di Renato Bona
Non conosce soste l’attività del vulcanico amico, ricercatore e scrittore di cose bellunesi, Vincenzo Caputo del quale possiamo fin da ora preannunciare interessanti novità sulle quali avremo modo di soffermarci. In questa occasione proseguiamo invece il nostro “viaggio” attraverso le chiese di queste parrocchie: Duomo-Loreto,Santo Stefano, San Nicolò di Borgo Piave, San Giovanni Bosco, San Gervasio, Mussoi, Antole, Bes, Bolzano Bellunese, Castion, Cavarzano, Cusighe, Levego e Sagrogna, Orzes, Salce, Sargnano, Tisoi e Visome, di cui si parla nel libro “Belluno.Uno sguardo a centoquindici chiese” edito nel novembre 2012 per i tipi della tipografia Piave dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali presieduto dal prof. don Sergio Sacco. Rammentando che per i “cenni architettonici” una gagliarda mano a Caputo l’ha garantita Roberto Reolon, prendiamo in considerazione una prima parte delle numerose chiese che fanno capo a Castion, partendo dall’arcipretale di Santa Maria Assunta ricordando con Caputo che la chiesa attuale, già chiamata di Santa Maria di Campagna, è stata solennemente consacrata il 24 giugno 1502 e ampliata nel 1809. Migliorie e ampliamenti avvennero anche in tempi successivi. L’inaugurazione del campanile risale al 24 giugno 1886. La prima documentazione in cui viene espressamente indicata la Pieve castionese è rappresentata dalla bolla di Papa Lucio III (15 ottobre 1185) mentre nella diocesi di Belluno era vescovo Gerardo de’ Taccoli (1184-1197). Numerose le opere d’arte di autori diversi del secolo scorso: “Vergine con Bambino in gloria con Santi di Francesco Frigimelica il vecchio; Resurrezione di Lazzaro e adorazione dei pastori di Gervasio Protasio Alchini; l’altare del Crocifisso (1709) o delle Anime del purgatorio (1709); Crocifisso in marmo di Castellavazzo (1712) di Antonio Tarri; Vergine annunciata e Angelo (bottega di Cesare Vecellio, 1586); San Marco evangelista nella parte destra dell’aula, di Agostino Ridolfi (1646-1727); Altare della Beata Vergine del Rosario, intagliato e scolpito da Giovanni Auregne (1631); Stazione della Via Crucis, di Girolamo Moech del XIX secolo. Quanto agli aspetti architettonici, Reolon spiega che quella di Castion “è la chiesa più grande delle parrocchiali esterne al centro di Belluno; è stata ricostruita nella seconda metà del secolo XIX in stile neoclassico sia all’esterno che all’interno; è costituita da unica aula con l’abside rialzata e due grandi nicchie laterali; l’imponente facciata a marmorino bianco è caratterizzata da 4 grandi lesene… i fianchi e l’abside sono forati da mezzelune come quelle della chiesa di Bolzano Bellunese; simile a quello di Bolzano anche il campanile a torre merlata staccato dalla chiesa, che sorge sul sagrato meridionale; sopra la massiccia cella campanaria è impostato il coronamento di merli ghibellini; incastonato tra l’abside e la navata si può notare il vecchio campanile con cella di pietra di Castellavazzo, senza cuspide. Ed ora a volo d’uccello gli altri edifici sacri del Castionese. Santa Maria dei Battuti (Battistero). Nei pressi della parrocchiale l’esistenza di questo oratorio viene ricordata nell’anno 1315, stessa data della Fondazione della Confraternita dei Battuti; divenne Battistero dopo il 1637; opere di Francesco Frigimelica il Giovane, del figlio Pompeo e di Antonio Gabrieli. Santi Simone e Giuda a Cavessago: è ricordata nello statuto dei Battuti di Castion dell’anno 1315; nella struttura attuale risale al periodo ‘500-‘600; si sono avuti vari miglioramenti e modifiche; una pala del XVI secolo sull’altare raffigura Gesù presentato a san Simeone; un dipinto di sant’Antonio da Padova e un crocifisso ligneo probabilmente settecentesco. Sant’Antonio da Padova a Col Cavalier: tempietto di proprietà degli eredi Gini-Pregaglia; ha forma esagonale e risale