di Renato Bona
“Vent’anni fa, nel luglio 2002, Graziella Buccellati, secondo l’annuncio di Colophon, dava alle stampe (Ferrari grafiche spa di Clusone di Bergamo) per la Fondazione Giovanni Angelini Centro studi sulla montagna di Belluno, su progetto dello studio redazionale Sigma Ro ed il coordinamento editoriale di Laura Ceretti, la piccola antologia “Dolomiti monti di rosea fantastica luce” (cui ha validamente collaborato anche la bellunese Ester Cason Angelini), impreziosita da 24 acquarelli di Vittore Ceretti e con raffinata introduzione (ben 13 pagine sulle complessive una settantina dell’accattivante volume) del docente Luigi Zanzi dell’Università di Pavia. Il quale esordisce così: “Dolomiti, un paesaggio da pensare tra sogni e memorie, tra impressioni fantasticanti e racconti investigativi. Nel nome di Dolomieu. Il nome ‘Dolomiti’ è un bel nome, bello anche nelle sue variazioni in diverse lingue, porta con sé l’impronta di un incantamento della memoria di queste presenze montane che ispirano un ‘non so che’ che ci penetra nel cuore, porta con sé l’evocazione melanconica di fantastiche figure rocciose che si ergono in uno slancio nel cielo come un’improvvida invenzione d’arte, in cui pur s’avverte un’eco lontana di avventure metamorfiche della natura in tempi remoti che pur hanno lasciato in queste rocce il loro segno silente”. Più avanti, definite le Dolomiti “apparizioni d’invenzione e resti di una storia” afferma che “Una delle più felici, sottili, misteriose ambiguità del paesaggio delle Dolomiti è quella di presentarsi, da un lato, come una subitanea apparizione, quasi per sortilegio visionario , in un’occasione improvvida, piena di grazia ‘epifanica’; ed insieme, d’altro lato, come presenza avventurosamente sopravvissuta alle tempeste di sterminati tempi, come una rimanenza residuale di frammenti di un’antica storia, raccolti in un archivio segreto, quasi ad enigmatico sigillo di un intento antiquario della natura”. Ancora: “Dolomiti un paesaggio di avvenimenti visionari. La moltiplicazione delle individualità rocciose, con incessanti apparizioni di cime, pareti, punte, creste, torri, guglie, pinnacoli, aghi, scogli che si profilano d’ogni lato, tra valle e valle”. E non trascura di soffermarsi, prima di concludere, sulle “Dolomiti un paesaggio da ritrarre con disegni all’acquarello…”. E proprio gli acquarelli sono sinteticamente ma efficacemente descritti dalla prof. Graziella Buccellati che cita autori che “si sono ispirati a queste montagne ma anche altri che non fanno riferimento alle Dolomiti: Gabriel Faure, Severino Casara, Dino Buzzati, Carlo Felice Wolff, Josiah Gilbert, Théophile Gautier, Giovanni Bertacchi, Victor Wolf von Glanvell, John Ruskin, Manara Valgimigli, Giovanni Angelini, Clemente Rebora, G. Guerrieri”, per dire che “l’intenzione è quella di offrire un commento poetico ai soggetti che illustrano questo piccolo volume…”. Che vivamente consigliamo a chi ci ha letti.
NELLE FOTO (riproduzioni da “Dolomiti monti di rosea fantastica luce”): la copertina della prestigiosa pubblicazione: acquarello delle 5 Torri del marzo 2002; Cimon della Pala, aprile 2001; campanili del Lastei, salendo al Passo Valles, autunno 2001; Marmolada, marzo 2002; Santa Fosca, marzo 2002; Colle Santa Lucia, marzo 2002; salendo al Passo Giau, marzo 2002; nebbie del Lagazuoi, autunno 2002; Tofane e 5 Torri dopo il temporale, autunno 2001; il Pelmo, ottobre 2002; Verocai, Cortina d’Ampezzo, autunno 2001; Lago di Misurina Sorapiss, ottobre 2001; tabié Casanova a Costalta di Comelico, novembre 2000.
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