VENEZIA Da la sala stampa della Protezione Civile a Marghera, il Presidente del Veneto Luca Zaia nel punto stampa su l’emergenza Covid-19.
I NUMERI 2.358.514 TAMPONI, 56.953 POSITIVI (+2697), 29.179 POSITIVI ATTUALI, 18.007 PERSONE IN ISOLAMENTO, 908 RICOVERATI, 127 IN TERAPIA INTENSIVA, 2401 DECESSI, 4750 DIMESSI. L’1,72% DELLE PERSONE IN ISOLAMENTO E’ ASINTOMATICO.
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A Treviso Stamani ricoverato un 36enne e una 44enne che non si pensi siano solo il virus degli anziani. Almeno il 70% dei positivi oggi in Veneto ha meno di 65 anni. Le fasce meno interessate dai contagi sono quelle molto alte e molto basse, diversamente da quello che accadeva a marzo quando eravamo concentrati sulle case di riposo. Il 30% dei pazienti in terapia intensiva ha meno di 60 anni, il 30% tra 60 e 70, altro 30% tra 70 e 80 anni. In terapia intensiva c’è una riduzione della mortalità.
Nuova ordinanza firmata per i medici di base ai quali viene chiesto di fare i tamponi e identificare i contatti stretti, a regime entro martedì e chi non la farà sarà sanzionato non esiste l’obiezione di coscienza e l’accordo è remunerato. Accordo regionale per tamponi, i medici dovranno praticare la fase di testing agli assistiti. Il cittadino si rivolgerà al medico di base per fare il tampone, non pagherà nulla, il medico di base lo paga già la Regione: Attività medici di medicina generale in Veneto applicano obbligatoriamente le disposizione del protocollo regionale; le aziende Ulss applicano obbligatoriamente il protocollo; la quarantena per il caso di esito positivo sostituisce la disposizione del servizio igiene cioè il medico di base diventa ufficiale di sanità pubblica (vale anche l’Inps); chi non lo fa verrà sanzionato. Il tampone lo si fa ove possibile presso l’ambulatorio, o presso l’abitazione del cittadino ma se l’ambulatorio è piccolo o poco sicuro possono accordarsi con i distretti o con i Comuni per avere spazi più adeguati. Contiamo di mettere a regime il sistema in tempi brevi, entro martedi. Sarà la Regione a fornire i tamponi secondo un calcolo di base spannometrico. I medici di base se facessero almeno 50 tamponi ne servono almeno 180-200 mila tamponi la settimana, 20 mila al giorno. Terremo aperti i punti di accesso rapido solo per le emergenze. Il servizio è obbligatorio, vincolante (in forza dell’ordianza) e remunerato: 18 euro a tampone in laboratorio, 12 euro fuori tampone e poi c’è il contributo per il sostegno infermieristico. IL PAZIENTE NON PAGA NULLA E’ GRATUITO PER IL PAZIENTE. IL MEDICO DECIDE DI FARE IL TAMPONE SE HA IL SOSPETTO DIAGNOSTICO. IL VENETO E’ LA PRIMA REGIONE IN ITALIA AD IMPEGNARSI IN QUESTA OPERAZIONE. NON CI SONO NUMERI MASSIMI, AI 3150 MEDICI DI BASE E 500 PEDIATRI DIAMO DELLE DOTAZIONI SETTIMANALI, A REGIME CAPIREMO L’ESIGENZA. I TAMPONI SARANNO TUTTI TRACCIATI CON NOME E COGNOME. DAREMO UNA PERCENTUALE INIZIALE SUGLI ASSISTITI.
FIM TREVISO CONTRARI ALL’ACCORDO Rispetto le opinioni di tutti i medici dicono che si puo’ fare. Ora c’è un’ordinanza, non c’è nessuna contrapposizione ma non possiamo stare qui a parlare e intanto finisce anche il covid. Non si voleva l’obbligatorietà ma senza quella è come il gioco dell’oca, si torna alla casella di partenza. Non è un atto muscolare quello dell’ordinanza, abbiamo trovato una mediazione e di mezzo c’è chi deve decidere cioè noi.
