Lo storico bellunese Giuseppe Fontana ha stampato nel settembre 1960, per i tipi della feltrina “Panfilo Castaldi, il sussidio per lo studio dell’ambiente nelle scuole elementari, intitolato “La provincia di Belluno” in cui ha trattato di… quasi tutto! In appendice, il capitolo “Santuari e conventi” dedica poche righe per illustrare “Il monte Calvario di Sappada” (con un sentiero spirituale che si snoda dalla Borgata Mühlbach percorre le vie del comune e incontra 14 cappelline delle stazioni che conducono alla chiesetta del Calvario dove si elevano le tre croci del Golgotha) e si può leggere: “Si racconta che al tempo delle guerre napoleoniche un cacciatore di Sappada, Pietro Kratter, fosse causa involontaria di una sanguinosa battaglia combattuta fra due reparti degli eserciti contrapposti. Il dolore provato per quella strage lo spinse fino all’Arcivescovo che lo prosciolse da ogni colpa e solo alle insistenti offerte del Kratter lo consigliò di erigere una cappella. Il cacciatore non si dette pace: costruì una chiesetta su un’altura e sulle pendici aprì una stradicciola erta e sassosa ponendo ai lati tante cappelline. La Via Crucis era fatta ed il monte con la chiesetta di chiamò Calvario”. Proprio come la collina, famosa nel mondo intero, che la libera enciclopedia Wikipedia ricorda che, secondo tradizione, “ è appena fuori dalle mura di Gerusalemme del tempo di Gesù, a nord-ovest, ma all’interno dell’attuale città vecchia (in epoche più recenti le mura vennero spostate verso nord). Consiste in un rilievo roccioso di pochi metri, che attualmente è inglobato all’interno della basilica del Santo Sepolcro, in particolare la Cappella della Crocifissione, gestita dai Frati Minori della Custodia di Terra Santa, e la Cappella della Morte, dei greci ortodossi. Esse furono costruite rialzando di alcuni metri, in modo da ricoprire e racchiudere la roccia, che è visibile in parte attraverso un vetro e si può toccare infilando la mano in un foro nel pavimento sotto l’altare eretto sulla sua sommità, in quello che si ritiene il punto esatto dove Gesù fu crocifisso. Nella parte sinistra della chiesa invece, a poche decine di metri, si trova il sepolcro dove Gesù fu deposto”. Wikipedia si sofferma poi su un secondo luogo, più settentrionale, che “Fu suggerito dai protestanti nell’Ottocento, perché le rocce assomigliano ad un teschio. Anche questo luogo è vicino ad un’antica tomba, nota come Tomba del Giardino. A sostegno dell’ipotesi che questo possa essere il Gòlgota o luogo del Cranio viene portato il fatto che questa montagnola è situata immediatamente fuori delle mura di Gerusalemme, sul lato e la cima di questo luogo, dove sarebbe stata posta la croce, è ben visibile dall’interno della città. I Romani infatti, (ricordiamo infatti che Gerusalemme e tutta la Giudea era all’epoca parte dell’Impero romano e che Gesù fu condannato e giustiziato dai romani) usavano crocifiggere in luoghi alti e ben visibili a tutti”.
NELLE FOTO (Wikipedia; Altedolomiti; riproduzione dal libro di Fontana): la Chiesetta e la via Crucis del Calvario di Sappada; l’immagine datata della Via Crucis pubblicata da Fontana; Sommità del Calvario all’interno della basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme; il Golgotha.