di Renato Bona
Ci occupiamo oggi di una serie di opere che, sotto il regime fascista sono state realizzate dalle amministrazioni civiche di due comuni dell’Agordino: Falcade e Livinallongo del Col di Lana. Ne da conto il prezioso, ormai introvabile volume “Belluno. Attività svolta e opere compiute sotto il regime fascista dalle amministrazioni e dagli enti della provincia” che è stato stampato in soli 300 esemplari (quella in mio possesso è la copia numero 111 – ndr.) nell’aprile 1934, esattamente il giorno 21 anno dodicesimo dell’era fascista, Natale di Roma e Festa del lavoro, dallo stabilimento tipografico Panfilo Castaldi di Feltre. L’iniziativa era stata della Regia Prefettura e della Federazione provinciale fascista di Belluno. Il prefetto capo Costanzo Gazzera, con l’adesione del segretario federale on. Dino Gusatti Bonsembiante (nell’occasione aveva “consacrato in felice sintesi il ricordo dei gloriosi Martiri fascisti bellunesi ed il meraviglioso sviluppo oggi raggiunti dal Partito nella provincia”) aveva affidato l’incarico di curatore al vice prefetto Carlo Riva. Sentitelo, il prefetto Gazzera, in proposito: “La felice iniziativa del mio valoroso collaboratore, il vice prefetto Carlo Riva, di raccogliere dalle Amministrazioni pubbliche ed ordinare il materiale dimostrativo del lavoro compiuto, si è tradotta in un vivo documento di attività bene spesa, che è giusto riconoscimento di quanto è stato fatto e confortante certezza per l’opera futura”. Ed esaltava quindi “La fede fascista – sentimento di dovere e di lavoro, aspirazione al superamento continuo per il bene sempre maggiore della nazione – arde qui purissima. In tutti la volontà di essere degni dell’onore e della fortuna di servire lo Stato secondo la volontà ed il comandamento del Duce”. Andiamo a vederli, questi interventi (spesa complessiva di 724 mila 993,81 lire): a Falcade sono stati 18 nel decennio per un impegno finanziario complessivo di 485 mila 432 lire; a Livinallongo del Col di Lana solo 4, che hanno gravato sul Comune per 239 mila 561,81 lire. Nel 1923 Falcade (2815 abitanti) ha speso 2 mila 461 lire per la sistemazione dell’acquedotto di Falcade Alto con ricostruzione ex novo della vasca di presa e la sostituzione di 700 metri di tubatura e costruzione di una nuova fontana pubblica ai Sech. Nel 1924: 16 mila 500 per la sostituzione di tutta la tubatura principale per 1200 metri a Somor, a servizio di 190 utenti; 2 mila per la costruzione di una vasca di presa a Sappade; nel 1925: spesa di 32 mila 685 lire per l’argine di 100 metri contro il torrente Biois a Manzonega; 51 mila 200 lire invece per il primo tronco dell’argine di Col Morel sulla sinistra del Biois; 1.200 lire per l’installazione nei singoli villaggi di 66 lampade per l’impianto di illuminazione pubblica. Ancora: anno 1926: 58 mila 286 lire di spesa per la sistemazione delle malghe pascolive Focobon, I Lac e Bosch Brusà; anno 1927: 57 mila e 5 lire per il secondo tronco dell’argine di Col Morèl a difesa dell’abitato di Piè Falcade; 65 mila lire per l’acquedotto sempre a Piè Falcade; anno 1928: contenuta in 3 mila lire la spesa per concorrere alla rettifica della strada di Toccol presso Agordo; ben 72 mila 336 invece per la costruzione del nuovo acquedotto per l’acqua potabile a Caviola, con 12 fontane pubbliche e l’installazione di 8 idranti per eventuali incendi: anno 1929: 3 mila lire per il riatto del ponte di Gavaz; 6.500 per la costruzione di una vasca di presa a Sappade; 5 mila per la sistemazione dell’acquedotto di Tabiadon de Val; 95 mila per il ripristino e completamento dell’argine in pietra viva e cemento armato del torrente Biois a Col di Morel; anno 1930: 3 mila 804 lire per impianto di un vivaio forestale alle Fratte; infine anno 1932: spesa di 9 mila 455 e di 3 mila lire rispettivamente per la costruzione di cavallettoni a Costa del Solam e per un muro di sostegno costruito a Sappade. Ed eccoci a Livinallongo del Col di Lana (abitanti 2036): nel biennio 1927-28 spesa di 31 mila 840, 34 lire per la strada Andraz-Busa Caraboc-innesto con la provinciale Cernadoi-Rucavà-Caprile; nel quadriennio 1927-28-29 e 32: impegno finanziario di 71 mila 725,77 lire per la costruzione su tre piani nella via Roma del capoluogo del magazzino dei Pompieri di Pieve e Casa del Fascio (fabbricato che esisteva prima della guerra, ma era destinato allora a sede del magazzino pompieri volontari e delle scuole elementari); anni 1929 e 1931: spesa di ben 125 mila lire per la costruzione della caserma-rifugio “Gioppi” (intitolata all’eroico colonnello Gioppi) in Arabba dove si recano le truppe alpine specialmente per esercitazioni invernali. Infine nel 1931, anno nono dell’era fascista: spesa di 10 mila 995,70 lire per la costruzione del muro di sostegno Sottochiesa attorno all’edificio sacro e al Municipio, con sistemazione del piazzale.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “La Provincia di Belluno in regime fascista”): l’argine di Col Morel a Falcade; la Casa del fascio inaugurata il 2 ottobre 1932, decimo dell’era fascista a Livinallongo del Col di Lana; la freccia, sulla sinistra della panoramica, indica la Caserma Gioppi in Arabba.