di Renato Bona
Decisamente interessante, e anche di più, il libro che Gabriele Vanin ha curato per la Comunità Montana Feltrina ed il Centro per la documentazione della cultura popolare, che la Libreria Pilotto editrice di Feltre ha stampato nel 1991 con Grafiche Antiga di Cornuda per la serie “Quaderni” diretta da Daniela Perco. E’ a nostro avviso una autentica immersione nella cultura della gente nostrana, frutto di un lavoro impegnativo che – lo si puntualizza nella prefazione – costituisce la base del presente volume ed è stato intrapreso nel 1984 dato che all’epoca risalgono i primi contatti con il dott. Francesco Azzarita, responsabile nazionale della Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili italiani, che prendeva in considerazione gli antichi misuratori del tempo che sono appunto le meridiane, o orologi, o quadranti solari (è quest’ultima – a detta dell’autore – la dizione esatta). L’obiettivo del sodalizio era quello di una catalogazione completa di questi beni nel territorio nazionale e non già a meri fini classificatori bensì puntando alla loro conservazione, recupero, salvaguardia e, comunque, di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul consistente deterioramento cui era indirizzato uno di quelli che erano e sono considerati patrimoni storico-scientifici del Paese. E’ in questo ambito che muove l’avvio della catalogazione dei quadranti bellunesi (196 in tutto, dal primo, la chiesa parrocchiale di Agordo 1984, autore Antonio De Fanti, su lastra di marmo preesistente, con stilo e motto verticale rettangolare, in ottime condizioni; all’ultimo: casa privata nella piazza santa Lucia a Vodo di Cadore, 1843 secondo quanto riportato sul quadrante, verticale rettangolare declinante a ovest, stilo normale, linee orarie francesi, in discrete condizioni – ndr.) – afferma Vanin – con una ricerca che via via si estese dagli aspetti puramente astronomici a quelli riguardanti la storia, l’architettura, l’arte, la geografia, l’urbanistica locali. Nel libro sono esposti i risultati della ricerca – puntando a diffondere al massimo la considerazione, il rispetto, perché no, l’amore, verso le meridiane da parte dell’opinione pubblica locale, che passa per il mantenimento delle meridiane stesse, la loro tutela, la comprensione del loro funzionamento e persino delle modalità di progettazione e tracciamento, oltre che tentare di dimostrare che la presenza delle meridiane nel territorio è utile per fornire indicazioni assai precise su molti aspetti legati alle conoscenze scientifiche locali, alla sensibilità ambientale delle genti, al tipo di riferimenti culturali presenti in loco. E poi – ancora – si intende far vedere che l’utilità degli antichi strumenti astronomici può essere ancora grande dal punto di vista didattico, nel mostrare con le linee tracciate sul quadro, i riferimenti fondamentali ai movimenti del nostro pianeta nel sistema solare. Non va trascurato un ulteriore obiettivo fondamentale: dimostrare come assolutamente condivisibile, una asserzione del citato Francesco Azzarita secondo il quale i quadranti solari sono “beni popolari per eccellenza, molto meglio, e in senso più profondo, di altri manufatti di stampo prettamente artistico, come sculture o affreschi dato che un tracciato di meridiana può attirare e interessare chiunque sia minimamente informato dell’uso a cui era ed è destinato un orologio solare”. E le meridiane sono beni popolari anche perché, spesso, sono state tracciate da gente qualunque, usando il metodo più semplice, che è quello di piantare sul muro un ferro e, nel corso dell’anno, segnare le linee orarie tenendo come riferimento un orologio meccanico. A questo punto precisiamo che il libro “Le meridiane bellunesi” è articolato nei seguenti capitoli: “Breve storia degli orologi solari” (I primordi, Il contributo greco, Gnomonica a Roma, Dal Medioevo all’età moderna); “Storia locale dei quadranti solari” (Le meridiane più antiche della provincia, Le antiche divisioni del giorno, Meridiane italiche e francesi, Tradizioni popolari, Gnomonisti bellunesi); “Come funzionano le meridiane” (Il cielo si proietta sulla terra, Effetti dei movimenti terrestri, La lettura delle meridiane); “Ombre di esperto di comete, fotografo divulgatore); la copertina con la meridiana di una casa privata a Costa di Salesei di Livinallongo del Col di Lana; chiesa di Santo Stefano di Belluno, XVIII secolo; Seminario gregoriano bellunese, probabile XVIII secolo; villa Morassutti a Belluno, 1920 circa; casa bellunese; villa Murer a Salce, 1880; casa a Salce probabile XIX secolo; casa di Castoi; villa Giulia a Sagrogna; casa a Caleipo del 1884; villa Doglioni-Dal Mas a Limana, XIX secolo; villa a Triches, 1990; scuderia Bonesso a Mel, 1990; villa Rudio a Landris; villa Sandi a San Zenon; villa Alpago-Novello a Frontin, di epoca romana.