di RENATO BONA
“Le sculture restaurate di Andrea Brustolon nella chiesa dei SS. Fermo e Rustico”. E’ il titolo del libro, curato da Anna Maria Spiazzi, che il Rotary club bellunese, all’epoca presieduto dall’ing. Tito Livio Ben, ha dato alle stampe con la trevigiana Editrice Canova (Grafiche Zoppelli di Dosson) nel giugno 1993, grazie al generoso contributo dell’allora Cassa di risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. Proprio Ben in presentazione spiegava che nel 1990 per celebrare il quarantesimo della sua fondazione, il Rotary bellunese avviò tra l’altro una importante azione culturale “per il completamento dell’iniziativa intesa al recupero della chiesa di San Fermo, nel Bellunese, e delle opere d’arte in essa contenute”. La pubblicazione, resa possibile dalla preziosa collaborazione della Spiazzi della Soprintendenza per i beni artistici e storici del Veneto vuole dunque “costituire testimonianza e stimolo per il completamento di questa iniziativa che già col primo intervento, “sponsorizzato dai soci del Club sui due splendidi gruppi policromi di uno dei maggiori scultori barocchi settentrionali, il bellunese Andrea Brustolon, ha permesso il recupero formale e cromatico di opere il cui eccezionale valore artistico era stato offuscato e stravolto da manomissioni e degradi””. Ancora: “Il restauro delle due opere, condotto dalla restauratrice Milena Dean, è stato fonte di indagini e studi i cui risultati qui raccolti gettano nuova luce sul primo periodo dello scultore a Belluno; il ritrovamento delle provenienze da chiese bellunesi soppresse negli anni 1805-1806 per entrambe le sculture e le ricerche condotte per le ricomposizioni grafiche delle forme originali, ci dimostrano come la chiesa di San Fermo svolga in età napoleonica un importante ruolo di contenitore per molte delle opere che in tali anni rischiavano la dispersione e la distruzione”. Il presidente Ben non mancava di evidenziare che: “Gi oltre 200 oggetti raccolti propongono come meritoria la definizione di contenitore ‘museale’ per questa chiesa, in cui opere d’arte, arredi ed architetture sono in rapporto simbiotico, ricco di suggerimenti e richiamo”. E spiegano perché il progetto rotariano per il quarantennale, con la scelta della chiesa di San Fermo di Baldeniga, autentico scrigno di opere d’arte fra le più importanti della provincia, intriso di memorie e poesia, che era sconosciuto a molti bellunesi,fu subito accolta con entusiasmo. Detto che “prezioso è stato l’apporto del Vescovo di Belluno che ha voluto privilegiare nell’ambito della Diocesi questa operazione, segnalandone le priorità, per quanto di competenza a Regione e Comune, Tito Livio Ben elencava in chiusura alcune attività che, con la collaborazione dell’architetto Adriano Barcelloni Corte, permisero di portare a termine lo studio per una schedatura di opere d’arte ed arredi: il rilievo dell’edificio sacro ed il progetto per interventi urgenti; il restauro, a spese del Rotary Club, di alcune tra le opere d’arte più importanti vale a dire il Gruppo scultoreo ligneo policromo e dorato di Andrea Brustolon con i 4 EvangelistI che in ginocchio reggono il fonte battesimale (restauro sponsorizzato dalla Hydroenergy su interessamento dell’ing. Boschetti); della pala dell’altar maggiore attribuita a Frigimelica il Vecchio, del XVII secolo (sponsorizzato dalla ditta Guarnier Marino su interessamento di Carlo Terribile); il restauro del gruppo scultoreo raffigurante “Tabernacolo con fantasia di putti e due angeli affiancati” del Brustolon; restauro di due tele: “Santo Vescovo” e “San Carlo Borromeo” di artista veneto del XVII secolo (a cura delle mogli dei rotariani); installazione di un sofisticato impianto antifurto per proteggere le opere d’arte. Da ultimo un particolare ringraziamento lo rivolgeva “per la sensibilità dimostrata” alla soprintendente ai beni artistici e storici del Veneto dott. Filippa Aliberti Gaudioso, al soprintendente ai beni architettonici e ambientali del Veneto orientale, Guglielmo Monti, al prof. Sisinni direttore generale del ministero dei Beni culturali “ed a tutti quei soci che hanno prestato fattivamente la loro opera per il recupero di San Fermo”. Nel libro -. per il quale hanno collaborato l’Enaip .Ex Monastero della Trinità e l’Istituito regionale per la valorizzazione dei Beni culturali Botticino – ci sono i preziosi contributi, con speciali servizi della Spiazzi e di: Adriano Barcelloni Corte, Cleonide Vecchione, Milena Maria Dean, Roberto Bonomi, oltre a numerose pregevoli immagini bianconero e a colori e ad una serie di disegni.
NELLE FOTO (sito webdolomiti.net e riproduzioni dal libro del Rotary club bellunese): la copertina della pubblicazione; busto-ritratto dello scultore bellunese Andrea Brustolon; la chiesa bellunese dei santi Fermo e Rustico; particolare di “Angeli e Putti con tabernacolo” di Andrea Brustolon; particolare dell’opera di Brustolon col volto di San Giovanni; “I quattro evangelisti”; ancora “Angeli e Putti”; particolare di San Marco; particolare di San Luca; particolare di San Giovanni; particolare di San Matteo; ancora un particolare di San Marco durante la pulitura dell’opera.