Il mese di agosto è legato, nel Bellunese (e non solo), al ricordo della storica elezione del secondo pontefice bellunese della storia dopo Gregorio XVI: Albino Luciani, asceso al soglio di Pietro col nome di Giovanni Paolo I (in onore di papa Roncalli e di papa Montini) e divenuto subito il “Papa bellunese del sorriso” (modestamente, definizione di chi stende queste note). La ricorrenza nel caso specifico richiama un evento religioso-culturale di grande importanza: la realizzazione, da parte dell’artista falcadino Franco Murer, di una splendida Via Crucis lungo la via Cavallera di Canale d’Agordo, con le 15 stazioni in cui si possono ammirare altrettante formelle di notevole rilievo artistico e di elevato valore spirituale. Nell’occasione era stato dato alle stampe un prezioso volume-catalogo (ne posseggo una copia con un disegno e dedica in cui Franco Murer mi conferma la sua amicizia – ndr.) ad iniziativa di edizioni Erma: “Franco Murer. Arte e Pietà in un sentiero del bosco”, a cura di Nadia Grassi, con consulenza tecnica di Paolo Tieto, fotografie della stessa Grassi e di Fontanive; con presentazione di Paolo Tieto, testimonianze del sindaco Rinaldo De Rocco e del pubblicista Dario Fontanive, riflessioni di Papa Luciani a cura della nipote Pia Luciani; in copertina particolare della XV stazione: Gesù è risorto; stampa della bellunese tipolitografia editoria Dbs di Rasai di Seren del Grappa; sito internet a cura di Sveva Murer, figlia di Franco. Nella sua presentazione il sindaco De Rocco aveva orgogliosamente ricordato che “forse è stata una delle emozioni più forti della mia vita quella sera di trent’anni fa, quando nella città tedesca di Oerlinhausen dove mi trovavo a lavorare assieme alla mia famiglia vidi alla televisione affacciarsi dal balcone di Piazza San Pietro per la prima volta, presentandosi al mondo, Giovanni Paolo I al secolo Albino Luciani. Sì proprio quell’uomo che da ragazzo saliva con mio padre in Valle di Gares per accompagnare le mucche al pascolo…”. Poi ha ricordato l’iter sollecito della sua idea per ricordare Luciani, che in soli 4 mesi ha portato alla realizzazione della Via Crucis. A sua volta Paolo Tieto aveva giustamente messo in luce la figura e l’opera dell’autore delle 15 formelle: Franco Murer il quale “nel conferire aspetto alle quindici scene sacre, si è ispirato alle narrazioni evangeliche, Attenendosi sempre scrupolosamente fedele non solo al racconto, inteso come fatto storico, ma allo stesso spirito intrinseco ad esso, ovverosia al carattere soprannaturale del memorabile evento. Ciò chiaramente servendosi della personale competenza ed abilità, del proprio saper fare nell’impiego di carta e penna, di crete e gessi prima di pervenire, come appunto nel presente specifico caso, alla fusione in bronzo… con questo ampio, variegato, impegnativo lavoro Franco Murer ha dato ai suoi conterranei e agli appassionati tutti dell’arte, oltre alla inconfutabile testimonianza delle proprie notevoli capacità operative nel campo della creatività oggettiva, una significativa testimonianza di quanto la figurazione sacra continui oggi a godere del consenso e dell’ammirazione di tanta, tanta parte del’umanità. La quale continua a trovare in essa sempre nuovi motivi di riflessione, di conforto, di crescita spirituale, atti a guidare il pensiero oltre quegli spazi dell’ultimo orizzonte, verso l’Eterno”. Ed eccoci al mio personale amico e già valente collaboratore Dario Fontanive, conterraneo di Luciani, il quale descrive la Via Cavallera di Canale d’Agordo e ne racconta la storia perché è lungo questo percorso immerso nel verde , di facile accesso, che “sono stati disposti a distanza irregolare 15 grandi massi di dolomia bianca che ospitano altrettante formelle artistiche bronzee che rappresentano la passione di Cristo”. E ricorda che “si è pensato di sostenere i costi di quest’opera (inaugurata il 22 agosto 2008 – ndr.) attraverso una sottoscrizione pubblica, dando modo a tutti i fedeli e devoti di Papa Luciani di poter contribuire concretamente alla realizzazione di questa importante testimonianza destinata a rimanere nel tempo”. Concludiamo con Pia Luciani che ha proposto alcune riflessioni dello zio Albino, Papa Giovanni Paolo I, fra le quali abbiamo scelto questa: “A Canale io sono stato fanciullo di famiglia povera. Ma quando, entrando in Chiesa, sentivo l’organo suonare a piene canne, dimenticavo i miei poveri abiti, avevo l’impressione che l’organo salutasse me ed i miei piccoli compagni come altrettanti principi. Di qui la prima, vaga intuizione, che la Chiesa cattolica non è solo qualcosa di grande, ma che fa grandi anche i piccoli e i poveri onorandoli e innalzandoli”. (da: prefazione al libro sull’Organo Callido di Canale d’Agordo, Belluno, 1977).
NELLE FOTO:Albino Luciani il “Papa bellunese del sorriso”; il maestro Franco Murer; la copertina del libro-catalogo realizzato nel 30. dell’elezione di Giovanni Paolo I; la pagina con immagine e dedica per l’autore di queste note; la via Cavallera; una delle stazioni della Via Crucis; formella in cera; particolare della formella in bronzo della terza stazione, con la prima caduta; Gesù muore in croce, dodicesima stazione, particolare; Gesù spogliato; il corpo deposto nel sepolcro; Gesù risorge.