di RENATO BONA
Interventi di: don Mirko Pozzobon, prof. Massimo Diana, vescovo Renato Marangoni, don Davide Fiocco e seminarista Andrea Canal A firma di don Davide Fiocco (direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale della cultura e della comunicazione, e del Centro di spiritualità “Papa Luciani” di Col Cumano di Santa Giustina, docente incaricato di patrologia a Bolzano, Treviso e Scuola diaconi permanente, amministratore della Causa di Papa Luciani-Cda della fondazione vaticana “Giovanni Paolo I) il sito “chiesabellunofeltre” porta con la dovuta evidenza la conclusione nel santuario mariano del Nevegal dell’assemblea del presbiterio e dei diaconi la sintesi diocesana, il significato della beatificazione di “don Albino, la testimonianza di Andrea Canal. Secondo tradizione, prima dell’estate preti e diaconi della Diocesi di Belluno-Feltre si ritrovano nel santuario del colle bellunese per l’appuntamento assembleare che in questa occasione si è aperto con l’ascolto del brano evangelico assegnato dalla liturgia: punto centrale del “Discorso della montagna” col quale Gesù insegna il “Padre Nostro”. E’ toccato a don Mirko Pozzobon, delegato vescovile per la formazione permanente del presbiterio, “collegare quel momento di preghiera al percorso che un gruppo di ragazzi sta facendo al villaggio San Paolo proprio sulle invocazioni della preghiera del Signore”. Per quanto concerne la “Riconsegna della sintesi diocesana”, il professor Massimo Diana ha riferito sull’attività del gruppo sinodale e presentato il “frutto dell’ascolto nei 241 gruppi sinodali che nei mesi scorsi si sono raccolti nella nostra diocesi”. Insieme ad altre sei persone e al vescovo monsignor Renato Marangoni, Diana faceva parte della squadra che ha redatto il documento, “intarsio di citazioni delle varie sintesi pervenute, perché era importante non alterare quanto emerso”: in primo luogo un desiderio di amicizia, di incontro, di stare insieme; quindi la richiesta di attenzione ai giovani “che non si sentono ascoltati né compresi dalla comunità; altro appello quello per il mondo femminile perché “anche la donna partecipa a pieno titolo all’annuncio del Vangelo e alla corresponsabilità sulla comunità. Ricorrente pure l’invito a guardare alla famiglia. In conclusione del suo intervento ha riferito sull’esperienza del gruppo sinodale dal quale “è emerso nitido il desiderio di essere ascoltati dalla Chiesa, con la nota critica più ricorrente che è risultata quella verso “una comunità che si mostra ‘giudicante ed escludente’ in modo particolare quando lo è verso gli stranieri o le situazioni matrimoniali irregolari”. Ha fatto seguito l’intervento del vescovo Marangoni il quale ha agganciato la “riconsegna” ad uno sguardo prospettico sul prossimo anno pastorale ricordando che l’assemblea generale della Conferenza episcopale del maggio scorso ha indicato le priorità “che dovranno essere messe a fuoco nel secondo anno di ascolto: corresponsabilità; formazione degli operatori pastorali; mondi dei poveri, dei giovani e delle culture; snellimento delle strutture ecclesiali; spazio per un ‘cantiere’ scelto da ogni diocesi. Ha quindi evidenziato di “aver percepito un grande amore per la Chiesa; preti e laici insieme hanno mostrato che si può voler bene alla Chiesa” e dunque l’accorato invito: “Sono qui a chiedervi più fiducia e più sincerità nei rapporti tra di noi… dal momenti che siamo tutti discepoli e discepole di Cesù Cristo” ed ha concluso: “E’ veramente urgente che i cristiani siano meno divisi tra di loro, perché tanti pretesti di divisione si sono insinuati nella Chiesa negli ultimi anni”. Dal canto suo don Fiocco ha svolto il suo intervento sul significato che per questo presbiterio potrebbe avere l’ormai prossima beatificazione di “don Albino”: il “Papa bellunese del sorriso” Albino Luciani, asceso al soglio di Pietro il 26 agosto 1978 col nome di Giovanni Paolo I. Ha quindi richiamato quanto affermò il successore, Giovanni Paolo II, a Col Cumano, il 16 luglio 1988: “Saluto il presbiterio di Albino Luciani” per puntualizzare che: “E’ lo stesso presbiterio, la stessa Chiesa in cui ha sentito la sua vocazione, in cui si è preparato al sacerdozio, è divenuto sacerdote ed ha cominciato questo ministero stupendo che è proprio della nostra vocazione”. Ora – ha proseguito – mentre si avvicina il traguardo del 4 settembre, si possono riconoscere gli obiettivi raggiunti dal processo canonico e dal recente convegno accademico organizzato dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I. Molto opportunamente ha poi richiamato l’intuizione del vescovo mons. Savio che, “nell’aprire la causa di canonizzazione voleva proprio offrire un incoraggiamento a questa comunità diocesana che vedeva disattenta ai propri tesori e per questo avviò la riscoperta dei tesori d’arte delle chiese montane; per questo volle evidenziare che anche tra di noi il Signore ha lasciato tracce di santità”. Ha concluso la serie degli interventi Andrea Canal, seminarista di Santa Giustina che “prima di concludere il percorso formativo del Seminario ha vissuto un anno presso il Sermig di Torino con “una scelta condivisa con i formatori che mi ha permesso di vivere un’esperienza fuori della diocesi e lontano per mettermi in gioco in un ambiente nuovo dove ho potuto sperimentare la dimensione missionaria concretizzata nel servizio verso i poveri di quel quartiere e verso le famiglie che lo abitano”.
NELLE FOTO (Renato Bona, Google, sito chiesabellunofeltre): il santuario mariano del Nevegal; don Mirko Pozzobon; il prof. Massimo Diana; il vescovo di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni; don Davide Fiocco; il seminarista Andrea Canal di Santa Giustina; due momenti dell’assemblea.
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