di Renato Bona
E’ intitolato “Una villa veneta nella Ladinia Dolomitica: Girolamo Pellegrini e gli affreschi di Palazzo Poli-De Pol a San Pietro di Cadore”. E’ l’ottimo libro-catalogo del 1994 (stampa della Comp editoriale veneta di Mestre) di Patrizia Eicher Clere ed Elisabetta Riva De Bettin edito per il Gruppo Musicale di Costalta dalla editoriale San Marco, edizioni del Gazzettino per la serie Arte Documento, ad iniziativa della cattedra di Storia dell’arte moderna dell’Università degli studi di Udine Centro per la promozione e lo sviluppo del corso di laurea in storia e tutela dei beni culturali presieduto da Giuseppe Maria Pilo (che ha firmato la prefazione dell’opera). Nella presentazione il “Costalta” (del quale è da sempre responsabile il nostro caro amico Lucio Eicher Clere) ricorda che “Villa Poli è divenuta in questi anni il ‘salotto culturale’ del Comelico” e ribadisce che al sodalizio che nella valorizzazione del patrimonio locale ha profuso il proprio impegno “è parso doveroso dare alle stampe, dopo le pubblicazioni sulla parlata e le tradizioni, anche questo libro di storia e arte, che potesse arricchire le conoscenze sulla famiglia Poli e la loro Villa, che a pieno titolo può essere annoverata tra le ricchezze culturali di un territorio paesaggisticamente delizioso”. Le autrici, innanzi tutto: Patrizia Eicher Clere, laureata in storia alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Venezia rivolge i suoi interessi di studio a tematiche di storia della società veneta nei secoli XVI e XVI; Elisabetta Riva de Bettin, laureata in conservazione dei beni culturali, nella facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Udine, privilegia nella sua ricerca temi di pittura e grafica del Seicento italiano con particolare riguardo ad artisti operanti in area veneta. Con loro ha collaborato per la documentazione fotografica Francesco Colarusso. Obiettivo prefisso quello di portare i lettori di questo libro e i frequentatori di villa Poli dentro le vicende storiche di una ricca famiglia cadorina del Seicento portando un contributo volto ad arricchire il diletto dei momenti artistici e culturali che nella villa trovano armoniosa collocazione. La famiglia Poli. Nella chiusura della sua acuta e dettagliata prefazione il prof. Giuseppe Maria Pilo così sintetizza la storia della famiglia Poli: “I Poli erano ricchi notai. I loro beni di fortuna in fato di boschi case, crediti, livelli, campi, fienili, sparsi in tutto il Comelico e il Cadore , a quanto appare in un anno notarile del 1671, ammontavano a oltre centomila ducati, una somma ingente, specie se rapportata alle condizioni dì indigenza in cui versava all’epoca nel territorio la stragrande maggioranza della popolazione…. Il desiderio di riscatto sociale da parte di Giovanni e Giacomo Poli, che nel 1663, dietro versamento del rituale consistente obolo alle casse della Serenissima, esauste a causa delle enormi spese comportate dalle guerra di Candia, ottengono l’iscrizione nel Libro d’Oro della nobiltà veneta. Ancora conseguente, la volontà di adeguare allo status acquisito nuovi e conformi modi di vita;: con la commissione da parte dei due fratelli, e della villa e della sua sontuosa decorazione lo sforzo è immane e da quell’atto di emulazione degli splendori della società veneziana comincia il declino economico della famiglia, segnato da debiti richieste di prestiti, vendite di terreni e di boschi. E’ il principio della fine…”. La villa Poli-de Pol. Sintetizzando, ecco quanto è scritto in proposito:”La realizzazione di palazzo Poli, nel Comelico del Seicento, è certamente un accadimento eccezionale. La famiglia possiede una delle più ingenti fortune esistenti nel Cadore del XVII secolo” e investe nell’unità immobiliare con precise intenzioni autocelebrative. Il sito su cui sarà costruito il palazzo era fino agli anni sessanta di proprietà della famiglia