Giuseppe De Vecchi lo cita nel suo “Personaggi e famiglie illustri di Longarone” (Tarantola libraio editore Belluno, 1974): “… Un anno prima di andare in pensione, nel 1827, riceve il titolo di ‘Architetto di Ottava Classe’ il più elevato della gerarchia civile zarista”; Paolo Conte e Marco Perale in “”90 profili di personaggi poco noti di una provincia da scoprire” (Editrice Amico del Popolo, tipografia Piave 1999) lo definiscono: “… Un grande nella storia della scenografia teatrale”; il sito telematico cini.it parla di “… scenografo – o disegnatore teatrale com’egli amava definirsi -: una figura di grande spicco, la cui importanza non è certo ancora valutata appieno…”; la libera enciclopedia Wikipedia ricorda fra l’altro: “… Grazie alla fama conseguita, nel 1786 fu chiamato in Russia da Giacomo Quarenghi, il quale cercava uno scenografo per il teatro dell’Ermitage di San Pietroburgo. Il progetto si concretizzò solo nel 1792 quando firmò un contratto proposto dal principe Nikolai Borisovic Jusupov, direttore dei Teatri Imperiali”. Oggetto di queste lusinghiere considerazioni un bellunese di Longarone: Pietro Gonzaga detto Pietro di Gottardo, nato a Longarone il 25 marzo 1751 da Francesco (figlio di Gottardo il quale faceva il decoratore di case private e pubblici palazzi, tra i quali quello della Magnifica comunità di Cadore a Pieve, e lo scenografo per teatri in provincia e nel Trevigiano; presso di lui il nostro svolse il suo apprendistato) e dalla nobildonna bellunese Anna Grini, e deceduto a San Pietroburgo il 25 luglio (o 6 agosto) 1831. Maria Lucia Tonini Steidi nel Dizionario biografico degli italiani scrive che Gonzaga “Evitò la carriera militare che gli si prospettava poiché ebbe occasione di collaborare alla decorazione del tetro Onigo a Treviso, nel 1767” e aggiunge: “Il lavoro con grandi scenografi, reduci dai successi italiani ed europei, lo entusiasmò convincendolo a seguirli nell’attività. Al termine dell’incarico il padre scelse per lui una solida formazione artistica basata sullo studio della prospettiva a Venezia, presso G. Moretti e A. Visentini, vedutisti alla maniera di Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, operanti nell’ambito dell’Accademia di belle arti. Lo studio della prospettiva, l’influenza dell’opera del Canaletto, l’osservazione dei maestri del colore come Paolo Caliari detto il Veronese, e la fortuna crescente che incontrava la veduta scenografica a prospettiva angolare dell’incisore veneziano G.B. Piranesi si rivelarono determinanti per la formazione del longaronese”. Il quale – e torniamo a Wikipedia – nel 1772 si spostò a Milano, al servizio dei fratelli Galliari; questi ultimi stavano attraversando un periodo di grande fortuna grazie ai contatti con il teatro alla Scala di Milano e con i teatri Regio e Carignano di Torino”. L’intensa attività dei Galliari: Bernardino, Fabrizio e Giovanni Antonio necessitava di un collaboratore proprio a Milano e così Pietro Gonzaga ebbe l’opportunità nell’arco di un quinquennio di una importante maturazione, perfezionata a Roma nel 1781; nella capitale ebbe grande successo e la nomina a socio di merito dell’Accademia di San Luca. Pur continuando a lavorare per la Scala, inizio la collaborazione con il teatro di Corte di Parma dove fu nominato membro onorario e poi professore all’Accademia di belle arti ed ebbe l’incarico di decorare Palazzo Venturini. Lavorò anche per il Ducale di Monza, il teatro pubblico di Alessandria e quello di Crema; nel 1788 realizzò decorazioni per il Sant’Agostino di Genova coi fratelli Baratta; ancora: Firenze (città dove venne nominato accademico di belle arti) e nel 1792 Venezia dove per l’inaugurazione della Fenice eseguì le scene del ballo “Amore e Psiche” e la decorazione del sipario. L’eco del suo successo arrivò anche in Russia dove Giacomo Guarenghi, il grande architetto di Caterina II, era alla ricerca di uno scenografo per il nuovo teatro dell’Ermitage. Il progetto si realizzò nel 1791 quando il principe Nikolai Borisovic Jusupov, direttore generale dei teatri imperiali propose un contratto triennale, firmato il 13 giugno 1792 quando Gonzaga, partito per Pietroburgo con la moglie Carlotta Vanini sposata a Milano 6 anni prima, sostituì nella direzione delle scene imperiali Francesco Gradizzi. Da allora è stato per l’artista longaronese un crescendo di successi tanto che entrò a far parte dell’Accademia di belle arti di Pietroburgo come docente e quindi come membro onorario. Nel 1827 ebbe la carica onorifica di architetto della direzione dei Teatri imperiali. Pietro Gonzaga ebbe numerosi allievi, compreso, a partire dal 1818, il figlio Paolo, nato a Pietroburgo nel 1806. Concludiamo questa narrazione ricordando che il Comune di Longarone (dove gli sono state intitolate una piazza ed una scuola e dove da una lapide si legge: “Al concittadino Pietro Gonzaga 1751-1831 scenografo sommo la cui arte brillò nei teatri d’Italia e di Russia Longarone inaugurando oggi la mostra delle sue opere ne ricorda in doveroso omaggio il genio e la gloria 27 settembre 1986”) aveva organizzato 34 anni fa , nel Centro culturale, in collaborazione con Regione Veneto e Provincia di Belluno una mostra per due settimane, dando fra l’altro alle stampe (Panfilo Castaldi di Feltre) un mirabile “Omaggio a Pietro Gonzaga”, libro curato da Carlo Manfio con preziose collaborazioni: Museo Ermitage di Leningrado, Museo teatrale alla Scala di Milano, Musei civici di Torino, Reggio Emilia e Belluno, Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Istituto internazionale per la ricerca teatrale e Istituto di storia del teatro e dello spettacolo dell’Università di Padova. Anche il Comune di Belluno ha voluto onorare Pietro Gonzaga dedicandogli una via interna all’abitato del ridente Borgo Pra. NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Omaggio a Pietro Gonzaga”, Renato Bona. Wikipedia): la casa natale dell’artista, di fronte, ad angolo, sulla sinistra; tabella e via col suo nome a Borgo Pra di Belluno; vecchia immagine di Piazza Gonzaga a Longarone; la scuola long aronese intitolata allo scenografo; la targa inaugurata nel 1986 in occasione di una mostra-omaggio; lavori di Gonzaga: Palazzo Magnifico, Scena infernale, Palazzo Sartori, Veduta.