BELLUNO Anche la Parrocchia di San Pietro a Sargnano di Belluno vanta i suoi capitelli e immagini sacre. La conferma ci viene dal bel libro di Vincenzo Caputo (col quale ha collaborato l’architetto Roberto Reolon) “Capitelli e immagini sacre a Belluno” edito dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali presieduto dal prof. don Sergio Sacco. La descrizione prende il via con la Croce della chiesa di San Liberale (In proposito Caputo richiama, oltre allo storico prof. don Ferdinando Tamis, il libro “Belluno. Storia architettura arte” edito nel 1984); si tratta di un manufatto in legno su un piccolo obelisco in pietra, del XV o XVI secolo, discretamente conservata. E’ un chiaro segno – scrive – del cimitero una volta esistente attorno alla chiesetta che anticamente si chiamava San Daniele di Pedeserva. Ed aggiunge: “Sembra dai documenti esistenti che l’edificio possa risalire al 1200; invece dai reperti archeologici ritrovati in occasione di restauri, pare che il luogo risalga anteriormente al secolo X. Sulla facciata esposta a mezzogiorno, compaiono tracce di affreschi ormai indecifrabili”. E conclude richiamando don Tamis secondo il quale “A Castion la tradizione dice che quando minacciava siccità o troppa pioggia si andava a pregare a San Daniele di Pedeserva”. Salendo verso il Monte Serva si arriva nella località Casere in Pian dei Fiòc dove ci si imbatte in un altro crocifisso in legno, del 1989, in buono stato, che risulta collocato, esternamente ad una casera, il 19 febbraio dello stesso anno, a protezione degli escursionisti. E’ opera di Venerio Bona e iniziativa di un gruppo di amici assidui frequentatori della montagna a nord di Belluno. Restiamo sul Serva perché Caputo ricorda che sulla cima si può ammirare un’altra croce, questa in ferro, risalente al 1954, ben conservata. E in proposito scrive. “Negli anni Trenta, in occasione della sistemazione della malga ivi esistente nella località Pian dei Fiòc (metri 1743) la popolazione dell’Oltrardo pose sulla cima del monte Serva (metri 2133) una croce in legno con targa metallica; la croce fu poi abbattuta durante l’occupazione tedesca (1943-45). Nel dopoguerra vi furono collocate altre croci, via via sostituite, fino all’ultima collocazione avvenuta nel 1954. Alla base di essa è incisa questa scritta: “Don A. Zanella, parroco ricordo della Missione Mariana Sargnano 17 at 29 maggio 1954 centenario della definizione del dogma dell’Immacolata concezione Maria santissima ed a perenne memoria dei caduti di tutte le guerre”. Sempre nell’ambito della Parrocchia di Sargnano, Vincenzo Caputo include la nicchia in muratura e portico del XVI-XVII secolo, non in buono stato, esistente nella via Tiziano Vecellio della località La Veneggia. Dentro la nicchia un affresco molto deteriorato raffigura la “Madonna con Gesù Bambino, San Francesco e – forse (ndr.) – San Domenico. Conclude quindi la rassegna con l’affresco sulla parete di una stanza in una casa di abitazione del XVI-XVII secolo, discretamente conservato. Raffigura la “Beata Vergine del Carmine con Gesù Bambino ed Angeli. Nei pressi dell’antichissima strada che da Nogarè una volta conduceva a San Pietro in Campo e a Ponte nelle Alpi, sorge una fabbrica di proprietà della famiglia D’Incà. Dalla struttura e da alcuni reperti individuabili nell’acquasantiera in marmo, negli affreschi murali dell’edicola sotto il portico con trace di altri antichissimi affreschi e di altro affresco situato nella stanza più alta della torre dove si trova la Beata Vergine del Carmine con Gesù Bambino ed Angeli, si può pensare che l’edificio una volta fosse un ospizio. Nulla si è trovato negli archivi storici e religiosi per convalidare tale ipotesi ma da ricordi frammentari tramandati da alcune persone, sembra che una volta effettivamente in questo luogo vi fosse una comunità religiosa dedicata alla carità cristiana (erano presumibilmente dei Carmelitani Scalzi). Non si riesce a capire come mai manchi tale documentazione; pertanto stabilire a quando possa risalire la costruzione di questo complesso, recentemente in parte ristrutturato, è alquanto difficile. Si ha notizia che il terremoto del 1936 abbatté il camino esistente, sul quale vi era incisa la data del 1632; tutto però fa pensare che la costruzione sia assai più antica”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Vincenzo Caputo): la copertina del libro edito da Ibrsc; Croce di San Liberale; Crocifisso a Casere in Pian dei Fiòc; altra croce sulla cima del monte Serva; affresco con Madonna con Gesù Bambino, Sam Francesco e – forse – San Domenico; quello di via Tiziano Vecellio a La Veneggia di Belluno con la Beata Vergine del Carmine con Gesù Bambino e Angeli.