La conferenza stampa di Adriano Rasi Caldogno: nulla di nuovo poteva anche fare a meno di scomodare intere redazioni di radio, giornali, televisioni, siti di informazione, tutto quello che ha detto gia’ lo si sapeva, ben spiegato dal presidente Luca Zaia che lo fa quotidianamente rispondendo a tutte le domande, così’ come Manuela Lanzarin e Gianpaolo Bottacin, i suoi assessori. Qualche dato in piu’ dalla Ulss1 ma niente di che. Piuttosto il direttore dovrebbe spiegare come mai si rifiuta puntualmente di rispondere alle domande dei giornalisti (solo dei giornalisti?) diversamente dai referenti dei palazzi della Regione. Per il direttore questi sono i giorni del silenzio o del “vi dico solo quello che voglio io e non permettetevi di rivolgermi domande” e intanto ad Alano e altrove a Sedico ad esempio, si scopre per vie traverse (e da giorni) di anziani positivi, ma anche di 1 finanziere ad Auronzo. Perche’ questo silenzio di Caldogno? Perche’ questa iniezione di non fiducia tra chi opera nell’informazione e in ricaduta sui bellunesi? Perche’ questa mancanza di collaborazione? Possibile che nessuno sia in grado di spiegare al Caldogno che cosi’ si complicano le cose, aumentano le voci e il rischio delle false notizie e’ quotidiano? Ieri ho avuto l’impressione che al Rasi Caldogno interessasse soprattutto portare un saluto agli internauti di facebook, ai suoi tanti amici della pagina facebook che inviavano cuoricini, sorrisi, mi piace, complimenti mentre aumentano il numero dei contatti. Nessun riferimento a noi che siamo in prima linea per portare il suo messaggio…che non c’e’, non come volevamo noi.
di Mirko Mezzacasa
Prima Zaia che invoca maggiore rigore auspicando anche il divieto delle passeggiate, pur giustificando lo spostamento del “turista” da seconda casa perché il Veneto è da sempre ospitale, ed ora il Viminale che decide per le soluzioni più drastiche: il positivo in giro per le strade dunque portatore di epidemia rischia fino a 12 anni di carcere. La decisione al termine di un’altra giornata difficile soprattutto per chi è costantemente in corsia, 392 ricoveri e 12 vittime in Italia. I medici invitano ad essere prudenti, a mettere la mascherina sempre perché non è più solo utile ma necessaria. La maggiore parte dei bellunesi sono disciplinati ma purtroppo ci sono anche i furbi che meritano sanzioni e di essere additati come esempio negativo, c’è chi apre la palestra, chi scorazza in gruppo con la motoslitta, o l’agente immobiliare che convoca i clienti per il rogito, ma anche i giovani che si ritrovano a sbevazzare all’angolo del negozio di alimentari. Chi paga sul campo oltre ai sanitari sono sempre le Forze di Polizia, un finanziere del Sagf di Auronzo è l’ultimo esempio, lui è risultato positivo e inevitabilmente i suoi colleghi sono finiti in quarantena. In provincia contiamo (dall’ultimo bollettino) 116 contagiati, 10 in più in 24 ore, 29 sono ricoverati in area non critica, 4 in terapia intensiva. Questi ultimi non sono bellunesi ma trasferiti dal trevigiano dove negli ospedali dal Cà Foncello a Conegliano, le aree più delicate sono sature. In corsia i contagiati sono una trentina tra medici e operatori sanitari (10 medici, 12 infermieri, 7 Oss) il tampone dovrebbe essere previsto anche per chi lavora nel settore amministrativo. La Ulss1 continua a fare tamponi, 2500 fino ad oggi, 400 solo ieri e 616 persone sono in isolamento fiduciario, solo ieri sono stati scoperti 47 casi a rischio. Continua la gara di solidarietà, Confindustria acquista due letti attrezzati per la terapia intensiva, il contributo stanziato è di 50 mila euro ma è stata avviata anche una raccolta di contributi tra i propri associati. Tra l’altro il San Martino di Belluno è stato eletto ad ospedale Covid, un centro di riferimento provinciale con dotazione ulteriore di posti letto, ai 9 esistenti ne saranno aggiunti altri 6 più altri 10 in pneumologia e 40 nel reparto malattie infettive. Oggi riapre Luxottica ma il grande rientro è previsto per domani. L’azienda si organizza, chiama gli operai uno ad uno per telefono, studia la turneazione per evitare assembramenti anche perché lo Spisal non farà sconti, sarà ai cancelli per verificare che tutte le prescrizioni anti contagio siano osservate ne va della salute di intere famiglia, di intere popolazioni, mascherine e distanza non sono più un optional. Da Livinallongo ad Agordo i sindaci predicano il “rimanete in casa” ma saranno i primi a circolare per le strade e per i palazzi perché affermano che i consigli comunali non si possono rinviare, si possono chiudere le fabbriche, rinviare i pagamenti anche dell’iva per non uscire di casa ed andare in banca, ma i consigli comunali s’hanno da fare, certo con il rispetto delle distanze, la sola presenza della stampa ma con decine di persone che cammineranno negli stessi corridoi e trascorreranno ore nelle stesse stanze e se gli uomini e donne dell’opposizione volessero parlarsi prima di alzare la mano per approvare magari un bilancio non lo potranno fare, oppure se lo faranno dovranno sigillarsi la bocca dietro una mascherina. Sono i consiglieri di minoranza i primi a criticare i loro sindaci che imperterriti hanno deciso che i consigli si fanno punto e basta sono loro che comandano. Quindi anche noi domani saremo in diretta dal Municipio di Agordo perché come riconosciuto dal sindaco Roberto Chissalè la presenza della radio è importante, a proposito non finiremo mai di ringraziare il primo cittadino per la stima che con le parole sa esprimerci e con altrettanta forza il grazie a tutti i sindaci della Provincia per il grande impegno che ogni giorno dimostrano sul campo.