FASE DUE TENIAMOCI PRONTI PER RIPARTIRE
AUDIO LA NOSTRA PRIMAVERA
Per Zaia sarà una riapertura graduale dopo Pasquetta, ora si esce di casa con guanti e mascherina. Rianimazioni allegerite e al boom dei tamponi e diminuzione dei ricoveri. I Carabinieri porteranno le pensioni agli anziani soli. Medici in rivolta, chiedono il ritiro degli emendamenti con l’appello del Presidente Noce ai parlamentari veneti anche per rispetto degli 87 colleghi morti in battaglia. Capitolo “de coccio” 11 multati e c’è chi va a fare la spesa sul Piave, supermulta per l’allegro escursionista che domenica ha chiamato il taxi-elicottero. A Fonzaso brindisi con la birra stroncato dalla multa da 400 euro.
di Mirko Mezzacasa
Che la ripresa economica abbia inizio, la Germania non è più sola ai blocchi di partenza, ora anche gli imprenditori italiani mettono le scarpe da ginnastica e sono pronti a pedalare perché il Governo interviene non a parole per iniettare fiducia, ma con denaro sonante per iniettare speranze concrete: 200 miliardi di garanzie sui prestiti anche per le aziende più piccole, altrettanti per l’export che si sommano ai 350 previsti. Lo Stato si fa garante per i presti alle piccole aziende (25mila euro), rinviate le scadenze fiscali al 30 giugno o in cinque rate mensili e rafforzamento dello scudo per tutelare le aziende da scalate ostili. Le elezioni regionali e comunali si faranno in autunno e i tribunali riapriranno il prossimo 11 maggio. Se gli alunni non ritorneranno sui banchi di scuola entro il 18 maggio salta l’esame di terza media e l’esame di maturità sarà on line. Sul fronte delle restrizioni in Veneto nuova ordinanza emessa dal sindaco di Treviso: si esce di casa solo con mascherine e guanti, la Regione ha deciso che la mascherina e i guanti sono obbligatori per chi si muove su mezzi pubblici e taxi. Accelerata anche per i tamponi, da domani si accende la nuova macchina da 9000 tamponi al giorno che a regime potrebbe arrivare ad esaminarne anche 15 mila. Ieri in Veneto si sono contati altri 26 morti ma cala il numero dei ricoveri e ieri sono usciti dalle terapie intensive 11 pazienti, dalla Regione l’invito al Governo a studiare prima di Pasquetta il piano per le riapertura in accordo con i governi regionali. “Si abbassano i ricoveri in terapia intensiva – ha detto Zaia – siamo felici perché i dati ci dicono che il lavoro dei veneti pesa sulla statistica, i veneti hanno rispettato le regole e abbiamo avuto un blocco dei contagi. Preoccupati perché non sappiamo cosa accadrà nel momento in cui apriremo. Abbiamo fatto scelte coraggiose e controcorrente da quando ho proposto la quarantena per i ragazzi che venivano dalle zone infette e sono stato preso per razzista. Capisco che i cambiamenti portano problemi, ma le scelte ci permettono di vedere gli argini fatti. Rispettiamo le regole anche questa settimana e sempre grazie ai giovani del veneto che rimangono in casa”. I numeri: i casi di contagio sono poco meno di 12mila (ieri +301), poco meno di 20 mila il totale delle persone in isolamento domiciliare, aumento direttamente proporzionale ai 142 mila tamponi effettuati e aumenteranno sempre di più perché da domani ne sono previsti 9000 al giorno. Sono 10 mila i positivi attuali, 989 i negativizzati, 684 i deceduti di questi 625 sono morti in ospedale, in questo numero sono compresi anche i 26 di ieri e tra questi anche la donna più anziana del Veneto, Luigia Ruggeri morta a Farra di Soligo a 107 anni. La curva dei ricoveri consolida la discesa, questa notte in ospedale si contano 1893 pazienti (8 in meno di ieri e 11 in meno in terapia intensiva). Dopo Pasqua gli ospedali apriranno di nuovo e in modo graduale ai pazienti extra covid. “Il provvedimento scade il 15 aprile – ha detto Zaia – e ho concrete speranze di revocarlo. Ho chiesto ai direttori generali, ai dottori Scibetta e Simoni di farci avere un’idea per la ripartenza e ieri pomeriggio le proposte sono arrivate, ora vogliamo procedere rapidamente”. I medici ingaggiati in questo periodo rimarranno in organico compatibilmente con le leggi, “Resteranno soprattutto i medici che a noi non bastano mai” Ieri i sindacati della dirigenza medica e sanitaria hanno proclamato lo stato di agitazione a livello nazionale chiedendo di aumentare i contratti di formazione e l’assunzione di specialisti. Il Partito Democratico chiede tamponi urgenti per la case di riposo (60 mila