AGORDO Se ne sono letti in questi giorni di commenti sulla pagine di RADIO PIU’, dalla difesa a spada tratta degli animalisti, alla rabbia di coloro che si ritrovano con migliaia di danni all’auto che nessuno risarcirà, o di coloro che hanno sottoscritto polizze di assicurazione più elevate per coprirsi le spalle. Ma tra i tanti commenti oltre a quelli che si limitano a criticare una foto d’archivio per spostare l’attenzione su altri argomenti … c’è anche chi propone, perché ha visitato altre Regioni, altri Paesi, altri Parchi Nazionali dove prima di tutto si pensa alla salute dell’uomo e dell’animale, poi alla costruzione di grandi opere, passeggiate per turisti, recupero di strutture con milioni di euro di fondi pubblici che nel tempo si degradano senza trovare gestori competenti e le possibili aperture vengono posticipate di stagione in stagione. Tra questi commenti vogliamo riportare questo:
Tutti questi incidenti si potrebbero evitare facendo un ponte per l’attraversamento degli animali, come hanno fatto altri paesi nel mondo, e far in modo (attraverso recinzioni o altro magari sfruttando gli alberi abbattuti da Vaia) che gli animali siano ” costretti ” ad attraversare il ponte. In alcuni paesi questi ponti vengono addirittura impiegati sulle autostrade. Ricchi di verde (per renderlo abitabile dagli animali e non rovinare il paesaggio circostante) esempio riportato in foto
Elisa Manfroi Ad Alex grazie per il prezioso commento… Chi di dovere, credimi, è già informato da fior fior di studi e tesi di Laurea, che l unica soluzione sono i sovra o sotto passaggi faunistici. Ma è sempre meglio spendere i soldi per luminarie o altre cose inutili.. Oppure, ancora meglio, lasciare gli automobilisti e i motociclisti a rischiare e pagare magari un assicurazione più alta! Son almeno 15 anni che le sanno queste cose… Ma siamo in Italia e le cose vanno così… Purtroppo!!!
di Mirko Mezzacasa
Ieri sera alle 23.00 sono salito da Belluno e quanto sto scrivendo è documentabile dalla telcamera montata in auto: primo incontro al PERON dopo la passerella pedonale, due ungulati (non scrivo quali perché non lo so, non sono un esperto e non voglio dare la possibilità ai soliti leoncini dalle dita facili di iniziare con le critiche per la mia ignoranza “animalesca” che ammetto è tanta, ma non è il mio lavoro nemmeno la mia passione dentro e fuori dal piatto) a lato strada, sulla mia sinistra, uno con le orecchie diritte mi osservava l’altro brucava beatamente. CANDATEN Branchi di animali, a decine di varie dimensioni, sulla destra giocando a nascondino tra quei cespugli in crescita che peggiorano la situazione perché non sai mai se tra uno e l’altro prima o poi ti sbuca l’animale di passaggio verso il Cordevole alla ricerca d’acqua (si chiama natura). Qui mi è tornato in mente quel povero motociclista che alle 11 di mattina ci ha rimesso la vita finendo contro un animale, ma di lui ormai più nessuno ne parla, nemmeno gli esperti di turismo. Dopo la sede dei Carabinieri Forestali l’esercito di ungulati tanto a destra che a sinistra, quei culetti bianchi sono visibilissimi di notte. LA STANGA Poco prima del ristorante un ungulato a sinistra in piena corsia della strada, fermo immobile, ci siamo guardati, mi sono fermato impaurito – mica sono come quel tale che insegue gli animali alla ricerca di “like” tra parolacce, a folle velocità lungo un passo dolomitico- poi lui, l’animale, ha fatto retromarcia e giù verso il Cordevole. LE CAMPE Un paio di ungulati accanto alla vecchia litorina ferroviaria.
Tutto questo succede ogni giorno, ogni sera, ogni notte, ma a quanto pare se ne sono accorti solo gli automobilisti che non hanno voce in capitolo, cariche pubbliche, stipendi diversi dal tanto voluto reddito di cittadinanza o vitalizi.