di Gianni Santomaso
SELVA DI CADORE «Se vogliamo crescere e intercettare fondi, dobbiamo unirci e guardare anche fuori del paese». Adriano Peretti, 51 anni, è stato il primo a ufficializzare la propria candidatura a sindaco di Selva di Cadore come capolista di “Insieme per Selva di Cadore”. Originario di San Donà di Piave (dove era stato anche candidato sindaco, poi ritiratosi per sostenerne un altro), da cinque anni è gestore dell’Hotel Lorenzini.
Quali incentivi propone per le giovani coppie?
«Perché una giovane coppia rimanga sul territorio servono la casa e il lavoro. Per la casa faremo di tutto per ridurre i costi e per fornire incentivi con fondi interni ed esterni, per aiutare nell’acquisto della casa o per pagare gli affitti almeno fino a quando non si stabilizza. Inoltre molti giovani fanno un lavoro d’estate e uno d’inverno. C’è un precariato. Occorre portare incentivi, che ci sono, anche attraverso la rete Veneto Eccellenze per la costituzione di start up. Vorrei riuscire a mettere assieme i giovani anche affinché possano svolgere alcuni lavori ai quali il Comune non riesce più a far fronte. Occorre però presentare progettualità sinergiche. L’ho detto anche alle associazioni di volontariato che lamentano che i contributi non sono sufficienti. Devono mettersi assieme e presentare progetti comuni».
Come si concretizzerà il potenziamento dell’ufficio informazioni?
«Ora è gestito dalla Pro loco anche attraverso un contributo del Comune che non è più sufficiente. Occorrerà intervenire come amministrazione con ulteriori fondi, ma bisognerà anche capire perché le quote associative siano diminuite nel corso del tempo. Le strutture ricettive devono percepire maggiormente il ruolo che ha la Pro loco. Oltre a valorizzare la Pro loco, serve poi promuovere ciò che la valle propone. E per farlo occorre andare a vedere cosa accade anche fuori dei confini comunali, partecipando per esempio alle fiere».
Cosa vuole dire creare un canale turistico esperienziale?
«Il turista non deve percepire il benessere stando in un hotel piuttosto che in un altro, ma per stare bene deve vivere il territorio e per farlo deve trovare delle iniziative che glielo consentano: la giornata in malga, la guida che lo porta sulle montagne circostanti. Sono iniziative che possono nascere dalla Pro loco oppure appoggiarsi a un tour operator esistente o a uno che potrebbe nascere in valle dall’aggregazione di tutte le realtà associative. L’amministrazione deve mettersi a disposizione»
Qual è la sua posizione sul collegamento sciistico Civetta-Cinque Torri?
«Serve valutare il progetto di fattibilità, ma sono favorevole. Da quello che ho visto io è interessante per portare risorse e più turisti. La Regione è pronta a stanziare 35 milioni di euro. Non voglio distruggere la montagna, ma credo nell’obiettivo di limitare i transiti di auto sui passi».
Per la messa in sicurezza e la cura del territorio cosa proponete?
«In questi ambiti qualcosa è stato fatto, qualcosa promesso. Ci sono zone fragili come l’Andria. Chi è in amministrazione deve andare negli uffici giusti per ottenere risposte. Mi è spiaciuto andare in alcune frazioni e vedere che siano stati messi dei bei fiori per coprire staccionate in degrado. Ma cosa ci vuole per cambiarle?».
È tesserato a qualche partito? Qual è la sua ideologia politica?
«Non sono mai stato iscritto a un partito, ma sono un moderato di centro-destra».
Luca Lorenzini, 37 anni, da tempo operativo nella gestione delle proprietà collettive (le Regole) che segue come consulente esterno, guida–accompagnatore di media montagna, si candida a guidare il Comune di Selva di Cadore con la lista “Selva c’è!”.
Cosa si può fare a livello locale contro lo spopolamento?
«Prima di prospettare iniziative occorre conoscere il bilancio e verificare tanti aspetti, ma il problema mi sta molto a cuore. Chi cresce in realtà dove sin da piccoli si riesce a instillare un legame molto forte col territorio, è più difficile che quando avrà 25-30 anni vada via. Questa fascia d’età ha poi problemi abitativi: gli affitti costano molto ed è difficile trovare appartamenti per tutto l’arco dell’anno. Anche i prezzi di acquisto sono alti come in tutte le zone turistiche. Chi fa famiglia incontra poi i problemi legati ai servizi che nelle piccole realtà della montagna bellunese sono carenti. Fra le tante iniziative possibili, io penso che sia urgente dare alle famiglie un posto dove lasciare i bambini».
C’è già una domanda di contributo per il centro servizi alla famiglia nell’ex canonica di Santa Fosca, no?
«Sì, c’è uno studio di fattibilità che è entrato in graduatoria, ma non è stato finanziato. Ci adopereremo per cercare comunque i soldi necessari. In tale studio si parla di un centro ampio con spazi per i bimbi piccoli, locali adibiti per i più grandicelli e anche per gli anziani».
Cosa bisogna ancora fare nell’ambito della messa in sicurezza del territorio?
«Lavorando con le proprietà collettive ed essendo guida di mezza montagna conosco bene il tema e posso dire che il Comune di Selva ha agito bene nel post-Vaia e ha ottenuto somme considerevoli. Restano alcune criticità che verranno affrontate».
Quali sono gli edifici pubblici da riammodernare?
«Ci sono vari immobili che potrebbe essere interessati, in primis la canonica. Una cosa mi sento di dire: saremo concentrati sull’esistente e non faremo cattedrali nel deserto».
Dopo il Pati si va verso Piano degli interventi. Qual è la vostra posizione sulle ristrutturazioni?
«È un tema molto delicato e complesso. Sappiamo che nel momento in cui affronteremo il piano degli interventi ci saranno presentate molte esigenze private. Assicureremo due cose: ascolto e studio in collaborazione con i tecnici».
Come si fa a regolare e indirizzare i flussi turistici giornalieri?
«Il problema è nella zona della Staulanza dopo Pescul. D’estate, ma soprattutto d’inverno c’è un problema di ordine pubblico dato dalle numerose auto che si fermano lungo la strada. È un turismo giornaliero che dà poco apporto all’economia della valle, ma le aree in questione sono private. È prematuro dire quali interventi si possono fare, ma noi conosciamo il problema e cercheremo di affrontarlo».
Qual è la sua posizione sul collegamento sciistico Civetta-Cinque Torri?
«Ad oggi è in fase embrionale, non si sono progetti definitivi, per cui dare un parere è prematuro. Nel caso in cui ci sia l’intenzione di concretizzarlo, ci interfacceremo con i soggetti che portano avanti l’iniziativa e poi concerteremo la posizione del Comune con la comunità tutta».
È tesserato a qualche partito? Qual è la sua ideologia politica?
«Non sono iscritto ad alcun partito. La nostra è una lista civica».