di RENATO BONA
Con immutato interesse percorriamo un’altra tappa del simbolico “viaggio” alla scoperta di frazioni e borgate di Rivamonte Agordino, guidati, si fa per dire, dal libro che nell’ottobre 2013 il Club Unesco Agordino ha dato alle stampe con la tipografia Castaldi di Agordo, dandogli un titolo che è tutto un programma: “Una finestra su Riva”, dato che lascia spazio alla fantasia da abbinare all’ammirazione per persone, luoghi, situazioni del tempo passato. Nell’introduzione Giuliano Laveder, Rita Mottes, Emilia Sommariva e Caterina Tazzer non a caso puntualizzano che “Per accompagnare e rendere la lettura più piacevole, si è anche pensato di inserire qualche notizia curiosa, appresa da fonti locali; notizie d’archivio o trasmesse oralmente da tutti quegli informatori che con entusiasmo e generosità si sono prestati a condividere fotografie di famiglia, ricordi, raccontare aneddoti ed esperienze di vita vissuta”. Partiamo dunque da Roste con un’immagine dell’aprile 1936 sotto la quale la dicitura spiega: “Giovanni Mario Gnech (Pupi) con il nonno. E per la statistica ricorda che “Nel 1944 numerose erano le persone che abitavano nella frazione: 34 abitanti e 10 nuclei familiari”. Accanto a questa, ma degli anni ’70, ci viene proposta la figura di Olga Conedera in De Nardin. Proseguiamo ed eccoci a Santel con la fotografia anni ’60 e la didascalia: “Quotidianità alla fontana; seconda, da destra Erminia Santel”. Scatto dell’agosto 1961 dedicato a: “Colonia montana gestita da Erminia Santel e dedicata ai bambini di Sót i Théi nel corso degli anni’50-‘60”. E’ affiancato da quello con un altro gruppo, ripreso a “Santel, Colonia montana, nel luglio 1960”. Restiamo in zona ed ecco “Santel anni ’90: don Arturo celebra la messa al Capitello dei Santel”. Quindi, anni ’60-70, ci viene proposto un gruppetto di case con didascalia: “La frazione fu chiamata negli anni ’15-’18 ‘ai Todésc’, in quanto c’era una postazione tedesca”. Ancora tre immagini prima di spostarci: “Scorcio dei Santel anni ’60-’70” e spiegazione per le statistiche: “Nella prima metà degli anni ’30 le case abitabili del comune senza riparazioni erano 404, abitabili con riparazioni 160, mentre solo 5 erano le case inabitabili (consortili o diroccate per assenza di manutenzione nel tetto)”. La seconda; “Panorama anni ‘60” e la notizia che “A metà degli anni ’60 ai Santel-Todésch vi abitavano 4 famiglie (14 persone)”. Infine: “Santel 1974: si traccia la nuova strada”. Magari proprio quella che porta a Saret, la nuova meta di cui proponiamo qui un gruppetto di abitanti. La dicitura ci dice che “La zona di Saret, situata sotto strada, veniva anche chiamata Pian de Rave”, Per la cronaca; “Nel 1958 vengono iniziati i lavori di costruzione della strada che dai Saret porta ai Schena, l’anno successivo i lavori vengono completati”. Altra immagine: “Saret fine anni 50” della quale viene spiegato: “Da sinistra: Lucia Da Costa, la mamma Iolanda De Nardin, Mariuccia Da Costa, Lidia Da Costa e il nonno Matteo Da Costa”. Segue “Veduta invernale 1967”. E quindi la panoramica con “Veduta dei Saret verso le scuole elementari di Zenich, agosto 1965”. Cui segue: “Saret anni ’50, da sinistra: Iolanda De Nardin” e signora non identificata. E’ di dieci anni più tardi la foto “Saret anni ‘60”accanto alla quale si precisa: “Davanti, da sinistra. Mariuccia Da Costa e Rosangela Da Costa. Seconda fila: Vincenzo Sommariva, Ivano Conedera, Lidia Da Costa e Lucia Da Costa. Dietro: Bruno Fossen e Maria Caterina Fossen. Infine: “Abitazione situata sopra strada prima dei lavori di rifacimento” e “Saret 1947” con un gruppo di persone e per la cronaca la notizia che “Gli abitanti della frazione nel 1944 erano 29 di 9 famiglie” Una sola, ma decisamente accattivante, la foto per Secele ci mostra la: “Famiglia dei Bigoi, 1905” col commento: “Carlotta Conedera e il marito Andrea Dall’Acqua con i figli: Giovanna, Candida Cesare, Luigi e l’ultimo nato. Per la cronaca: “Nella seconda metà degli anni ’40 le famiglie di Secele erano 6 per un totale di 20 abitanti”. E siamo arrivati, in conclusione, a Sech di Conedera Bassa per la quale, anno 1963, ci viene presentato un bel gruppo di “Lavoratori della ‘Tot’. La notizia è che “La strada dei Sech sarà completata nel 1965”. Ed ecco identificati i lavoratori immortalati, sempre da sinistra. In piedi:Nello Del Tin, Giovanni Gnech (Tita Mani),Giacomo Sommariva (Pacét),Vittorio Del Din, Pietro Gnech, Felice Fossen, Giovanni Pedandola, Bruno Miana, Renzo Zasso, Giuseppe Fossen (Nici), Gino Bonorato. Davanti, accovacciati: Giovanni Battista Laveder, (Tita Rosàlia), Arcangelo Gnech (Bane) e Michele Dall’Acqua. E’ dell’aprile 1965 l’immagine che segue, quella di”Celestina Gnech al ritorno dal curà (pulizia dei prati in primavera)”. Cronaca: “Nel 1934 il comune avverte la popolazione che i letamai e le immondizie devono essere spostati fuori dai centri abitati, come pure lo strame e i sassi provenienti dalla ‘curazione’ dei prati e dei campi; ai contravventori è prevista una multa che può variare da lire 50 a lire 2000”. Tocca ora a “Sech di Conedera 1962” con la coppia Carmela e Felice Conedera e l’annotazione: “Si noti sullo sfondo in basso la stazione di arrivo del minerale del sito di Valle Imperina”. E concludiamo – ma il “viaggio continuerà e ne daremo conto prossimamente – con l’immagine risalente al 1962 a proposito della quale leggiamo: “Davanti da sinistra: Mario Bressan, Angelo Canzan, Alessio Bressan, Carmela Conedera con in braccio Emanuela Zasso, Mariuccia Laveder, persona non identificata, in piedi Marcello Zasso e Valentino Laveder, seduta Celestina Gnech”. Per la cronaca: 7 famiglie e 25 abitanti davano vita alla frazione nel 1944”.