COLLE SANTA LUCIA L‘iniziativa, quella civile, degli schützen per sensibilizzare l‘opinione pubblica sull’iter del referendum dei comuni ladini. Oggi, lunedì 24 maggio, in occasione del passaggio del Giro d’Italia sul territorio del comune di Colle S. Lucia, la Schützenkompanie Buchenstein ha deciso di avviare un’azione di visibilità mediatica per riportare l’attenzione in merito al tema del referendum popolare, con il quale nel 2007, la stragrande maggioranza degli abitanti dei tre comuni ladini ex asburgici hanno chiesto di tornare con la Regione Trentino – Südtirol. Dopo 14 anni infatti l’iter sembra essere fermo e la popolazione tutta attende una risposta da parte delle istituzioni. L’iniziativa è consistita nell’esporre lungo il tragitto alcuni striscioni: uno con la scritta in ladino “Benvegnus ntel vegle Tirol” ( Benvenuti nel vecchio Tirolo ) con il quale si voleva salutare e ricordare a ciclisti, appassionati e telespettatori, che la carovana rosa stava attraversando un territorio che fino alla fine della prima Grande Guerra Mondiale faceva parte della contea del Tirolo; il secondo con la scritta “Ncan endavò auna?” ( quando di nuovo insieme ), per ricordare la tripartizione dei Ladini; l’ultimo con la semplice domanda “Referendum 2007?”. Domande e messaggi ben precisi, civili ed educati. Niente a che vedere con il deprecabile atto vandalico con il quale, due giorni prima, sono stati imbrattati i muri della galleria tra Rucavà e Colle S.Lucia. Atto dal quale la Schützenkompanie Buchenstein si dissocia completamente e condanna. “La nostra iniziativa – dicono – è stata pensata molte settimane prima, ponderata e valutata attentamente per lanciare un messaggio chiaro, ma nello stesso tempo civile, democratico, che non offenda e soprattutto non rovini e deturpi la proprietà pubblica. E che due giorni prima ha rischiato di essere compromessa dall’ azione vandalica compiuta da ignoti, in quanto avrebbero potuto essere collegate agli occhi dell’opinione pubblica. La Schützenkompanie Buchenstein ha deciso invece di attuare comunque la sua democratica manifestazione, proprio per dimostrare che solo con i modi civili della libertà di opinione, sancita dalla Costituzione Italiana, si può ottenere un legittimo e democratico traguardo, come quello chiesto con il referendum, voluto dalla maggioranza dei concittadini”.