di Claudio Pra
La crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina e alle tante speculazioni si ripercuote su tutti noi. Tocca risparmiare, ci dicono, se non si vogliono bollette salatissime che comunque presentano come minimo un raddoppio anche in condizioni normali. Pure i Comuni si lamentano e in molti casi ho sentito avanzare ipotesi di riduzione dell’illuminazione pubblica. Alleluia! Lo spreco in questo settore è palese e da anni gli astrofili lo rimarcano. Il led sembra la panacea di tutti i mali ma non è così, sempre di spreco si tratta. A cosa serve illuminare inutilmente ed eccessivamente per tutta la notte luoghi che francamente non ne hanno bisogno? Mi viene in mente la passeggiata Alleghe-Caprile. Ok, va bene magari fino alle 23.00, ma poi chi ci passa in piena notte? Ma gli esempi sono infiniti, con chiese, monumenti, edifici, strade secondarie ecc. inondate inutilmente di luce dall’alba al tramonto. Non è spreco questo? Spegnimenti programmati e fotocellule sarebbero una logica soluzione ma si sa, a volte l’ovvio non viene preso in considerazione. Si è poi mai pensato che un vero cielo stellato, senza il bombardamento di luci, è un attrattiva turistica proposta a chi le stelle non sa più cosa siano? Sostenibilità, parola magica ma spesso vuota. Darle un significato vuol dire mettere mano anche a questi sprechi, led o non led.