OLTRE 400 MILIONI DAL GOVERNO PER LA SANITA’ E 47 PER I TRASPORTI SONO SUFFICIENTI? Non sono mai troppi. Le donazioni sono ancora lì abbiamo mandato dai cittadini di investire sul covid, man mano affronteremo la contabilità e i relativi pagamenti. I veneti ci permettono di avere 58 milioni di meno di buco nel bilancio. Sui trasporti abbiamo avuto due stanziamenti gli investimenti che potevamo fare li abbiamo fatti.
MA GLI AUTOBUS E I TRENI SONO STRACARICHI Noi non gestiamo trasporti, abbiamo corse aggiuntive con i privati e non all’ultimo momento. Ci sono difficoltà oggettive con la didattica a distanza abbiamo risolto i problemi che torneranno una volta a regime. I treni non sono un problema della Regione ma Nazionale.
CENTRI COMMERCIALI: Non ci sono ordinanze regionali nemmeno in Emilia, stiamo pensando a delle misure, non di coercizione di attività produttive ma di assembramento inutile. No allo sdruscio nei centri commerciali e in generale. Abbiamo delle idee ma nessuna chiusura di attività.
NO DOLCETTO E SCHERZETTO Siamo in fase 3 si aprono i covid center, gradualmente, piano piano, si colonizzano gli ospedali per malati covid e non ci sono alternative. Necessitiamo di ospedali puliti da covid e speriamo che questa avventura duri poco. Gli indicatori ci dicono che la curva dei ricoverati non si impenna, ma questo al momento, cioè la situazione attuale che potrebbe comunque cambiare per questo non sminuiamo il problema. La curva da tre giorni è appiattita ma potrebbe essere il preludio all’impennata, per questo facciamo il bollettino ogni giorno per attualizzare continuamente la situazione. Mi auguro che “dolcetto- scherzetto” non funzioni, invito tutti ad una riflessione, è un’emergenza ospedaliera e sanitaria, aspetto pesante, c’è anche chi muore di coronavirus. La vera sfida è quella di poter avere un letto per tutto e negli ospedali si incrociano pazienti covid e non covid per quello chiudiamo ambulatori e day surgery. Per questo colonizziamo 10 ospedali per farli diventare solo strutture covid. Cercheremo di trovare le soluzioni migliori, non abbiamo alternative anche se chi dice che il covid non esiste. Invito i cittadini a fare una vita normale ma restringere pur con sacrificio le frequentazioni. E’ stato chiesto un sacrificio immane del Governo a ristoranti, Bar e palestre secondo me scaricando il problema su poche persone. Ora la gente può fare la differenza usando i dispositivi e le normali regole di igienizzazione. Le rimpatriate sono pericolose, facciamo gli incontri indispensabile senza andare 10 volte al supermercato e quando ci andiamo, andiamoci bardati e che il nuovo Bar non sia il salotto di casa. L’infezione c’è e siamo preoccupati di non poter rispondere ai futuri ricoveri. Ci sono province in tensione COME LA PROVINCIA DI BELLUNO O TREVISO che questa notte ha ricoverato tante persone tra cui un ragazzo di 36 anni e una donna di 44 anni, il covid non è solo il virus degli anziani, non riguarda solo ora, oggi il grado di infezione interessa le fasce più giovani. Stasera “dolcetto-scherzetto” non s’ha da fare, lo dico ai genitori, niente di peggio che suonare il campanello delle case e passare di mano caramelle e infezioni. I giovani sono dei grandi diffusori hanno alta carica virale. Evitiamo di dare corso a questo cerimoniale del suono del campanello e della serata tipica di halloween e’ una preoccupazione e un appello.
NOMINATO IL DOTTOR GIANLUIGI MASULLO IN SOSTITUZIONE DI MANTOAN IN UNA FASE DI TRANSIZIONE. E’ L’UOMO DEI CONTI CHE PUO’ DARE UNA VISIONE ANCHE DEL BILANCIO. NON ABBIAMO MODO DI AVERE SUBITO UN SOSTITUTO MA ALMENO ABBIAMO L’UOMO DEI CONTI. MASULLO E’ CAPOAREA E RESPONSABILE DEL BILANCIO, FIRMA LUI LE DELIBERE E’ IL CAPO DELLA SANITA’ DEL VENETO FINO ALLA NOMINA DEL SOSTITUTO DI MANTOAN.
