DI RENATO BONA
“…Quello che abbiamo tra le mani oggi è un vero e proprio caleidoscopio ricco d’emozioni, di ricordi, di passioni. Sentimenti che non possono che indurci a stringere un patto: quello di unire al più sincero e convinto augurio di buon compleanno per i venticinque anni della Sala anche l’impegno a continuare a sostenere, in futuro, gli ideali e gli obiettivi che Francesco De Luca ha indicato (e perseguito) con la sua – ma anche un po’ nostra – Sala”. Così l’allora sindaco di Belluno, Ermano De Col, in occasione della presentazione dei due ponderosi e preziosissimi volumi (Editrice Velar di Bergamo) intitolati: “Un ruota che gira da un quarto di secolo” che illustravano, a cura dello stesso “Checo” De Luca le attività storico-culturali della Sala “De Luca” di Borgo Pra per il periodo 26 maggio 1980-26 maggio 2005. Un diario – per dirla con lo stesso De Luca (purtroppo scomparso, e la Sala è recentemente divenuta sede del Collegio veneto dei Maestri di sci!) – scritto a tante mani da coloro che hanno favorito in qualche modo anche la crescita della città con il loro contributo d’azioni, di idee e d’entusiasmo, onorandomi e sostenendomi con la loro amicizia e considerazione (qui la dedica che accompagnava il dono per chi stende queste note da parte di “Checo” del risultato del suo impegno: “Al carissimo Renato: che le pagine di questi due volumi possano ricordare il passato e consolidare sempre più la nostra amicizia. Con stima e ammirazione, Belluno 17 dicembre 2005”) “per preservare dalla patina del tempo che appannando i ricordi rischia di cancellare le tracce del passato, la memoria di fatti e di avvenimenti che, se pur riferiti ad un periodo della mia vita, spero possano aver contribuito per alcuni aspetti a scrivere anche un po’ di storia della nostra città”. Decisamente lusinghieri pure i giudizi del vescovo mons. Giuseppe Andrich: “… Il merito attribuito alla Sala De Luca dai molti appassionati frequentatori va condiviso e lo dovrebbe essere a tutti i livelli riconoscendola come luogo di promozione culturale caratterizzata da una originale pluralità di proposte” e del presidente della Provincia, Sergio Reolon: “Dobbiamo tutti un grazie a Francesco De Luca per l’esempio di modernità che trasmette senza proclami né squilli di trombe, ma grazie alla quotidiana capacità di ascoltare e mettersi in relazione con chiunque gli si presenti di fronte”. Della presidente del Consiglio comunale del capoluogo, Maria Cristina Zoleo: “,,, Francesco, nello spirito del Santo Patrono Martino ha offerto a tutti, disinteressatamente, la fruizione di questa splendida sala, gestendo con competenza e riservatezza gli incontri promossi. La sua storia costituirà un’importante testimonianza della nostra città per le nuove generazioni”. Non poteva mancare la testimonianza del suo fraterno amico (e valido collaboratore) l’artista Rino Pinto il quale accennato agli eventi di qualità ospitati alla “De Luca” aveva aggiunto: “…tutto ciò, che riflette il mio convincimento ed in qualche occasione anche la mia personale testimonianza, fu evidentemente rilevato, valutato e considerato dall’Amministrazione comunale che ti conferì nell’anno1991, la massima onorificenza cittadina: il ‘Premio San Martino’. In questo modo hai contribuito a scrivere un po’ della storia della città e lo hai fatto con dedizione…”. Prima di un ricordo di Mario Dal Mas (“…Qui, nella Piazza di San Lucano si svolgeva tutta la vita del borgo, in una cornice ricca di colori, di effetti; una scena con quinte animate di continuo (famose le sagre) dagli abitanti che cercavano la spensieratezza per sfuggire alle miserie della vita e che, mutando mestiere col volgere dei secoli, a seconda delle contingenti necessità, vi adeguavano anche il modo di esistere. Dapprima artigiani del ferro, lavoranti di spade nel ‘400 e ‘500, poi conciatori di pelli ed infine artigiani finissimi del legno, falegnami, marangoni, ebanisti, con attività che dura ancor oggi e con le tradizioni di un tempo… Ci proponiamo pertanto, per l’amore che portiamo al ‘natio Borgo’, di darne una visione storica, la più aderente possibile alla realtà del passato e di formulare, a conclusione, alcune proposte per rivitalizzare il suo immenso patrimonio culturale e di tradizione”), una testimonianza di Renzo De Luca, fratello di Francesco: “…Leggendo pagina dopo pagina ed esaminando le moltissime fotografie di questo libro ‘archivio’ ho ricavato, godendo nel più profondo dell’animo. una miriade indescrivibile di sensazioni e di emozioni, come da tempo non provavo, che mi hanno dato la certezza del valore del libro di un fatto culturale di importanza storica per Belluno e Provincia. In un momento come l’attuale, in cui la massificazione sta prendendo il sopravvento su quasi tutto, è motivo di consolazione sapere che c’è ancora chi crede nella cultura e nell’arte in genere e sa impegnarsi in una seria ricerca degli aspetti più nobili di tale patrimonio umano…”. Concludiamo questo primo servizio precisando che i due libri le manifestazioni svoltersi nella “De Luca” anno per anno, e diversi altri giudizi sulla figura e l’opera di un bellunerse benemerito quale è stato Francesco “Checo” De Luca.
NELLE FOTO (riproduzioni da “Una ruota che gira da un quarto di secolo” di Francesco De Luca); la copertina dei due volumi; Francesco De Luca con Giovanni Paolo II; il simbolo della sala di cultura “De Luca” di Borgo Pra a Belluno; ecco come era la sala; fra le manifestazioni ospitate: “Ndon a Borgo Pra”; l’ex tempore di pittura; grande successo per la “Festa dei marangoni”; la “De Luca” vista dal ponte del Borgo; scorci del giardino; angoli esterni delle sale; fascino della neve…; i volti dei genitori di De Luca – cui i due libri sono stati dedicati – dipinti dai pittori Silvano Gamba e Carlo Sovilla; interno della sala; la sezione dei libri; dall’alto bella panoramica di Borgo Pra.