di Renato Bona
Una artigianale pubblicazione ciclostilata col titolo “Don Bosco a Belluno” realizzata nel 1974 per celebrare i cinquant’anni dell’Opera Salesiana, traccia una storia che ha avuto tanti importanti protagonisti. Innanzitutto il bellunese don Antonio Sperti il quale scrisse a don Giovanni Bosco e poi andò di persona a Torino ad invitarlo a mandare anche da queste parti qualche salesiano per occuparsi dell’Orfanatrofio che lui stesso aveva avviato dopo la pestilenza del 1855. La malattia e la morte di don Bosco troncarono la trattativa che tuttavia riprese col successore del Santo, don Rua, ma…il 18 maggio 1898 veniva a mancare lo stesso Sperti e “con lui parve morire ogni iniziativa in proposito”. Trascorse dunque un quarto di secolo ma finalmente ed il 23 ottobre 1924 giunse il primo drappello di salesiani: don Mario Signorini, don Francesco Carpenè ed il coadiutore Lorenzo Del Favero, “accolto dalla viva cordialità del vescovo Giosuè Cattarossi, dal Prefetto e dalle autorità cittadine”. Le cronache narrano che “Un’onda di intensa commozione era in tutti i presenti”. Ed aggiungono: “Nel dicembre dello stesso anno veniva nominato Ispettore delle Venezie don Giuseppe Festini. La carità del natio loco e il grande cuore di questo degnissimo sacerdote salesiano, bellunese di Casamazzagno, contribuirono notevolmente al completamento e funzionamento del nuovo Istituto che si apriva in Piazza Piloni”. Era il 1. ottobre 1925 quando fu aperto anche il Convitto per studenti. E anche questo spiega perché “La gioventù bellunese trovava nell’ambiente salesiano il clima naturale di gioia serena, di pietà spontanea, di festosa armonia, di studio impegnato, con recite, sport, passeggiate che lasciavano un ricordo indelebile. Qualcuno ricorda ancora la prima “passeggiata delle castagne” a Landris di Sedico il 22 novembre 1925”. Alcune date significative. Il 3 giugno 1926 il Rettor maggiore don Filippo Rinaldi era accolto dalle autorità cittadine e dal vescovo diocesano per l’inaugurazione solenne del nuovo Istituto intitolato a colui che l’aveva tanto sospirato: Istituto salesiano Antonio Sperti. Ben presto sorsero anche le associazioni delle Dame patronesse e dei Cooperatori salesiani, fu pure aperto l’Oratorio festivo; nel luglio e agosto 1927 gli orfani ebbero il primo soggiorno estivo nelle scuole elementari di Reane di Auronzo. Il 27 maggio si costituiva il primo nucleo di ex allievi. Il 9 maggio 1934 la chiesa di san Rocco si arricchiva della nuova artistica pala San Giovanni Bosco, opera del pittore bellunese Luigi Cima. Nel 1952 l’istituzione della nuova parrocchia intitolata a San Giovanni Bosco ed affidata a don Edoardo Furlano, il pioniere e l’apostolo dei “birichini” di Borgo Pra. Maturava quindi la generosa donazione della nobile contessina Giuseppina Agosti per l’apertura di una scuola professionale. L’insigne benefattrice moriva l’anno seguente, il 6 novembre1955 “lasciando imperitura testimonianza della sua carità verso i giovani”. Quindi, scaduto il contratto con l’amministrazione diocesana per l’uso degli stabili dello “Sperti2, il 20 agosto 1957 gli stessi furono restituiti alla Diocesi che vi aprì l’attuale Centro Giovanni XXIII. Ma il 27 ottobre dello stesso anno, “Il nuovo istituto Agosti può già accogliere i primi artigiani e studenti” compresi in seguito parecchi orfani della sciagura del Vajont del 9 ottobre 1963 e, tre anni dopo, quelli della disastrosa alluvione del 4 novembre. Nel 1968 si riapre il Convitto per studenti delle superiori mentre “ va spegnendosi l’attività della Scuola professionale col venir meno delle presenze dei giovani di questa scuola”. Nel giro di mezzo secolo l’Opera salesiana di Belluno si è trasformata fino all’attuale situazione che contempla la scuola materna Don Bosco con annesso oratorio femminile, la scuola media con convitto per le superiori, la parrocchia con oratorio. Oggi, l’Agosti, è diretto da don Alberto Maschio (coordinatore didattico della Scuola Primaria e della Secondaria di primo grado il prof. don Lorenzo Teston; coordinatore pastorale della Primaria e Secondaria don Paolo Ceccon). Mentre a capo della parrocchia vi è don Claudio Zamperin, subentrato a don Guido Novella trasferito a Roma.
NELLE FOTO (Renato Bona e riproduzioni dal libretto ciclostilato “Don Bosco a Belluno”): don Antonio Sperti, artefice dell’arrivo dei salesiani a Belluno; prima “passeggiata delle castagne” a Landris; la Spas dell’istituto Agosti; i primi ex allievi; Cooperatori e Dame patronesse in trasferta a Torino col vescovo Muccin; notturno della sede dell’Agosti oggi; don Enrico Terraneo; la benemerita contessina Giuseppina Agosti; il “Don Bosco” di Luigi Cima, pala d’altare nella chiesa bellunese di San Rocco; i soci fondatori del gruppo micologico Bresadola; esibizione di un complesso musicale salesiano; il primo titolare della Parrocchia Don Bosco di Belluno, don Edoardo Furlano; don Mario Signorini che fu primo direttore dello Sperti; don Alberto Maschio, attuale direttore dell’Agosti; il parroco della “Don Bosco”, don Claudio Zamperin