CHI E’ MASULLO?
DIRETTORE Gianluigi Masullo. COMPETENZE ATTUALI IN REGIONE: coordinamento e sviluppo in materia di partecipazioni societarie ed enti regionali, valorizzazione e dismissione del patrimonio, bilancio e ragioneria, acquisti e affari generali, finanza e tributi, anagrafe agenti contabili in conformità al D.Lgs. 174/2016. Autorità di certificazione dei Programmi comunitari. Vicepresidente NUVV (Nucleo valutazione e verifica degli investimenti) e coordinatore del tavolo tecnico operativo per il bilancio consolidato.Componente Commissione tecnica regionale Valutazione Grandi Rischi, DGR 2687/2019. Componente Commissione regionale degli appalti, DGR 1063/2016 L’Area Risorse Strumentali si avvale di due Unità Organizzative (UO).
IL PUNTO SULLE TERAPIE INTENSIVE
IL DOTTOR PAOLO ROSI: 119 pazienti per coronavirus (in tempo reale) stiamo occupando il 14% dei posti attivati abbiamo pertanto un ampio margine, ma il numero dei degenti è in crescita e costante. Sono necessari aggiustamenti per rendere disponibili nuovi letti. Stiamo ricoverando in terapia intensiva circa l’11% dei ricoverati covid positivi, molto inferiore allo scorso marzo allora con punte di oltre il 30%. In terapia intensiva il 30% è sotto i 60 anni, un 30% tra 60 e 70 e l’altro 30% da 70 e 80 anni, un 10% oltre gli ottant’anni. Degenza sembra più breve rispetto alla prima fase. Pare ci sia una calo della mortalità anche perché i pazienti sono più giovani. Chi entra in buona salute in terapia intensiva ha ottime possibilità di uscere guarito, molte di più di chi entra malato. Abbiamo proiezioni fatte sui ricoveri che ci dicono che se il trand non cambia avremo questo numero di accessi e dovremo aggiungere letti andando a ridurre le attività non essenziali degli ospedali.
CI SONO SOGLIE A SCADENZA? Non abbiamo proiezioni lunghe ma abbastanza affidabile a 10 giorni. Diventa difficile usare i dati della prima ondata perché le situazioni sono diverse. La previsione era di avere tra 120 e 100 ricoverati al primo di novembre, ne abbiamo 119 quindi la previsione sta funzionando. Mantenendo questo andamento nel giro di 10 giorni avremo 160-170 ricoverati, ma più passa il tempo e più la forchetta si allarga.
TUTTI INTUBATI? Non sono tutti intubati ma la stragrande maggioranza. Abbiamo una parte di ventilazione non invasiva. Poi ci sono gli estubati che rimangono in un periodo di non invasiva e non escono finchè non sono stabili.
MINORE MORTALITA’ DIPENDE DIPENDE DALL’ETA’? Non parliamo di virus cattivo o buono lasciamolo agli esperti questo argomento, servono analisi approfondite e statistiche di larga scala, oggi influisce l’aggiustamento diagnostico della terapie, oggi sappiamo di più del virus e con quali medicinali trattarlo.
SITUAZIONE IN VENTO SULLE TERAPIE INTENSIVE? Impegnativa perché riduciamo alcune attività per i pazienti covid. Il personale è impegnato in un’attività intensa con ferie sospese. Abbiamo ancora un ampio margine ma richiede di garantire l’esatta collocazione del paziente nelle terapie (solo chi ne ha bisogno e che esca in fretta) la somma finale che le percentuali anche piccole sui numeri grandi danno nuemeri grandi. Se cresce l’epidemia anche un numero piccolo di ricoverati porta a numeri alti. Ma crediamo non si vada oltre determinati valori.
IL PROBLEMA E’ QUINDI IL PERSONALE? Risponde l’assessore Manuela Lanzarin confermandolo così come il dottor Rosi: alcune figure professionali non ci sono si fa fatica a trovarle pur potendo e volendo assumerli. Ci sono anche casi di contagio fra medici e infermieri e anche questo ha determinato questa esigenza.
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