LA NORMA, LO SQUID GAME PER L’AGORDINO
SEDICO Da non poterne davvero più e la velocità conta ma fino ad un certo punto quando il cervo ti sbuca da dietro i cespugli o dalle ripe che scendono verso il Cordevole. Non puoi farci nulla quando con le sue possenti corna ti si para davanti o ti salta sul cofano dell’auto quando va bene, quando va male prende possesso dell’abitacolo. Gli incidenti sono quotidiani, la chat Viabilità Provincia di Belluno li segnala ad ogni ora del giorno. Ma nessuno prende provvedimenti. Quattro cartelli lampeggianti sempre accesi e grandi cartelli che ti informano che sei in zona Parco, bella scoperta lo sanno anche i sassi del Cordevole, le notizie corrono più delle auto. Anche questa sera è successo, alle 19. Un ritorno dal lavoro con un panorama mozzafiato in tutti i sensi, a bordo strada un esercito di animali, grandi piccoli, cornuti ma anche no. Qualcuno bruca, qualcun’altro gioca a 1-2-3 stella sperando di arrivare al Cordevole per bere. Nessuna rete di protezione, quattro alberelli che complicano la situazione. Una volta c’erano le reti, ma evidentemente a qualcuno non piacevano. Sovrappassi e sottopassi? Parole sconosciute dentro i confini dolomitici bellunesi, i soldi vanno investiti altrove e non lo decide certo il lavoratore che la sera vorrebbe tornare a casa sano e salvo. Tornando alla cronaca, un’altra auto fuori uso, un cervo morto mentre gli altri continuano tranquillamente a brucare per nulla impauriti da motori e fanali. Dietro all’auto incidentata altri due mezzi danneggiati per un totale di tre. Per oggi raccontiamo solo di danni ai mezzi e la morte di un animale. Domani si vedrà. Ci vorrebbe una legge che destina i proventi dell’autovelox bidirezionale del Comune di Sedico agli automobilisti danneggiati, ad un rimborso a coloro che sono costretti ad assicurarsi contro i danni da animali, ci vorrebbe una legge che destina una parte dei soldi destinati al Parco a creare strutture idonee a salvare la vita alle persone e se proprio non si riesce a fare nulla, perché sono anni che assistiamo ad esperimenti vari privi di risultati concreti, che almeno quei soldi vengano destinati ai danneggiati, possibilmente evitando ai prossimi convegni di sentire la parola “spopolamento della montagna”: