BORGO VALBELLUNA Stefano Bona della FIOM CGIL di Belluno ritorna sulla crisi dell’ACC di Mel.
Il precipitare della crisi di Acc, che rischia di essere irreversibile dovrebbe necessariamente ingenerare in provincia e nel paese una profonda riflessione: Italcomp non solo e soprattutto può salvare la produzione italiana di compressori per frigoriferi e i 700 dipendenti delle due aziende, ma anche una strategia di filiere locali, reshoring e di possibilità di dello scacco tecnologico e commerciale dei produttori cinesi che hanno monopolizzato il mercato anche grazie ai grandi investimenti fatti con aiuti di stato mentre da noi l’Europa chiede continui chiarimenti…. come si può non considerare questo un caso sociale e di ordine pubblico quando si rischia la chiusura di una fabbrica con 315 dipendenti che lavora, un assurdo insopportabile! Il tutto mentre si susseguono le crisi nel settore del home products, Whirlpool,Embraco, Acc,Ideal Standard, per stare a Belluno e ultima in ordine di tempo Elica di Fabriano che produce cappe aspiranti che ha annunciato di voler delocalizzare in Polonia le produzioni con la conseguente drammatica perdita di 400 posti di lavoro. Un settore quello dell’ home product che sta vivendo un momento di grande rilancio e sul quale un governo con una visione strategica di politiche industriali dovrebbe investire anche in termini occupazionali al contrario assistiamo ad una colpevole inerzia, limitati entro pregiudizi da un lato l’incapacità di comprendere la grande industria manifatturiera come nel settore edim se non è “legittimata” da alti margini, e dall’altra dalla incapacità della nostra classe dirigente di immaginare una industria- industria, smarriti nelle nebbie pseudo-moderniste dei servizi e delle nicchie high-tech, green ecc.ecc. una grande occasione, di autentica strategia industriale per salvare grandi tradizioni nazionali e migliaia di posti di lavoro, rischiamo di perderla, colpevolmente e irrimediabilmente!!