di RENATO BONA
BELLUNO Del 1988 Abbiamo già riferito in precedenti occasioni del libro “Così lontano, così vicino” che raccoglie cartoline di Longarone e dintorni dal 1890 al 1940, realizzato nel dicembre 1998 dalla longaronese trapiantata a Belluno Elda Deon Cardin, con Grafica Niero di Belluno, ed i commenti che si sono registrati sono stati largamente positivi, come del resto meritava lo sforzo sostenuto dalla nostra ex compagna di scuola. In questa occasione ci soffermeremo sul capitolo intitolato “Lavoro” ma prima, ricordato che la presentazione del libro fu del sindaco Gioachino Bratti, la prefazione di Giuseppe De Vecchi, un lusinghiero commento di Marino Perera, una premessa dell’autrice, ci piace riferire del “contributo” di Eliana Olivotto la quale – come evidenzia la stessa autrice – ha concretamente collaborato all’attuazione del progetto spiegando, con una lirica dialettale, “Come leggere le cartoline raccolte da Elda” e cioè così: “Sfoglia con dita leggere, amico mio, queste pagine di tempo impalpabile e lontano. Tocca con sguardo incantato le immagini care d’una realtà rifugiata nel sogno, quasi un amore perduto e mai dimenticato, il cui ricordo ancor ti stringe il cuore. Percorri a ritroso anche tu emozioni e pensieri del tempo che fu, perdendoti un po’ tra una fiaba e una storia, mentre tutto diventa memoria”. Il capitolo dedicato al lavoro spazia da: La Resina a la Cartoneria, prosegue con Le Segherie, L’Impresa Polla, La Faesite, quindi illustra La Fabrica di Birra e conclude con la Ditta F.lli De Biasio e la Ditta G. Plattner. Di P. Breveglieri-Belluno, collezione Giuseppe De Bona, evidenziato che “le taje” scivolando sulla risina giungono a valle da dove proseguono il cammino verso le segherie, viene proposta un’immagine del 1901 con la dicitura: “‘Resina’: serve per la conduttura legname nel bosco di Cajada (m. 1156)”. Dello stesso Breveglieri, collezione Elda Deon Cardin , specificato che “L’acqua del Vajont scende in una cascata, dopo un percorso di parecchi chilometri, per giungere , lungo il canale Protti scavato nella roccia, ad alimentare la fabbrica. Per Dogna e Provagna ci sono solo un sentiero e una passerella che talvolta l’acqua tempestosa del Vajont travolge”, questa la didascalia: “1903 – Longarone – Cartoneria vista dalla strada nazionale”. Editore Giuseppe Bertoia Longarone, foto Bruto Recalchi, collezione Bruno De Toffol per la terza immagine che spiega: “Sulla riva sinistra del Piave, sorge il villaggio del Vajont. La Cartoneria qui illustrata è stata costruita nel 1900 da Gustavo Protti”, accompagnata dalla dicitura: “1928 . Dintorni di Longarone – Cartoneria S. Marsoni & C”. E’ la volta di foto G. Burloni Belluno (collezione Elda Deon Cardin) a proposito della quale dopo aver precisato che: “In primo piano, a sinistra, notiamo le ‘tole’ accatastate vicino al canale della ‘Roia’ che forniva la forza motrice alla segheria” c’è questa stringatissima illustrazione: “1930 – Longarone (m. 474)”. Ritorna il Breveglieri con l’immagine, che fa parte della collezione Nerina e Carla Pra Baldi, a proposito della quale si può leggere che: “In quegli anni l’industria del legname era molto fiorente, come si può notare, lungo le rive del Piave, le segherie lavoravano a pieno ritmo”; poco sopra, la dicitura: “1927 – Panorama di Castellavazzo visto dalle segherie Malcolm”. Tocca alla Premiata Casa editrice P. Breveglieri di Belluno proporre un’altra veduta panoramica: questa la didascalia: “1930 – Panorama di Castellavazzo dalle Segherie Malcolm” (osserviamo che nel periodo 1927-1930, la panoramica non è cambiata per nulla – ndr.). Ci avviamo a conclusione con la Premiata Casa editrice P. Breveglieri di Belluno, foto Bruto Recalchi, collezione Giovanni Battista Polla, che offre l’immagine con la dicitura: “1922 – Longarone (Belluno). Stabilimento A. Polla e C.” cui segue la spiegazione sul fatto che “Dopo la prima guerra mondiale i Fratelli Polla ed altri soci formano una società e costruiscono, di fronte alla stazione ferroviaria di Faè, uno stabilimento per la fabbricazione di serramenti in legno”. Segue la foto (G. Burloni Belluno, collezione Elda Deon Cardin) con la dicitura: “1936 – Longarone Faè”, e il commento che qui riportiamo: “Dalla lunga ciminiera esce il fumo della Faesite, entrata in funzione in questo anno”. Di nuovo la Premiata Casa editrice P. Breveglieri Belluno, collezione Elda Deon Cardin) per: “1917 – Longarone visto da Roggia”, così commentata: “Tre distinti signori salgono la strada che porta alla fabbrica di birra. In lontananza le scuole elementari e il campanile”. Tocca ad un “Tipografo sconosciuto”, autore della immagine (collezione Elda Deon Cardin) con dicitura: “1914 – Fratelli De Biasio – Longarone” ed il commento: “Non vi sembra di sentire nell’aria il profumo dei biscotti e dei panettoni appena sfornati dal pasticcere Gigi Pozzobon?”. Gli ultimi due scatti, pure di “Fotografo sconosciuto” e stessa collezione hanno dicitura telegrafica: “1922 . G. Plattner – Longarone” e la spiegazione: “Ecco un esempio preciso di un’ordinazione di una piastra per cucina economica”. Siamo d’accordo con quanto ebbe modo di scrivere il sindaco Bratti: “… Ogni cartolina è accompagnata da un appunto, da una spiegazione, un commento: annotazioni semplici, sempre appropriate, graziose, che vengono dal cuore e dallo spirito e nelle quali sentiamo trasparire l’affetto e l’immaginazione dell’autrice”. Della quale, vogliamo aggiungere, saremo presto lieti di commentare altre pregevoli pubblicazioni.