BELLUNO Pubblichiamo una lettera aperta del Segretario Generale provinciale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, Albino Rossa
LA LETTERA
Sono ormai diversi mesi che una vera e propria task force di donne uomini, anche volontari, sono impegnati in prima linea nel dispositivo messo in campo per contenere la diffusione della pandemia da Covid-19. Tra questi si annoverano certamente gli appartenenti delle forze di polizia e del Servizio Sanitario. Oggi, che la situazione sta faticosamente e lentamente ritornando alla condizione pre-pandemica, rivolgiamo alle donne e agli uomini dell’A.S.L. un sentito ringraziamento per l’impegno e lo sforzo profuso, ogni giorno, silenziosamente, senza clamori o polemiche nonostante le enormi difficoltà nelle quali sono stati chiamati a lavorare i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari in genere. Non c’è gratificazione economica che possa compensare l’abnegazione dimostrata e lo spirito di servizio alla comunità, costata, ad alcuni, la positività a questo famelico virus. La lista dei medici e degli infermieri che sono rimasti ai loro posti fino all’estremo sacrificio della vita è drammaticamente lunga e merita assoluto e incondizionato rispetto. Straordinaria è stata anche la risposta data dal personale di entrambe le categorie all’appello nazionale per andare là, nelle zone focolaio, dove tutti, se avessero potuto, se ne sarebbero andati. Con questa lettera, e con tutti i suoi limiti, vogliamo esprimere un sentimento di partecipata e sincera gratitudine. Analogamente, le donne e gli uomini delle forze dell’ordine, della Polizia di Stato in particolare, hanno sempre garantito la loro presenza sulle strade e negli uffici. Personale, giusto ricordare, che una volta terminato il servizio si è ricongiunto alle proprie famiglie e ai propri cari, con la preoccupazione costante di se, e come, il lavoro li avrebbe esposti ad un possibile contagio, portandolo poi tra le mura domestiche. Un contributo mai venuto meno anche quando il Covid-19 sembrava penetrato nelle nostra fila realizzando un cluster importante, nonostante gli accorgimenti e le precauzioni adottate. Tutti i servizi si sono svolti regolarmente, anzi, sono stati garantiti ulteriori equipaggi di supporto al controllo del territorio mediante il rafforzamento delle pattuglie dedicate all’emergenza sanitaria. Quella “normalità” auspicata è all’orizzonte, ma non è ancora raggiunta. Cittadini, mondo imprenditoriale e Istituzioni, stanno cercando faticosamente di recuperare quell’operatività e laboriosità che si sono affievolite a causa dei provvedimenti restrittivi. Una “capacità sociale” che è patrimonio comune degli italiani e che nelle difficoltà emerge con una forza che a volte noi stessi non sapevamo di avere. Comprensibile se si pensa che le generazioni di oggi non si sono mai misurate con una simile sfida. Una cosa che deve insegnare questa drammatica esperienza, soprattutto a coloro i quali hanno responsabilità organizzative delle varie amministrazioni pubbliche, è il valore delle risorse umane, troppo spesso relegate alla figura di meri esecutori e al pregiudizio con cui è vista l’azione sindacale additata di vizio antropologico, nonostante abbia dimostrato, nella particolare congiuntura vissuta, una capacità ad anteporre il civismo e la tenuta del sistema agli interessi, anche particolari, che in tempi ordinari sono prerogative intangibili. Non c’è tecnologia, macchinario, statistica o algoritmo che tenga senza la più grande forza che li fa funzionare: lo spirito e la coscienza umana. Si è detto che il Covid-19 è causa della “strage dei nonni”, poiché l’indice di mortalità ha colpito soprattutto le persone in terza età. Coloro i quali, nel dopoguerra e con immensi sacrifici, si sono rimboccati le maniche ed hanno costruito quel benessere che tutti noi abbiamo potuto godere e le fondamenta di una grande Nazione, qual è l’Italia. A tali eroi, nemmeno il conforto dello spirito, di una preghiera, di un ultimo saluto da parte dei propri cari. Anche per queste rinunce, rivolgiamo sentimenti di gratitudine e vicinanza a tutti i cittadini, per aver responsabilmente accolto le direttive del Governo nonostante le ferite e i dolori dell’anima, sintomo di un tessuto sociale sano, ancorato a valori di assoluto rilievo. Per i nostri cari venuti a mancare, e per le generazioni future, abbiamo l’obbligo morale di ripartire e rilanciare questo Paese. Ricordare questi momenti per comprendere l’importanza delle libertà e dei valori fondamentali della Costituzione, i quali, a quasi un secolo dalla loro stesura, hanno dimostrato quanto siano attuali, o meglio, senza tempo, e vadano difesi e preservati sempre, e mai dati per scontati.