a cura di Alessandro Savio
TAIBON San Bernardino da Siena , frate francescano e teologo (1380-1444) di nobile famiglia senese, grande predicatore, devoto al nome di Gesù e sostenitore degli imprenditori onesti che con la loro opera procuravano benessere per il bene comune ,nelle sue orazioni metteva anche in discussione la proprietà privata e condannava duramente i ricchi che preferivano fare gli usurai anziché mettere a disposizione le proprie sostanze per nuove attività o iniziative di carattere sociale a favore di tutta la collettività oltre che al giusto e proprio profitto. Insieme a questi concetti egli predicava la riconciliazione fra le famiglie e soprattutto fra le fazioni dei Guelfi e Ghibellini , auspicando la pace per porre fine ai duri e sanguinosi scontri che caratterizzavano quegli anni. Dopo la predica faceva adorare e baciare una tavoletta con l’immagine del monogramma di Cristo , JHS , (Jesus Hominum Salvator), Gesù salvatore dell’umanità, sormontato da una croce e inserito in un sole . Pensieri esposti 600 anni or sono , ma fondamentalmente attuali se confrontati ovviamente in maniera minore alla litigiosità e confusione che si evidenzia al giorno d’oggi nei più disparati settori, alla ingiusta distribuzione delle risorse e della ricchezza mondiale e alla disuguaglianza. Solo a pensare che 22 capitalisti più ricchi al mondo hanno un reddito superiore a quello di tutte le donne dell’Africa messe assieme. Ma il pensiero più attuale si incentra sull’ultima Enciclica di Papa Francesco, “Fratelli tutti”, presentata il 4 ottobre 2020 , fra i vari argomenti recita : “ La proprietà privata non si ponga al di sopra dei diritti primari” , è evidente la similitudine e la vicinanza del concetto di proprietà privata fra la Enciclica del Papa e ciò che predicava San Bernardino, in quanto dal punto di vista filosofico , la proprietà non è dell’uomo in quanto singolo individuo, ma dell’uomo in quanto essere sociale. Verso la metà del 1400 nelle varie predicazioni in numerose città del veneto , il Frate arrivò anche a Belluno, dove fece la sua orazione in piazza del Duomo. Egli esortò i bellunesi alla riappacificazione ed a risolvere le lotte fra Guelfi e Ghibellini . La sua parola fu ascoltata a tal punto che in breve tempo fu sottoscritto un nuovo statuto per il Governo della città attraverso una commissione di 16 notabili che a loro volta stabilirono anche il nuovo Consiglio della Comunità di Agordo che venne formato da 46 rappresentanti di famiglie agordine. Essi avevano il compito di coadiuvare il Capitano nei vari uffici. Fra i consiglieri ricordiamo due esponenti della Regola di Taibon , Guido e Giovanni della Decima . La popolazione a seguito della predica del Frate , seguendo le sue raccomandazioni, si apprestò a scalpellare tutte le insegne dei Guelfi e Ghibellini presenti in città ma anche nelle varie vallate, sostituendo le insegne con il monogramma di Cristo , come aveva indicato in piazza del Duomo di Belluno il Frate San Bernardino da Siena . Egli sicuramente non è mai venuto in Agordino, ma i suoi insegnamenti non sono stati vani in quanto si segnala che in via Col di Lana a Taibon Agordino (Bl) vi è una antica casa di abitazione , di dimensioni importanti, che si erge su quattro piani , inserita in un agglomerato adiacente alla via pubblica. L’edifico nel corpo principale è rimasto integro nel suo aspetto originario, con una architettura sobria, e varie superfetazioni spontanee edificate nel corso degli anni. Esternamente si presenta con una muratura in pietrame a vista , a tratti ricoperta da un leggero strato di intonaco di calce a raso sasso , il tetto alla slava , ricostruito in epoca successiva ad un incendio che si evince dalle piattabande in legno delle finestre dell’ultimo piano , un po’ bruciacchiate e nere . Attualmente risulta disabitato , si dice sia stato un tempo un convento di frati, sicuramente è uno dei più antichi edifici del paese, ed è composto da varie unità abitative. La facciata principale al lato Sud è abbellita da aperture dotate di stipiti in pietra sapientemente lavorati dai locali scalpellini , attività radicata e apprezzata degli abitanti di Taibon Agordino , e addirittura una finestra centrale al piano secondo è caratterizzata da una colonna in pietra con capitello Dorico. L’aspetto principale più importante e significativo dell’edificio è evidenziato sull’architrave in pietra dell’ingresso al piano terra posto al lato Ovest verso la via Col di Lana, in quanto vi è scolpito il monogramma di Cristo composto dalle tre lettere sormontate dalla croce che indicano le iniziali della frase latina : Jesus Hominum Salvator che significa Gesù salvatore degli uomini. Sotto al monogramma c’è la data del 26 maggio 1479, ed a fianco scolpite due incisioni e varie lettere che riproducono antichi stemmi del casato. Sia la data , che l’immagine del monogramma di Cristo corrispondono al contesto storico immediatamente postumo alle predicazioni di San Bernardino da Siena e riportano quanto indicato nel sermone declamato presso il Duomo di Belluno nel 1400 . Possiamo dire che il famoso Frate ha lasciato il segno anche nella piccola Comunità di Taibon Agordino.