliana fu individuata la matrice mafiosa del delitto e venne riaperta l’indagine che porterà alla condanna di Vito Palazzolo (2001) e di Gaetano Badalamenti (2002). Nel marzo 2019, il Comune di Agordo ha intitolato a Peppino Impastato il parcheggio di Tamonich. Alla cerimonia di intitolazione il sindaco di allora, Sisto Da Roit, disse: “Portatevi dentro il nome di Peppino Impastato e di tutte le vittime innocenti delle mafie. Ricordatevi di loro quando dovrete fare delle scelte. Ne va della nostra vita, della nostra felicità e del nostro futuro”. Un anno fa Radio Più dedicò a Peppino Impastato un’intera settimana, mandando in onda contributi e interviste a personaggi del mondo della scuola, della politica, della religione, dell’informazione: Antonio Zanetel, studente del secondo anno del liceo linguistico Dal Piaz di Feltre e delle Scuole in rete; gli alunni della classe 3A della scuola media di Canale d’Agordo dell’anno scolastico 2015-16; Nicolò Luciani del Coordinamento di Libera Belluno; Francesco Trotta, scrittore dell’associazione Cosa Vostra; Ugo Dinello, giornalista della Nuova di Venezia e Mestre e autore con Luana De Francisco e Giampiero Rossi del libro “Mafia a Nord-Est”; Umberto Santino, presidente del Centro siciliano di documentazione intitolato a Peppino Impastato; don Luigi Ciotti, presidente e fondatore di Libera; Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare anti-mafia dal 2013 al 2018; Beppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana; Luigi Lo Cascio, attore che ha interpretato Peppino Impastato nel film “I cento passi”. All’interno della rubrica “In Vivo Verso”, ogni giorno la radio aveva proposto una poesia di Peppino Impastato, letta da Loris Santomaso e accompagnata al flauto da Candida Capraro e alla chitarra da Simone Fabris. “Avere intitolato un piazzale a Peppino Impastato – aveva detto Beppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa – vuol dire averne fatto un maestro di legalità, un modello per chi oggi ha 15 anni, un modello che ispira sentimenti positivi di rispetto della persona“. Per scoprire chi è stato Peppino Impastato e per perpetuarne la memoria, Radio Più vi invita a riascoltare in podcast sul proprio sito lo speciale a lui dedicato.