È un Primo Maggio diverso, quello di quest’anno, senza visione di futuro, ma tutto da costruire e forse da ricostruire. Il nostro primo pensiero va ai lavoratori che oggi sono in prima linea, in particolare quelli del socio-sanitario e delle case di riposo, che stanno reggendo il colpo della fase acuta del contagio, coscienti del loro ruolo e che subiscono il continuo calare dei tagli al servizio, che oggi si materializza nell’assenza di organici necessari alle turnazioni e ai riposi.
È un Primo Maggio all’insegna dell’analisi di quanto accaduto, delle necessità vere per gestire la prima fase della ripresa delle attività, per costruire un nuovo senso di comunità e dell’unitarietà di lavoratori e cittadini. Nulla sarà come prima, ma Cgil, Cisl e Uil hanno dimostrato di essere state presenti e insieme intendono tracciare le prospettive del domani.