Nella pubblicazione-guida che l’associazione Pro Loco di Sedico – in collaborazione con il Comune ed il concorso di quella che all’epoca era ancora la Cassa di risparmio di Veroma, Vicenza e Belluno – fece stampare nel novembre del 1988 dalla “Germano Sommavilla” di Belluno vi è l’interessante capitolo dedicato agli “Insediamenti umani”. Si parte con un po’ di storia per ricordare che “già nel Medioevo la valle del basso Cordevole (detta il Canale d’Agordo) era attraversata da un’importante, anche se malagevole via di comunicazione per il commercio con la Germania” e si ricorda che: “Per dare alloggio e ristoro ai numerosi viandanti, sorsero ai lati del Cordevole, tra Peron e a Muda, ben 6 ospizi (gli alberghi di allora) e di questi, ancora oggi, restano numerosi fabbricati”. Un ospizio è stato ristrutturato in località Candaten ed è diventato oggi sede della Forestale. A La Stanga inoltre c’era una locanda, tuttora aperta, che funzionava quale posto di ristoro per uomini e cavalli”. Il prezioso libretto (una ventina di pagine in tutto) spiega quindi che numerosi in tutto il comune si contano i resti delle antiche vie di comunicazione che testimoniano dell’ingegno(ma anche delle difficoltà) dei nostri antenati e si cita la località Tappole, nei pressi di Roe, per rammentare che “c’era un importante ponte su cui passava la strada che collegava Feltre all’Agordino” e che” Ai Casoni, sul muro di una vecchia costruzione, una scritta indica il passaggio dell’antica strada per Belluno e caratteristico è il ‘ponte delle corde’ che collega il Peron a San Gottardo. Nei pressi un grosso masso riporta alla mente le antiche leggende del crollo del monte Peron che diede origine alle ‘masiere’”. Proseguiamo con la lettura ed apprendiamo che “per il clima mite e la bellezza dei luoghi (ricchi di acque, boschi e colline) il territorio del comune di Sedico fu prescelto nei secoli scorsi da nobili e possidenti per costruire le loro ville, spesso contornate da splendidi viali di carpini (le famose ‘carpenade’)”; in proposito si richiamano: Villa de Manzoni ai Pat di Sedico, “la più grande di tutto il comune e fra le maggiori del Veneto. Costruita dalla ricca famiglia de Manzoni di Agordo nel 1835, contiene affreschi di Paoletti e De Min. Caduta in rovina è attualmente in fase di restauro. In precedenza, nel XVI secolo, i de Manzoni villeggiavano sempre a Sedico nella villa Crepadoni”. Villa Miari, del XV secolo, a Cugnach, con annessa chiesetta dedicata a San Floriano. Villa Zuppani a Pasa “tra le più belle della provincia di Belluno, risalente al XVI secolo”. A Poian di Roe Alte la splendida villa Crotta, del secolo XVII con l’annessa antica chiesa dedicata ai santi Simone e Giuda. A questo punto si sottolinea che “Caratteristico per le sue tre ville poste in rapida successione è il piccolo centro di Landris. Tra queste spicca villa Rudio, uno degli esempi più belli nella vallata, mentre nella villa Miari-Giacomin nel secolo scorso il valente musicista Antonio Miari fece rappresentare alcune delle sue opere”. Conclusione del quadro-ville di Sedico con la citazione delle due esistenti a Libano: una risalente al XVII e l’altra al XVIII secolo. Di queste il Palazzo de Bertoldi è stato recentemente acquistato e restaurato dal Comune”.
NELLE FOTO (riproduzioni dalla pubblicazione della Pro Loco di Sedico): il simbolo della Pro Locodi Sedico; la passerella sul Cordevole di Peron; villa Rudio di Landris; rustico di Poian; particolare della villa de Manzoni ai Pat; Villa Miari-Giacomin a Landris; villa Crotta-Segato a Poian: la Gusela del Vescovà: si eleva per 40 metri al confine tra Sedico e Belluno; in basso: il bivacco Dalla Bernardina.