De Pol, stesso ceppo dei Poli coi quali non gareggiarono mai nella sfarzosità. Una scrittura originale di compravendita tra Giacomo Poli e i fratelli De Pol, stilata IL12 novembre 1665 a San Pietro di Cadore, risulta essere l’unico atto rinvenuto nell’archivio familiare che possa illuminare circa la villa cadorina, ipotizzando che nel biennio tra il 1665 ed il 1667 siano partiti i lavori , conclusisi in ogni caso nel 1668 quando il palazzo-villa risulta già abitato dalla nobile famiglia. In tutta la sua imponenza, insieme alla chiesetta gotica, domina la piazza del piccolo paese: dopo essere assurta a simbolo della ricchezza dei Poli, fu venduta. E’ datato 22 gennaio 1813 il contratto di acquisto, con terreno annesso, da parte di Antonio de Pol dai nobili Gio. Batta e Giacomo Poli ai quali ultimi non rimase che l’unica proprietà di villa Bibano nelle vicinanze di Conegliano. Va infine detto che dal 1930 villa Poli-de Pol, per volontà di Benedetto de Pol, che non avendo discendenti alienò il palazzo di San Pietro al Comune, è sede municipale. E l’amministrazione comunale ha saputo negli anni “donarle rinnovato splendore”. L’artista. Il pittore Girolamo Pellegrini – leggiamo – deve la sua fortuna critica… ai meriti maturati attraverso la dipintura di alcune chiese prevalentemente a Venezia. Poco di lui si sa: incerte le date della nascita che viene fatta risalire al 1624, e della morte; incerta pure la sua origine anche se il Melchiorri ricorda: “Nacque a Roma, ad ogni modo per haver continuamente studiato e dimorato in Venezia, dove con bella maniera fece conoscere la sua virtù nelle Chiese e luoghi pubblici di quella Città, giustamente lo ponerò fra Veneti Pittori,…”. Il capitolo comprende anche una serie di immagini delle opere che gli sono attribuite: “San Gerardo in gloria”, Venezia, San Francesco della Viga; particolare dell’“Assunta”, Venezia, Santi Cosma e Damiano; la “Santissima Trinità e San Lorenzo Giustiniani in gloria”, Venezia, San Pietro in Castello; ”Resurrezione di Cristo”, Maser, Treviso, Villa Barbaro-Volpi; “Figura allegorica”, sempre Maser stessa Villa;”Fatiche di Ercole”, idem; “Venezia riverente davanti a San Nicolò”, San Nicolò del Lido; “Adorazione dei Magi”, Feltre, santi Vittore e Corona; “Incontro di Maria con Elisabetta”, idem; “Flagellazione di Cristo”, idem. Seguono dati e foto relativi agli affreschi cadorini: “Giochi di putti” San Pietro di Cadore, palazzo Poli-de Pol (4 lavori); “Aurora” ; “Convito di Cleopatra; “Cleopatra supplica Augusto”; “Augusto e la Sibilla”; Convito di Cleopatra”, particolare; “Cleopatra supplica Augusto”, particolare; “Cadmo ucide il drago”; “Giunone chiede aiuto a Eolo”;”Diana e Callisto assieme a una divinità fluviale”; “Carro di Aurora”; “Cadmo uccide il drago”, particolare; “Diana e Callisto assieme aduna divinità fluviale, particolari; “Mercurio e Minerva”. La pregevole pubblicazione si conclude gli elenchi con i quali le autrici hanno creduto utile proporre un saggio di catalogazione delle opere fino ad ora acquisite, al fine di ricostruire un profilo artistico dell’autore.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Una villa veneta nella ladinia dolomitica”): copertina del libro.-catalogo con “Giochi di putti”, particolare d’affresco; retrocopertina con la villa Poli de Pol nei primi anni; Palazzo Poli-de Pol: facciata San Pietro di Cadore; interno e piano nobile; di Girolamo Pellegrini:”Giochi di putti , San Pietro di Cadore, palazzo Poli-de Pol; altro particolare; “Aurora”; “Cleopatra supplica Augusto”; “Cadmo uccide il drago”; “Giunone chiede aiuto a Eolo”; “Diana e Callisto assieme a una divinità fluviale”; “Carro di Aurora”; “Mercurio e Minerva”; “Adorazione dei Magi”, Feltre Santi Vittore e Corona; la “Santissima Trinità e San Lorenzo Giustiniani in gloria”, Venezia, San Pietro di Castello.
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