VENEZIA Dopo la scomparsa prematura del senator Paolo Saviane, venuto a mancare in agosto, alla Lega in Veneto manca il nome di chi possa prenderne il posto a Palazzo Madama. La questione è venuta a galla nella riunione di ieri della giuntadelle elezioni e delle immunità parlamentari, apertasi con unaespressione di cordoglio proprio per la morte di Saviane. La suascomparsa apre però anche la questione degli “adempimentinecessari per l’individuazione del candidato subentrante”, comespiegato dal presidente della giunta, Maurizio Gasparri. Inparticolare, con la morte di Saviane, proclamato nel collegio plurinominale 1 del Veneto per la lista della Lega, è ora vacante un seggio tra gli eletti con il riparto proporzionale. E il meccanismo, in questi casi, prevede di individuare il subentrante nel primo dei non eletti della stessa lista cui apparteneva il senatore da sostituire. Solo che, come si legge nel verbale della seduta di giunta di ieri, visionato dalla ‘Dire’, la “lista della Lega non dispone più di candidati non eletti nella regione”. La ‘palla’ passa quindi al senatore Meinhard Durwalder, relatore per regione Veneto che dovrà “procedere ai necessary approfondimenti istruttori e avanzare alla Giunta una proposta ai fini dell’individuazione di un candidato subentrante al senator Saviane, eletto come ricordato nella regione Veneto”. Il seguito dell’esame della questione è stato quindi rinviato.
Fonte: «Agenzia DIRE»
IERI IN SENATO IL RICORDO DI SAVIANE DEL MINISTRO STEFANI
“Commovente, un sincero ritratto di quello che Paolo era”, così i vertici provinciali della Lega commentano le parole del ministro Erika Stefani, espresse martedì pomeriggio in Senato. Il ministro ha infatti ricordato il senatore bellunese della Lega con un lungo e sentito discorso in cui ha tracciato la statura umana e politica di Saviane, le sue principali battaglie a favore della montagna e il suo carattere umile e disponibile al dialogo con tutti.
“Si potrebbe parlare molto di Paolo Saviane, forse proprio perché lui parlava molto poco – ha esordito così Stefani, in piedi nell’aula del Senato -. Un uomo nato e vissuto nella sua montagna, quella di Alpago, di quel territorio era figlio e ne aveva assunto la concretezza, la sincerità e la semplicità. Non è stato solo un senatore, un politico, un dirigente di partito, ma anche un bravo e serio imprenditore. Nacque in una famiglia numerosa e seguì subito le orme della stessa lavorando nella segheria del padre, che poi contribuì a sviluppare insieme ai suoi fratelli. Spesso nei viaggi in treno mi ricordava i primi tempi in cui i vecchi andavano a tagliare le piante in bosco e mi spiegava i nomi degli utensili e le modalità che si usavano. Del mondo dei legnami Paolo parlava con passione, spesso con apprensione, ne conosceva i sistemi e ne aveva vissuto direttamente anche i periodi più difficili. Pensava anche oltre, Paolo, in merito al legno, pensava al futuro di un settore che aveva patito una grande crisi. Contribuì anche a fondare un Consorzio di imprese e il relativo marchio, Legno Veneto, e di quel legno veneto in altro modo ne parlò spesso dopo quel terribile tornado Vaia che lasciò molto di quel legname per terra. Del Veneto era orgoglioso ed era legato al suo territorio da un sentimento indissolubile”. Quindi un passaggio sui ruoli politici di Saviane. “Fu consigliere comunale, consigliere della comunità montana – ha ricordato il ministro -; fin da subito ha interpretato il suo ruolo non come un fine, ma come un mezzo per promuovere la sua terra e dare ad essa un futuro. Fu per certi versi anche precursore di progetti che solo anni dopo divennero argomento di discussione. Nel programma delle elezioni comunali del 1995 parlò addirittura di un progetto di fusione di comuni al fine di unire le forze di quelle piccole realtà montane spesso sofferenti. La passione, l’innata prudenza e l’equilibrio l’hanno poi portato a rivestire ruoli, prima all’interno della Lega come segretario provinciale di Belluno e poi come senatore. Giunse qui in quest’aula con grandissima umiltà e rivestì questo ruolo veramente con spirito di servizio e senso del rispetto. La sua montagna non l’ha dimenticata mai e per tutta la sua azione da parlamentare ne portò avanti i temi, come per gli impianti sciistici e per il riconoscimento della Zes nelle zone montane. Lo abbiamo conosciuto così, un mediatore di natura, un uomo rasserenante e disponibile, un uomo così per bene che chiedeva scusa anche quando aveva ragione. La sua bontà e la sua gentilezza non gli hanno mai fatto venir meno per nulla la determinazione e la caparbietà che dimostrava nel lavoro. Era di poche parole ma di tanti fatti. Anche per queste ragioni io stessa, quando ero ministro per gli affari regionali e le autonomie nel 2018, gli ho conferito il mandato di delegato nel comitato dei fondi dei comuni di confine. Un mandato che ha portato avanti con lealtà ed equilibrio, con dialogo continuo con i sindaci e in un confronto con e tra gli enti dei territori che mai più di oggi è essenziale nell’azione politica. Era veramente orgoglioso di quel mandato, ma solo perchè gli permetteva di poter lavorare, di dare risultati concreti a quella montagna che era la sua radice, il principio ma anche il suo fine. Paolo ti ha tradito il cuore, il cuore che era la tua forza. Ma la ricchezza, l’energia e la volontà di un uomo sopravvivono a lui stesso e noi colleghi ti porteremo sempre con noi. Sei e resterai per sempre un uomo leale e un amico sincero, un servitore delle idee e non degli uomini e un bravo leghista”.
Immediata la gratitudine dei vertici del partito bellunese per le parole di Stefani che, ieri in Senato, hanno sollevato un lungo applauso, trasversale, da parte di tutte le forze politiche. “Paolo è stato un punto di riferimento fondamentale per la montagna in Senato – spiega il coordinatore provinciale Franco Gidoni -, ha dato il la a tante battaglie e ha creduto fermamente nell’eguale dignità dei territori. Il discorso del ministro Stefani ci rende orgogliosi per quello che Paolo è stato e ha rappresentato, ci conforta sapere che insieme a noi altri porteranno avanti i temi che gli stavano a cuore”.
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