Ieri i lavoratori veneti senza alcun vaccino sarebbero scesi a poco meno di 273 mila (pari al 13,3 per cento del totale occupati). Se a questi ultimi togliamo 220 mila occupati che regolarmente si sono sottoposti al tampone durante la settimana, in linea teorica rimarrebbero “scoperti”, ovvero senza Green pass, 53 mila occupati. Le stime sono state calcolate dall’Ufficio studi della CGIA.
Pur non essendo tantissimi, l’assenza di 53 mila lavoratori dovrebbe aver comunque arrecato qualche problema organizzativo alle aziende venete. Invece, gli imprenditori non hanno denunciato alcunché. Forse perché le cose sono andate diversamente ? Pare di sì, la sensazione è che molti dipendenti senza Green pass abbiano “aggirato” la disposizioni previste dal decreto legge, recandosi comunque in fabbrica o in ufficio. I controlli, infatti, non sarebbero particolarmente stringenti.
Tamponi insufficienti per far fronte alla domanda
Sebbene in questa ultima settimana ci sia stata una forte crescita (vedi Graf. 1), risulta evidente a tutti che il numero dei tamponi eseguibili ogni giorno dalle farmacie e dalle strutture pubbliche e private presenti nel Veneto è inferiore alle richieste avanzate dai lavoratori. Per fronteggiare questa situazione è intervenuto anche il Commissario straordinario per l’emergenza Covid. Nei giorni scorsi, infatti, il generale Figliuolo ha chiesto alle Regioni di consentire alle farmacie la realizzazione dei tamponi oltre l’orario di apertura e anche nei giorni di chiusura di queste attività.
Lavoratori no vax: Bolzano, Marche, Aosta e Sud le situazioni più critiche
Nel ribadire con forza che solo attraverso l’incremento del numero dei vaccinati possiamo sconfiggere la pandemia e agganciare stabilmente la ripresa economica, l’Ufficio studi della CGIA segnala che a livello regionale la stima del numero degli occupati non ancora vaccinati vede la Provincia Autonoma di Bolzano guidare la graduatoria con 42.150 no vax, pari al 17,5 per cento sul totale occupati. Seguono la Sicilia con 204.605 addetti senza alcun vaccino (15,7 per cento del totale), le Marche con 91.105 lavoratori senza alcuna immunizzazione (15,1 per cento del totale) e la Valle d’Aosta con 7.872 (15 per cento del totale). Il Veneto con quasi 273 mila no vax, si colloca, su base nazionale, a metà classifica. La macro area dove la situazione è più critica è il Mezzogiorno: la stima degli addetti senza alcun vaccino sfiora i 767mila occupati, pari al 13,1 per cento del totale (vedi Tab.1).
Nota metodologica
La stima degli occupati non ancora vaccinati (nessuna prima dose) è stata costruita a partire dai dati settimanali pubblicati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e relativi alla fascia d’età 20-59 anni (la larga maggioranza delle persone in età lavorativa, circa il 90%). Ipotizzando che gli occupati non vaccinati si ripartiscano nella medesima proporzione rispetto alla popolazione non vaccinata, alla platea della popolazione non vaccinata si è decurtata la quota di soggetti disoccupati ed inattivi, ottenendo così una stima degli occupati non vaccinati. Dal momento che le informazioni sui disoccupati e sugli inattivi erano disponibili per una fascia d’età (20-64 anni) leggermente più ampia rispetto al dato considerato dei soggetti non vaccinati (20-59 anni) la stima finale sul totale degli occupati non vaccinati potrebbe risultare un po’ sottostimata; d’altro canto bisogna tuttavia considerare che mancano le informazioni relative agli occupati over 60 e di quelli tra 15 e 19 anni che tenderebbero ad elevare, anche se non di molto, la platea di tutti gli occupati e di conseguenza anche di quelli non vaccinati. Per queste ragioni la stima è quindi sostanzialmente bilanciata.