BELLUNO Presbitero, poeta e rivoluzionario. Così lo definisce la libera enciclopedia Wikipedia scrivendo di don Pietro Follador famigliarmente chiamato don Piero, nato a Sappade di Falcade, Valle del Biois in provincia di Belluno, da Antonio e Maria Zulian, il 21 luglio 1827 e mancato ad Agordo il 5 gennaio 1872. Viene ricordato che “Già da bambino rivelò un carattere buono e una predisposizione allo scherzo e al buonumore. Attratto dalla letteratura e dalla poesia, a 12 anni dai genitori fu mandato a studiare nel ginnasio vescovile di Belluno , allora presso il Seminario. Maturata in seguito la vocazione sacerdotale, proseguì gli studi nella stessa sede potendo contare su insegnanti che gli diedero una buona formazione letteraria. Ancora studente, aderì con entusiasmo ai moti del 1848 finendo tra le file di coloro che vennero schierati a difendere Soffranco e Agre. Ripresi i corsi teologici, fu ordinato sacerdote nel 1851 per poi iniziare il mandato di cooperatore a Fusine di Zoldo dove rimase fino al 1857. Quell’anno il vescovo Giovanni Renier lo chiamò in Seminario affidandogli prima l’insegnamento di lettere e in un secondo tempo la docenza di sacra eloquenza e letture bibliche per i chierici”. Ancora: “… fu amico del patriota e primo deputato del Cadore don Natale Talamini e soprattutto stabilì uno stretto legame con don Antonio Della Lucia e don Francesco Pellegrini, sacerdoti che nell’Ottocento crebbero nella storia sociale e culturale della Provincia. Con questi ultimi due, e don Andrea Fossali, nel 1860 Fossali, nel don Pietro fece un viaggio avventuroso che toccò il Piemonte, Genova e – via mare – Livorno, viaggio che gli offrì l’occasione per dar sfogo alla sua vena poetica burlesca”. Si ricorda quindi che nel 1870 si congedò dal Seminario per tornare al paese natale probabilmente per stare vicino al padre rimasto solo dopo la morte della moglie. Ciò gli avrebbe anche permesso di dedicarsi agli studi prediletti, ma così non fu dato che a fine dicembre 1871 fu colpito da polmonite una volta tornato ad Agordo dopo essere stato a Zoldo ed aver valicato il PasSO Duran sotto la neve. Dopo 6 giorni di sofferenze passò a miglior vita. Unanime il rimpianto per la sua morte, anche a Belluno dove i giornali misero in luce le sue doti di poeta. Follador aveva iniziato a comporre versi da studente amando esprimersi nei primi anni in dialetto ladino per intrattenere le numerose sorelle e gli amici del paese. E a proposito di attività letteraria, non si può trascurare che il sito del Servizio bibliotecario nazionale posta l’elenco di monografie di don Pietro Follador (edite da tipolitografia A. Guarnieri, Deliberali editore, Tipografia Tissi, Tipografia nazionale, Tipografia del Commercio, Tip. Cavessago, tipografia editrice La cartolibraria, Stab. Prosperini, Padova) dedicate ad eventi, amici, personaggi, prelati: “A Vittorio Emanuele il 2 giugno 1867, ode per l’inaugurazione del Liceo-ginnasiale Tiziano”; “Per le faustissime nozze Bon-Zanon: Brindisi dedicato al padre dello sposo!”, 1864; “Per le fauste nozze Giulietta Zanussi-Giacomo Migliorini”, 1862; “Programma del Ginnasio vescovile di Belluno alla fine dell’anno scolastico 1851-62: Del romanticismo”, 1862; “Al chiarissino d.r. Gio. Batta Zannini che a proprie spese fece costruire la facciata della chiesa arcipretale di Canale: il buon uso delle ricchezze”, carme 1859; “A don Gio. Batta Tissi nel fausto giorno in cui celebra la seconda messa novella nella chiesa parrocchiale di S. Gio. Battista in canale, i sacerdoti del paese”, 1860; “Al novello sacerdote d. Giov. Battista Olivo: gli agordini fanno i profumi in piazza per preservarsi dal colera: frammento”, 1858; “Lo statuto, 6 giugno 1869: canto a cura della Società filodrammatica”. 