di RENATO BONA
Nel dicembre del 1991 l’Amministrazione provinciale ed il Gruppo natura bellunese davano alle stampe con la tipo-lito Niero il libro, un’ottantina di pagine, con i primi dati su “L’Aquila reale nelle province di Belluno e Treviso”, curato dal bellunese Giuseppe Tormen e dall’agordino (di San Tomaso) Antonello Cibien (coordinamento editoriale di Silvana De Col e Renato De Min; disegni di Fausto Tormen; elaborazione grafici di Nadia Zanon; mappe distribuzione di Cibien; immagini di: Marco Basso, Antonello Cibien, Marco Dal Pont, Giuseppe Tormen e Franco Verzi). L’allora consigliere provinciale Sergio Reolon molto opportunamente evidenziava in presentazione come: “In questi tempi in cui assistiamo a rapide e profonde alterazioni degli ambienti naturali, minacciati da inquinamento, speculazioni, sfruttamenti intensivi, cementificazione, ogni lavoro e ricerca che analizzi lo stato ambientale è auspicabile ed utile”. Perché; “Da questi studi si possono trarre gli elementi per gestire in maniera corretta il territorio, trovando il giusto equilibrio fra progresso e conservazione, affinché in montagna possano vivere sia gli uomini che gli animali, non da antagonisti ma da coinquilini, in un ambiente naturale unico, che costituisce la più importante risorsa della nostra Provincia”. A sua volta l’assessore provinciale ad agricoltura, caccia e pesca, Giorgio Schizzi, dava atto ai due autori di aver colmato una lacuna mancando totalmente ricerche e testi che riguardassero i rapaci ed evidenziava il loro profondo amore per la natura testimoniato da anni di studio, di ricerche e osservazioni sul campo non senza pericoli e sacrifici, che hanno portato alla stampa del volume per il quale la Provincia di Belluno “è lieta di contribuire alla diffusione di questa importante opera che ritiene, per il suo contenuto, utile a favorire la conoscenza del “superbo sorvolatore delle nostre montagne, la cui presenza è sintomo di ‘buona salute’ dell’ecosistema montano ed è segno soprattutto di un equilibrio ecologico non ancora compromesso”. Il presidente del Gruppo Natura Bellunese, Isidoro Barattin nella prefazione ricordato come l’aquila reale si trovi all’apice della piramide alimentare delle nostre nostre montagne e dopo la scomparsa del lupo, dell’orso e della lince è rimasto l’unico predatore in grado di selezionare gli ungulati alpini… affermava che la sua presenza è sicuro indizio di un ambiente naturale, almeno in parte, integro e produttivo, al cui equilibrio contribuisce in modo determinante, mantenendo le popolazioni degli erbivori sane e vitali e nel contempo limitando la densità dei carnivori minori quali volpi e mustelidi. Concludeva sostenendo che “Al di là dell’insostituibile ruolo dell’aquila reale in natura, essa riveste per l’uomo anche un notevole valore estetico e culturale, ed inoltre la sua presenza, la sua sagoma possente ed armoniosa, il suo volo ora maestoso ora acrobatico, arricchiscono di selvaggio fascino le vette montane”. A loro volta, nell’introduzione Tormen e Cibien spiegavano che nella primavera 1989, avevano intrapreso una ricerca sull’aquila reale (Aquila chrysaetos): 184 uscite con complessive 773 ore di osservazione, percorsi 12 mila 300 chilometri in auto e salito, a piedi, 84 mila 700 metri di dislivello, nelle province di Belluno e Treviso, “con l’intento di fare il punto sulla situazione attuale della specie, indagando sulle seguenti tematiche: distribuzione, ecologia, censimento delle coppie territoriali, produttività, dinamica della popolazione, disturbo antropico. In questo libro vengono riassunti i primi tre anni di ricerca, che si protrarrà in prospettiva sino al 1994… nella convinzione che solo dalla conoscenza può maturare una nuova sensibilità e rapporto fra l’uomo e l’aquila. Un argomento decisamente affascinante, quello proposto dai due autori i quali, in chiusura, dedicano un’intera pagina ai moltissimi che sotto qualsiasi forma hanno contribuito al buon esito della ricerca, e a chi ha cortesemente fornito precise indicazioni sull’argomento-aquila. Certi di interpretare il sentimento di quanti hanno avuto la fortuna di leggere ed apprezzare quanto proposto da Giuseppe Tormen ed Antonello Cibien, e di quanti si soffermeranno sulla sintesi da noi realizzata, esprimiamo gratitudine sincera e profonda ai due autori e a tutti i loro sostenitori, indicando qui di seguito i capitoli in cui si articolano le 70 pagine del libro: Classificazione, biometria, identificazione; Distribuzione in Europa; L’aquila reale nella credenza popolare bellunese; Notizie storiche; Situazione iniziale e metodi-Area della ricerca; Distribuzione in provincia di Belluno e Treviso; Ecologia generale con riferimenti all’area della ricerca; Rapporti interspecifici; Censimento coppie riproduttive; ampiezza dei territori e densità; Distanze fra i siti riproduttivi; Caratteristiche delle zone di nidificazione; Esposizione pareti; Distribuzione altitudinale dei nidi; Ubicazione dei nidi in parete; Numero dei nidi per coppia; Produttività per struttura della popolazione; Dinamica e stima della popolazione; Raffronto con altre aree alpine; Stato attuale; Fattori di rischio e disturbo nelle zone di nidificazione; Proposte di tutela; Ringraziamenti; Bibliografia.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro”L’aquila reale nelle province di Belluno e Treviso”): la copertina del volume realizzato da Giuseppe Tormen ed Antonello Cibien; schema della piramide alimentare dell’area dolomitica; sagome di volo; adulto di aquila reale; profilo di aquila reale; testa prominente, ali ampie, coda lunga, tarsi e zampe robustissime sono le caratteristiche della specie; in rosa il territorio di caccia, in giallo la zona di nidificazione; giovane esemplare esplora a bassa quota il limitare del bosco per cogliere di sorpresa eventuali prede; azione di caccia in 4 fasi: innalzamento di quota, ricerca, cattura, trasporto al nido o posatoio; pulcini di 2 e 5 giorni, a sinistra in basso resti di gallo forcello e vipera; femmina al nido con un piccolo sui 40 giorni; aquilotto di 50 giorni già in grado di smembrare le prede portate dai genitori; variazione del piumaggio dell’aquila reale in relazione all’età; teschio di aquila reale rinvenuto sotto una linea ad alta tensione nelle Dolomiti meridionali nel 1988.