al 1875; fu edificata da Felice Longana. Degna di rilievo all’interno una statua in legno di Antonio da Padova con Bambino; è presente anche la tomba del primo proprietario. Beata Vergine della Grazie a Sanfor: progettata nel 1701 e costruita al posto di un capitello; documentata come chiesa nel 1834 a seguito di un censimento di edifici religiosi. Una tettoia esterna è ad uso ricovero dei viandanti in caso di maltempo. All’interno un quadro della Madonna con Bambino che sostituisce l’originale, trafugato negli anni ’50. San Francesco d’Assisi a Faverga: la prima notizia della chiesa risale al 1394 mentre l’aspetto attuale è del ‘600. Sull’altar maggiore seicentesco una pala con la Vergine con Bimbo in gloria e Santi, di Frigimelica il Vecchio; sull’altar minore dipinto ottocentesco con i santi Rocco, Giovanni Nepomuceno e Bernardino da Siena. Di ignoto il dipinto accanto alla cappella laterale, che raffigura l’Addolorata e risale al XVI secolo. San Giacomo Apostolo a Madeago: primo accenno alla chiesa nel 1394; l’attuale assetto risale al ‘600. Sul paliotto ligneo sono dipinti la Vergine con Bimbo in gloria ed ai lati san Giacomo e Antonio da Padova, di Antonio Gabrieli; la pala attribuita a Giovanni Fiossa (1645-1732 raffigura la Vergine con il Bimbo assisi sulle nubi e i santi Giacomo, Antonio da Padova, Cecilia, Filippo ed Osvaldo. San Tiziano di Cirvoi: si ritiene che la chiesa esistesse dal 1394; la pala dell’altare maggiore del ‘600, di autore ignoto, presenta la Vergine ed i santi Michele arcangelo e Tiziano. Due dipinti, di epoca ed autore incerto, con la Trinità, a fianco dell’arco trionfale; infine tela con l’Annunciazione e poi il ritratto di Domenico Persicini. San Nicolò a Caleipo: la chiesa è documentata dal 1289. Dopo ingrandimenti e ristrutturazioni è stata ricostruita nel 1874 a seguito del disastroso terremoto del 1873. Altar maggiore seicentesco con pala di Frigimelica il Vecchio che presenta la Madonna con Bimbo, angeli, San Nicolò e San Mamante e gli offerenti Batti; una pala sull’altare di sinistra raffigura l’Annunciazione ed è opera di Augusto Bettio, del 1905 circa. Santi Giustina e Zenone di Sossai: la presenza di due santi è conseguenza del fatto che nella frazione esistevano due chiese! L’edificio attuale è il risultato di rifacimenti e migliorie. Sull’altar maggiore una pala raffigura la Beata Vergine tra san Zenone e Santa Giustina; incerta l’epoca. Il presbiterio è affrescato con episodi del martirio della Santa mentre il soffitto ha immagini di Evangelisti; sulla parete destra una Vergine e Bimbo in trono, di anonimo del XVI secolo; pala dell’altare minore di Antonio Lazzarini con il Martirio di santa Eurosia; in sacrestia, dello stesso autore, dipinto dell’Immacolata. Concludiamo con la chiesa di San Gaetano da Thiene nella frazione Sossai-Calmada: salendo verso il Nevegal si vede l’edificio costruito ad iniziativa del nobile Gaetano de Bertoldi nel 1918 forse in sostituzione di un precedente sacello; è di proprietà della famiglia Cattani; l’oratorio è dotato di un campanile di 23 metri, aggiunto al complesso nel 1929; restauri ci sono stati nel 1990-911 e ancora nel 2009. All’interno una statua di san Gaetano da Thiene (anno 1918) e una della Madonna Immacolata, del ventesimo secolo).
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Vincenzo Caputo): l’arcipretale di Santa Maria Assunta a Castion; oratorio (Battistero) di Santa Maria dei Battuti; chiesa dei santi Simone e Giuda a Cavessago; tempietto di sant’Antonio da Padova a Col Cavalier; chiesetta della Beata Vergine delle Grazie a Sanfor; chiesa di San Francesco d’Assisi a Faverga; chiesa di san Giacomo apostolo a Madeago; chiesa di san Tiziano a Cirvoi; chiesa di san Nicolò a Caleipo; chiesa dei santi Giustina e Zenone a Sossai; oratorio di San Gaetano da Thiene a Sossai-Calmada.