1869 (?); “A Dante Alighieri”, ode 1865, Venezia; “Lo statuto: 6 giugno 1969”, canto; “Per le fauste nozze Marzari-Ricci offrono esultando alcuni amici, alla sposa”. 1869; “Una notte in burrasca”, ottave, 1869; “Per le fauste nozze Zasso-De Pellegrini: un pasticcio alla Lobbia, dialogo, un amico”, 1870; “Il disertore di Codissago e poesie scelte”, 1928; “Al novello sacerdote D. Amedeo Valt nel fausto giorno in cui celebra la Prima Messa (La pino-miomachia), 1905; “A monsignor illustrissimo e reverendissimo Giovanni Renier vescovo di Belluno e di Feltre nel fausto giorno del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione, il Gregoriano offre questi versi”, 1869; “Per la messa novella di D. Giovanni Del Favero, carme, alcuni amici”, 1970; “A don Gianmaria De Col nel giorno del suo solenne ingresso nella chiesa parrocchiale di S. Tommaso, in segno di stima e d’affetto questi versi offrono gli amici D.M., C., D.L., le superstizioni: dialogo!” 1861; “Al novello sacerdote don Pietro Ventura questo pegno di esultanza e di stima alcuni amici consacrano: La via al sacerdozio: visione!”, 1950; “Al novello sacerdote d. Antonio Bonelli: Gli angeli nel dì del giudizio chiamano gli eletti dalle quattro parti della terra”. Ottave, 1851; “A d. Angelo Marzari arciprete meritassimo di S. Floriano di Zoldo, per la sua ricuperata salute”, epistola, 1858; “A d. Angelo dottor Volpe nel giorno che prende la laurea in teologia: L’agnello che rompe i sette sigilli”, traduzione dall’Apocalisse 1861; “A don Alessio Marmolada nel dì in cui celebra il suo primo sacrificio: Alleghe sepolta!”, 1852; “A don Antonio Protti nel giorno del suo solenne ingresso nella chiesa arcidiaconale di Agordo”, sermone 1959; “Al bene amato loro maestro d. Pietro Comis nel dì che si reca alla sua parrocchia di Cibiana!” grati e devoti questi versi dedicano gli studenti A.D.R., 1850; “A don Luigi Protti nel giorno che termina la sua predicazione nella chiesa di S. Giovanni Battista di Canale: Tre apparizioni di Gesù Cristo” tradotte dal Vangelo di San Giovanni cap. 20, 1860; “A don Alessio Marmolada nel giorno in cui fa il suo solenne ingresso nella chiesa parrocchiale di S. Biagio d’Alleghe”, 1860; “A d. Angelo dott. Volpe laureato in teologia in segno di sincero affetto e stima questo carme dedicano i sacerdoti di Canale”, 1861 (?); “A don Gio. Batta Dal Monego nel giorno del suo solenne ingresso nella chiesa arcipretale di Pieve d’Alpago” questi versi offrono in segno di sincera gioia e di affetto due amici: Giustino e Gambaro, dialogo 1861; “Al novello sacerdote don Domenico De Pellegrini: pronostico!”, 1864; “Pel novello sacerdote d. Augusto Pellegrini: Il disertore di Codissago narra alcune delle sue avventure!”, 1863; “A don Antonio Bonelli nel giorno del suo solenne ingresso alla chiesa parrocchiale di S. Maria di Calloneghe”, alcuni amici, 1864; “Pel solenne ingresso nella chiesa pievanale di Candide del novello parroco d. Giovanni Doriguzzi”, 1866; “Letture dell’Accademia degli anistamici Belluno nel sesto centenario di Dante pubblicate dal Municipio”, 1865; “All’esimio dottor Pietro Pagello per le fauste nozze di suo figlio Giorgio colla signora Giuseppina Majer”, 1869; “Laureandosi in medicina Maschietti Giuseppe, in legge Opizzi Ernesto, in matematica Miari co. Matteo: dialogo fra i tre laureandi!”, 1870; “Per le fauste nozze Giulietta Zannussi Giacomo Migliorini”, 1862; “Per le faustissime nozze del dott. Lot Rech con la signorina Natalina Roncato: Sospirolo 15 gennaio 1896: Il bene e il male del matrimonio”, terzine; infine, a sei mani con Deola Benedetto e Deola Giovanni: “A don Andrea Fossali nel dì che termina la quaresimale predicazione nella parrocchia di Canale”, sestine.
NELLE FOTO (siti wikipedia e abebooks): don Pietro Follador; la copertina della sua monografia “Il Disertore di Codissago e poesie scelte”.