TRA GLI AMICI DI VOLTAGO E FRASSENE’ CON I DUBBI NELL’ANIMO NEI GIORNI DELL’INGIUSTIZIA E DEL CORAGGIO DI AFFRONTARE I SILENZI.
“Anche quando da bambino qualcuno gli toglieva qualche cosa era contento…che gli altri erano contenti”
di Mirko Mezzacasa
VOLTAGO Don Fabiano ha alzato spesso gli occhi al cielo, ma non perché l’Agner sempre più grigio minacciava pioggia, è sembrato quasi un voler cercare qualche cosa, qualche risposta. Sarà anche il caso ma non appena ha pronunciato il nome di Alan il cielo ha risposto con un tonfo, cupo. Poi la pioggia, che ha gonfiato ulteriormente occhi già fradici di lacrime. Mi ha colpito la compostezza dei genitori Morena, e Sandro, la dignità di un paese accorso al campo sportivo, gli anziani con la seggiolina portata da casa, i giovani, tanti, con le maglie portate con orgoglio come faceva Alan quando vestiva la casacca del suo Voltago calcio piuttosto che quella del trofeo 16 comuni o della protezione civile. Un gruppo di ragazzi e ragazze di Voltago e Frassenè ha suonato e cantato con il groppo in gola, quel groppo che è venuto a tutti sulle note di Ti lascio una canzone goodbye dei Nomadi proprio mentre Alan tra un lungo applauso ha lasciato il “Da Campo”. “Non mi era mai capitato di fare un funerale ad un giovane, un giovane più giovane di me” ha detto Don Fabiano Del Favero, parole che sono entrate diritte nel cuore e hanno aperto ai ricordi perché anche il paese sotto all’Agner in questi anni ha dato l’estremo saluto ai suoi fratelli ed amici nel fiore dell’età.
DI GIANNI SANTOMASO
Il grazie di Giuseppe Schena, responsabile della Protezione Civile “Grazie ai nostri volontari della protezione civile, al calcio Voltago, ai carabinieri a Roberto responsabile di Veneto strade, alla dottoressa Marilena De Marco presente per ogni necessità
LE PAROLE DI DON FABIANO IN RICORDO DI ALAN
LA REGISTRAZIONE COMPLETA DEL RITO FUNEBRE