persone), che diventi priorità urgente, il Pd chiede inoltre alla Giunta Veneta di emanare una direttiva che impegni i direttori generali della Ulss a coinvolgere le conferenze dei sindaci almeno una volta a settimana per una maggiore sorveglianza sul territorio, chiede di destinare alle strutture per non autosufficienti 500 milioni e 5 milioni per i centri servizi per fronteggiare l’emergenza. Per la riapertura delle aziende è scontro, secondo i sindacati le fabbriche che hanno ottenuto la deroga sono 14mila, c’è chi ha fatto leva sul silenzio assenso delle Prefetture, chi ha cambiato il codice Ateco e chi afferma di essere parte di una filiera di produzioni essenziali. Per il sindacato le imprese sono irrispettose, per Confindustria non ci sono irregolarità e chi ha riaperto rientra nella categoria delle filiere strategiche. Il nuovo problema: mancano 5mila lavoratori per i raccolti agricoli, saranno forse coinvolti tramite i centri per l’impiego i disoccupati per dare respiro alle aziende agricole prive di manodopera straniera bloccata alle frontiere. Ieri l’assessore Manuela Lanzarin ha comunicato che al 3 aprile sono state controllate 3774 aziende, nessuna chiusura. In Provincia hanno fatto richiesta di riapertura 600 aziende, a 36 il no secco e sospensione delle attività mentre lo Spisal continua i controlli, negli ultimi giorni controllate 11 aziende e 315 lavoratori, verificata la distanza, la presenza di detergenti, la cartellonistica informativa e la pulizia delle superfici. A Proposito di Prefettura sarà un Pasqua blindatissima con 870 pattuglie sulle strade con 1700 uomini in divisa – compresi gli agenti di Polizia locale – muniti di paletta. Controlli necessari perché i furbi sono sempre in agguato, dopo il ciclista di Vedelago fermato in Valle di Gares, dopo l’escursionista della domenica, il cinquantenne di Polpet incrodato sul Serva, dopo i giovani in festa ad Arsiè altri brindisi con le bottiglie di birra a Fonzaso dove Carabinieri e sindaco sono intervenuti multando i festaioli con 400 euro di sanzione a testa. In Provincia il contagio continua, ieri solo a Cortina altri 12 contagiati che porta il totale 79 e il sindaco oltre a temere l’afflusso verso le seconde case è preoccupato per i soliti drogati di sport che frequentano la ciclabile lungo il vecchio tracciato della ferrovia e il primo cittadino la chiude. Unica notizia confortante da sotto la Tofana: il numero delle persone in isolamento domiciliare scende da 115 a 86. In Provincia si continua a morire di Coronavirus, la 33esima vittima l’ex macellaio di Rivai di Arsiè deceduto a Belluno, era ospite dalla casa di riposo di Alano di Piave. Si tratta del 27esimo decesso in ospedale ai quali vanno aggiunti i 6 casi – o almeno quelli ufficialmente comunicati – delle case di riposo. I bellunesi ancora positivi sono 518 (quasi 10mila i tamponi effettuati), sono 1382 le persone in isolamento. Gran parte dei tamponi sono stati eseguiti sul personale sanitario (4673) in particolare su 1747 persone che lo hanno ripetuto più volte. Così ieri Adriano Caldogno dal suo canale facebook: “Dal 21 febbraio ad oggi sono state 45 le dimissioni di persone che erano risultate positive e dal 30 marzo a 7 aprile ci sono state 33 nuove nascite”. La curva del contagio è in ascesa ieri 20 nuovi positivi. Ieri a Belluno 5 pazienti in più in area non critica (40), invariato terapia intensiva (9), nuovo ricovero a Feltre (8) negli ospedali di comunità dati invariati a Belluno 14 pazienti, 13 ad Agordo “La situazione delle degenze, pur stazionaria, lascia intravedere un leggero segno di miglioramento per la terapia intensiva. Ma questo elemento ci porta ancora a ricordare l’importanza di stare a casa”. Nelle case di riposo continua l’attività di screening. Venerdì sono state visitate le strutture di Fonzaso, Santo Stefano, Pieve di Cadore e Livinallongo. Tra sabato e domenica sono stati fatti tamponi a Trichiana, Feltre, Pedavena, Santa Croce del Lago (Alpago) e Cortina, oltre a nuovi tamponi a Fonzaso e Santo Stefano. Ieri Agordo, Belluno e Lamon, oggi Taibon e Zoldo. “Al 6 aprile – fa sapere l’Ulss 1 Dolomiti – risultano positivi 72 ospiti e 30 dipendenti. Fin dall’inizio di questa emergenza sono state adottate delle misure precise e severe per limitare al massimo e proibire l’accesso di persone che non fossero di personale addetto all’assistenza delle case di riposo stesse”.