di Renato Bona
Nel Museo diocesano feltrino il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni e l’autore del progetto, Sergio Carrara, di Breganze, hanno illustrato il nuovo logo della Diocesi, selezionato dalla speciale commissione giudicatrice fra i 32 proposti da grafici che hanno aderito al concorso di idee su base nazionale che era stato varato nel dicembre 2019. La notizia appare sul sito diocesano chiesabellunofeltre dove si specifica che 4 professionisti sono della provincia di Belluno, 7 del resto del Veneto, 10 della Lombardia e i più lontani della Puglia. La scelta è avvenuta dopo una giornata di discussione e confronto prima del voto finale che ha premiato Carrara il quale “nel percorso creativo ha tenuto conto di due degli spunti proposti dal bando: quello territoriale e quello artistico”. Infatti il nuovo marchio “è caratterizzato dalla traccia di profilo di un calice, con diretto riferimento all’antico calice del diacono Orso, uno tra i calici eucaristici più antichi dell’Occidente, custodito nel Museo diocesano di Feltre”. Ancora dal sito: nel logo “vengono esplicitati la parte della coppa e quello del piede, mentre il nodo viene evocato da una croce, racchiusa nella lettera C (di Cristo, ma anche di Chiesa). Il carattere usato è derivato dalle scritte incise nell’antico calice del VI secolo. Gli andamenti della coppa e del piede sono ripetuti per quattro volte per ricordare la composita realtà della nostra diocesi: oltre alle originarie due diocesi di Feltre e Belluno, fuse insieme nel 1986, nella storia sono stati aggregati al percorso dell’attuale diocesi l’arcidiaconato del Cadore (1846) e i due decanati di Livinallongo e Ampezzo (1064). Inoltre, il simbolo cita numericamente anche le quattro principali valli del territorio della diocesi. Le valli sono anche evocate dal disegno della coppa che ha i suoi estremi a lastra, come pareti dolomitiche”. Posto d’onore nella classifica finale (con la singolarità data dal fatto che tutti e tre i primi classificati abbiano scelto l’antico calice come base della loro proposta) per Luca Zanini di Paderno Dugnano (Milano), visual designer che lavora in proprio; terzo posto per il progetto di Gianluca Traversi, titolare della “Rggt partners” di Milano. In occasione della cerimonia di premiazione, mons. Marangoni ha richiamato il nucleo della riflessione che ha accompagnato l’indizione del concorso di idee per il nuovo logo, con la frase: “Siamo un territorio prezioso” e non a caso – si legge nel sito – “Proprio il museo diocesano di Feltre è stato scelto come luogo della consegna del nuovo logo”. Feltre infatti custodisce la memoria storica di questa diocesi originata dalla fusione di due diocesi. Donde lo sforzo per cercare un simbolo che metta insieme la molteplicità del nostro vasto e composito territorio, che ne esprima – per quanto possibile – tutta la ricchezza” sicché: “Il piccolo evento di oggi indica in qualche lo scoprire quello che siamo”. Per la cronaca va aggiunto che erano pochi gli ospiti ammessi alla cerimonia (sempre a causa della normativa relativa alla pandemia da Covid 19), in rappresentanza della comunità civica ed ecclesiale. Il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin (nel ricambiare il saluto del presule ha sottolineato il valore simbolico del Museo diocesano che per felice intuizione dello scomparso vescovo mons. Vincenzo Savio, è divenuto luogo di composizione della lacerazione causata dalla fusione delle due diocesi. Ha concluso citando il poeta Montale “dove insinua che in tutte le cose pare sia scritto: ‘più in là’. E’ il destino di ogni simbolo”. Il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin dal canto suo ha salutato la circostanza come il primo evento pubblico dopo la pandemia, che ha comportato chiusure anche per la comunità cristiana con celebrazioni senza popolo: “rappresenta in qualche modo il bisogno di coesione sociale dopo l’esperienza del lockdown da cui è venuta una lezione: la riscoperta di aspetti prima nascosti dalla frenesia”. Ed ha espresso l’augurio “per questa ripartenza carica di valori”. Titolare di un’agenzia di comunicazione che ha accompagnato la stesura del bando, Alessandro De Faveri ha fra l’altro ricordato le tre indicazioni affidate alla fantasia dei concorrenti: il territorio, i tre patroni, i pezzi d’arte, con particolare riferimento ai numerosi affreschi dell’Ultima Cena e all’antico calice del diacono Orso, elemento che è stato il più apprezzato. Hanno concluso la serie degli interventi il presidente della commissione esaminatrice, don Davide Fiocco, illustrando il percorso che ha portato alla scelta finale con l’affermazione di Sergio Carrara (con venti punti di vantaggio sul secondo classificato). E lo stesso Carrara il quale ha ricordato come abbia accolto la sfida del bando e alcuni legami che lo hanno incuriosito: in modo particolare la “sacra Spina” portata da una crociata fino a Vicenza da un vescovo originario di Breganze del tredicesimo secolo; ed ecco che anche la Cattedrale di Belluno custodisce una “sacra Spina”. Il legame nato da questa realizzazione artistica è suggellato anche dalla volontà di devolvere una parte del premio alla Caritas diocesana. Infine visita alla sala in cui è custodito il calice che ha ispirato il nuovo logo, illustrato dallo storico dell’arte, don Luca Sartori.
NELLE FOTO (sito chiesabellunofeltre): Sergio Carrara vincitore del concorso nazionale per il nuovo logo della diocesi di Belluno-Feltre; l’elaborato prescelto; presentazione da parte dell’autore e del vescovo Renato Marangoni; il logo secondo classificato; quello che è risultato terzo; il calice del diacono Orso custodito nel Museo diocesano di Feltre; la commissione che ha valutato i 32 lavori pervenuti; il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin; il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin; Alessandro De Faveri; don Davide Fiocco; don Luca Sartori.