L’OPINIONE
di Mauro De Carli, Segretario generale CGIL di Belluno (foto) e Sebastiano Grosselle Segretario generale FLAI CGIL di Belluno
Anche Belluno registra purtroppo un caso mortale dentro alle disastrose statistiche sugli infortuni sul lavoro che da inizio anno registriamo con allarme. Dal momento in cui si è vista la ripartenza delle attività produttive ogni giorno perdono la vita in Italia almeno tre lavoratori a causa di un infortunio sui luoghi di lavoro! Il caso bellunese assume i connotati di una profonda tragedia umana perché vede coinvolto un giovane lavoratore migrante, Mustapha Manneh di 32 anni, integrato e apprezzato nel nostro territorio, con una famiglia in Gambia,:quattro figli a cui inviava il sostegno economico che il suo lavoro nel bellunese gli garantiva. A nulla valgono gli appelli che come sindacato inviamo a livello nazionale da molto tempo, che abbiamo aumentato proprio da inizio anno e che abbiamo rilanciato e rafforzato proprio in Veneto, territorio dove le statistiche non diversamente dal resto del Paese ci riportano un pericoloso aumento di incidenti gravi, spesso mortali. Ad agosto l’INAIL denunciava in Veneto 62 infortuni mortali contro i 54 dello stesso periodo dell’anno precedente, gran parte dei quali effettivamente in “occasione di lavoro” e non, come accadeva negli anni precedenti, “in itinere”. Nella stessa giornata di ieri, oltre alla tremenda morte di Mustapha, si sono succeduti altri due infortuni gravissimi nella nostra regione che testimoniano come in modo generalizzato l’enfasi per la ripresa produttiva di questo anno rischi di far passare in secondo piano gli enormi rischi che corrono lavoratrici e lavoratori e di come il sistema produttivo del nostro Veneto non voglia fare programmazione delle sue fasi operative, quindi senza una vera garanzia di avere sicurezza. Per questo abbiamo chiesto di intensificare l’azione di controllo, tramite gli Spisal, ma sinora il Veneto non ha risposto, il vecchio accordo del 2017 di incremento degli organici degli Spisal è rimasto lettera morta ed ancora adesso stiamo aspettando dalla giunta del Veneto un’occasione di confronto per affrontare seriamente l’emergenza infortuni. Pochi giorni fa invece l’incontro tra CGIL-CISL -UIL ha trovato risposta nelle affermazioni del governo Draghi per l’assunzione di più di mille ispettori, attendiamo che le misure stabilite si traducano in azioni concrete sui territori. Al di là del caso tragico di questo infortunio, la cui dinamica e le cui responsabilità saranno accertate dagli organi competenti, risulta però evidente che la vigilanza da sola non basta, sono anche i singoli sistemi produttivi che devono scegliere di fare uno scarto di qualità e darsi da soli delle regole di autogoverno su temi fondamentali come la sicurezza e la regolarità del lavoro che devono diventare una condizione di partenza imprescindibile per fare impresa, non elementi negoziabili su cui fare risparmio e in ultima istanza concorrenza. Nel comparto agricolo ad esempio da troppi anni ancora attende attuazione la seconda parte della Legge 199/2016 che prevede l’attivazione in ogni territorio della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, uno strumento condiviso di certificazione delle imprese del settore attorno al tema dell’occupazione di buona qualità in termini di puntuale applicazione dei contratti nazionali di lavoro e di tutte le norme sulla sicurezza sul lavoro. Torniamo a ribadire la necessità che uno strumento di questo tipo parta immediatamente anche sul nostro territorio. Infine vogliamo fare avere alla famiglia di Mustapha Manneh tutta la vicinanza e la solidarietà della CGIL, e ribadire la disponibilità della nostra struttura all’assistenza per l’eventuale tutela legale e burocratica che in questi casi risulta purtroppo molto complicata.