AGORDO Prendiamo ad esempio tre cantieri, due pubblici il terzo privato. Tre cantieri ad Agordo, uno ormai smantellato a lavori finiti e due attualmente in corso. Osservando le opere eseguite e quelle in corso vien davvero da dire “Si è questa l’Italia che vorrei”. Anche nel nostro lavoro è bello poter mettere in evidenza il bello anziché come spesso accade il brutto, la critica, la polemica. Siamo ad Agordo in località Valcozzena e lungo la strada regionale 347 del Passo Duran e Cereda difronte al cimitero. Partiamo proprio da qui dall’importante strada che si dipana da via Insurrezione raccordandosi alla regionale 203 agordina e che collega il capoluogo di vallata alla zona industriale, al Poi e al Primiero ed è attraversata dalla Campregana quel corso d’acqua che scende dal Framont. Un ruscello per gran parte della sua vita, ma quando arriva la “bomba d’acqua” termine che non piace a chi se ne intende ma rende l’idea di quello che succede ai meno esperti di termini tecnici e studiati sui banchi di scuola, quando arriva la “bomba meteorologica” diventa impetuoso e trascina a valle materiale, strade e quanto incontra scendendo dal monte Framont. Nei giorni di Vaia ne abbiamo avuto l’esempio concreto, lo sanno meglio gli abitanti della Val di Frela, Prompicai, Via Teto Piciol e chi abita la località Pas accanto alla tangenziale di Agordo. Due anni fa il disastro. La situazione è ora in via di modifica perché i Servizi Forestali Regionali ci stanno dando dentro nella ricostruzione degli argini. E’ stata una corsa contro il tempo per liberare l’alveo da decine di migliaia di metri cubi di detriti e di legname che costituivano una serie di pericolose dighe in caso di precipitazioni abbondanti. In attesa del completamento di questo cantiere finanziato con 350 mila euro, l’Amministrazione di Agordo e i Servizi forestali hanno raggiunto un accordo per l’iter da seguire in vista dei prossimi lavori da appaltare entro settembre. «Dieci mesi fa – dice l’assessore ai lavori pubblici Giulio Favretti – abbiamo svolto il primo incontro con Sommavilla e Palma per ragionare sulle criticità che abbiamo ad Agordo: le difese spondali a valle del ponte di Val di Frèla, l’aumento della luce della portata idraulica del ponte di Val di Frèla e la messa in sicurezza della Val dei Fónt. In quell’incontro era stato concordato che il Comune avrebbe redatto le progettazioni (quella della Val dei Fónt è stata regalata da Luxottica, ndr). Oggi abbiamo consegnato il tutto ai Servizi forestali che le uniranno in un appalto unico di poco superiore ai 600 mila euro».
Secondo esempio, in località Valcozzena. Difronte all’officina Paganin, a poche decine di metri dall’inizio della proprietà Luxottica un altro corso d’acqua, il Bisoliga che scende in linea con il monte Agner. Anche qui nei giorni di Vaia si è assistito al peggio, lo testimoniano gli abitanti di Brugnach e Valcozzena. I lavori sono terminati, il Bisoliga è stato regimato a dovere. Una garanzia per la zona industriale, per chi vi abita e per chi quotidianamente la frequenta. Nel territorio di Agordo sono stati impegnati centinaia di migliaia mila euro, ben spesi, per il ripristino della funzionalità idraulica dei collettori Brugnach, Bisoliga, Campregana e non si dimentichi il Rova. Per il cantiere in località Valcozzena è scesa in campo Luxottica facendo predisporre, di tasca propria il progetto per la sistemazione del rio che quando esonda crea danni anche agli stabilimenti dell’occhialeria. Gaspare Andreella, ingegnere di Feltre è il professionista che ha realizzato lo studio dell’intera asta e la successiva progettazione per la risoluzione delle problematiche idrauliche. Un intervento per oltre 1 milione e mezzo di euro.
Il terzo esempio, qui finiamo nel privato: Luxottica. Sono trascorsi pochi mesi da quando davamo la notizia che il colosso dell’occhiale aveva presentato i progetti per ampliare lo stabilimento. Una grande anteprima a conferma che dopo l’incontro con l’altro colosso francese, la Essilor, Leonardo Del Vecchio & C. erano intenzionati ad investire ancora tra le montagne della Conca Agordina. In pochi mesi, lockdown compreso, i lavori sono proseguiti con tempi esemplari. La struttura in cemento armato è ormai alzata al cielo, una strada già rimessa in ordine con relativa rotatoria che non sarà realizzata in tempi successivi, così come l’abitazione privata abbattuta e ricostruita più a monte. Per questo vien da dire: il mio paese, l’Italia che vorrei.