Intanto le Provincie confinanti si preparano ad incrementare presenze e affari
BELLUNO L’atteso incontro tra i genitori delle ragazze ospitate al fu Istituto-Convitto Sperti e il Vescovo, non ha sortito nulla di nuovo. Il Vescovo Renato Marangoni ha ribadito che mancano le risorse umane, che non è un problema di soldi, che è pronto a mettere a disposizione la struttura. Quindi nulla di nuovo, nessuna soluzione all’orizzonte, come già ribadito negli auguri pasquali con sorpresa. Il Vescovo ha anche ricordato di aver parlato con gli amministratori affinché trovino una soluzione, ad esempio una cooperativa in grado di supportare il servizio. Ma mancherà Suor Marianna, una seconda mamma per la ragazze dello Sperti, per questo quando hanno saputo la triste novità hanno pianto, la dice lunga sul legame con la religiosa e le sue consorelle. Quindi la palla passa ai sindaci che sono poi gli stessi al Palazzo della Provincia, oppure al Consorzio Bim Piave. ovvero nelle sale del comando. I genitori lamentano la mancanza di un punto di riferimento, un sindaco che faccia sintesi, che si metta in prima linea, che ci metta la faccia. Impossibile trovarlo nella città capoluogo. Il sindaco uscente sta sbaraccando e tra un mese non avrà più alcuna voce in capitolo, I futuri amministratori sono concentrati sulla campagna elettorale e, oltre alle promesse, non possono fare molto altro. Considerando che si vota a metà giugno, che il ballottaggio non è escluso, che il consiglio nascerà in piena estate e poi ci saranno le ferie, i tempi sono stretti. Quindi ben venga un amministratore che prenda per le redini il problema e ci metta del suo facendo le funzioni che il sindaco uscente e i tre candidati a primo cittadino oggi non sono oggi in grado di fare, o almeno concretamente non pare sia accadendo. Per questo alcuni genitori hanno iniziato a vagliare il piano B. “Mi sto muovendo – ci racconta un’altra mamma – per trovare soluzioni alternative, ho contattato l’Istituto Comprensivo di Cavalese con annesso piccolo convitto gestito da una cooperativa, così come succede a Pozza di Fassa. Quando ho spiegato cosa accade nella nostra provincia sono rimasti allibiti. Sarebbero ben contenti di accogliere mia figlia e altre ragazze e per il convitto disponibili a dare precedenza”. Forse anche per questo nella confinante Regione i numeri nei plessi scolastici non sono in decrescita, questa e’ un’ulteriore occasione per incrementare le presenze tra Trento e Bolzano e qui l’autonomia centra ben poco.
___