DI CLAUDIO PRA
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Un turismo diverso ha invaso negli ultimi anni le Dolomiti, portando in dote tante presenze ma anche tanti incidenti causati da un approccio disinvolto con un ambiente comunque severo e certamente da non sottovalutare. Si usa dire che la montagna è di tutti, ma non ci si dovrebbe anche porre la domanda se è per tutti? Ovviamente questo quesito appare scomodo e l’argomento viene accuratamente evitato. È di questi giorni la notizia che a luglio ad agosto di quest’anno (ma probabilmente l’iniziativa continuerà anche nei prossimi anni) un secondo elicottero di soccorso entrerà in azione, “Qualità in più per il turista”, dice Zaia. È come se in un’ambiente di lavoro dove si verificano frequentemente degli incidenti anziché andare a cercare le cause della problematica si affiancasse un secondo infermiere all’unico presente. Manca, a mio avviso, una strategia di comunicazione che possa alzare il tasso di cultura e consapevolezza sulla montagna, che cerchi, oltre che di propagandare le grandi bellezze, di responsabilizzare, informare, prevenire, educare. Ma tutto ciò non sembra interessare e allora ok, mettiamo un secondo elicottero e risolviamo così il problema.
Dopo questa premessa provo molto umilmente a ricordare ai meno esperti alcune regole non scritte, ma che se rispettate possono tornare utili quando si frequenta un ambiente come quello montano: Sará banale ma camminare su sentieri dove spesso il terreno è sconnesso è molto diverso dalla camminata tradizionale. Ovviamente un’ adeguata calzatura risulta importantissima, ma occorre anche una tecnica appropriata. Appoggiare il piede sulla radice di un albero bagnata significa sicuramente scivolare così come posare i piedi a caso anziché cercare piccoli appoggi. Su terreni ghiaiosi poi, specie in discesa, lo scarpone dovrebbe essere posizionato di taglio per fare più presa. Le innumerevoli cadute con traumi e slogature alle caviglie nascono quasi sempre dal modo sbagliato di affrontare un terreno che per molti risulta quasi sconosciuto, dove è fondamentale rimanere concentrati. Un aiuto importante lo possono poi dare i bastoncini che, oltre ad aiutare nella progressione, permettono un migliore equilibrio.
Prima di intraprendere un’ escursione è fondamentale conoscere il percorso che si intende affrontare, valutandone sviluppo, dislivello e difficoltà tecniche. Occorre quindi informarsi preventivamente tramite esperti o reperendo informazioni in rete, da fonti affidabili. Ovviamente l’escursione va scelta in base al proprio allenamento ed alla propria esperienza. Sopravvalutarsi o voler ad ogni costo raggiungere un luogo senza averne le capacità significa andare incontro a guai sicuri. Altra cosa importantissima è informarsi sulle previsioni meteo, così come seguire una tempistica adeguata alla lunghezza del percorso, per non rischiare di ritrovarsi tardi sulla via del ritorno ma anche evitando di camminare sotto un sole cocente che svuota di energie o iniziare il giro troppo tardi rischiando di “beccare” uno dei frequenti temporali estivi pomeridiani. Ad ogni modo occorre sempre essere disposti a tornare sui propri passi in ogni momento in caso di pericoli o spossatezza. Voler raggiungere la meta a tutti i costi espone a severi rischi.
Con se si dovrebbe portare dell’acqua ed almeno un pó di cioccolata, che aiutano a superare i momenti di crisi di un’attività fisica intensa che magari non si è abituati a svolgere.
Nello zaino non devono mai mancare degli indumenti per coprirsi in caso il meteo cambi. In montagna il clima muta rapidamente e gli sbalzi termici possono risultare notevolissimi anche in estate. Meglio una giacca in più, che magari non si utilizzerà, piuttosto che ritrovarsi al freddo.
Questi mi paiono alcuni dei consigli più importanti, dati da uno che se li è sentiti a sua volta dare e li ha fatti suoi. In montagna un incidente può succedere, eccome, anche ai più esperti, ma seguendo qualche regoletta di buon senso si limiterebbe molto la possibilità che ciò avvenga. Occorre essere umili, specie se inesperti, non sottovalutando le difficoltà di un ambiente non semplice da affrontare. Tanti social, con fotografie e relazioni affascinanti, attirano verso luoghi spesso fuori portata per i più. La montagna è un luogo che può permettere fantastiche esperienze a prescindere, dove ognuno dovrebbe muoversi in base alle proprie capacità. Non c’è da dimostrare niente a nessuno, voler spingersi oltre le proprie possibilitá solo per poter vantarsi con gli amici è pericoloso oltreché stupido. Per finire, se posso permettermi, consiglierei di liberare la testa ed entrare in simbiosi con ambiente e cultura montana, evitando di vivere le Dolomiti come un’ estensione della vita di tutti i giorni. Frequentare posti poco affollati, poco conosciuti, ma spesso bellissimi è molto più gratificante del gettarsi nel caos di alcuni luoghi ritenuti top e permette un’ esperienza diversa, con la probabile visione, se non si fa chiasso, di qualche animale selvatico. Mangiare i piatti della tradizione in un rifugio, senza pretendere un menù da ristorante, è segno di rispetto ed un aprirsi al luogo che si sta frequentando. E quella minestra e fagioli, dopo la fatica, risulterà il piatto più prelibato che si sia mai mangiato. Tenersi in tasca il fazzolettino di carta anziché gettarlo perché, spesso a torto, si pensa “Tanto è biodegradabile” è rispettare la montagna e gli altri, evitando di trasformare i sentieri in tappeti di fazzoletti.
La montagna ha tanto da dare a chi la cerca con il giusto spirito, non mettendo al centro se stesso ma considerandosi un elemento tra gli elementi, facendo il pieno di energia e sensazioni che poi rimarranno dentro per sempre.
Buona montagna a tutti.